Made in China – The remake

Informazioni Evento

Luogo
VECCHIATO ARTE
Via Dondi Dall'orologio 31, Padova, Italia
Date
Dal al

martedì-sabato 10:30-13:00 e 15.30-19.00
in altri giorni e orari si riceve su appuntamento

Vernissage
22/09/2021
Generi
arte contemporanea, collettiva
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La galleria Vecchiato già negli anni Novanta inizia a intraprendere un percorso di ricerca in Cina divenendo testimone delle prime due edizioni della Biennale di Pechino e della nascita della Fabbrica 798, distretto artistico dell’arte contemporanea cinese.

Comunicato stampa

La Cina è un paese in costante e veloce evoluzione, il processo di occidentalizzazione è oramai radicato e i cambiamenti sono caratterizzati da innovazione tecnologica e cyber, senza mai tralasciare una tradizione millenaria.
Fin dai primi anni Ottanta gli artisti cinesi contemporanei hanno sviluppato un innato desiderio di rinnovamento culturale e hanno lottato per la libertà di espressione pur vivendo in un clima di contesto politico non sempre favorevole: organizzano incontri non autorizzati di performance d’arte, di musica e di poesia fino ad arrivare nel 1993 alla loro prima Biennale di Venezia incompresi e inosservati dai più. Solo qualche anno dopo si capì il valore della loro forma artistica, avanguardia anche per noi europei.

La galleria Vecchiato già negli anni Novanta inizia a intraprendere un percorso di ricerca in Cina divenendo testimone delle prime due edizioni della Biennale di Pechino e della nascita della Fabbrica 798, distretto artistico dell’arte contemporanea cinese. Nel 2006 la mostra Made in China a Padova riscuote un grande successo a livello internazionale, dalle opere emerge tutto il trepidante fervore di quel periodo storico-culturale e, proprio da quella selezione artistica, provengono gli 8 artisti esposti in questa mostra:

LIU WEI, utilizza diversi media senza alcuna tendenza stilistica che le unisca spesso invitando a guardare il dettaglio all’interno di un insieme.
Le sculture di CHEN WELING rappresentano il consumismo e il materialismo che hanno pervaso la Cina negli anni Novanta, una umanità estremizzata a volte ridicolizzata.
XIONG LIJUN, mette insieme colori accesi, acqua e movimento fluido con soggetti pieni di energia, ad indicare una piena fiducia in un futuro brillante e felice. I giovani volti di SHENG XIAOTONG hanno fisionomie poco riconoscibili, caratterizzati da colori vividi e da pupille vitree quasi inespressive, mente MA HAN ha a cuore il tema della moltitudine, della ripetitività ossessiva. FU LEI ha una visione surrealistica del mondo e le figure umanoidi spesso appaiono mostruose.
LI CHUN descrive perfettamente la nostra contemporaneità fatta di connessioni tecnologiche, a volte persino neurali.
Infine ZANG DONGHONG ci mostra un nuovo ideale di bellezza interiore con l’utilizzo di un materiale prezioso e lucente quale l’oro.