Lucio Fontana – Concetti spaziali
Torna visibile al pubblico, dopo il recente restauro generosamente sostenuto dall’Associazione Amici della Fondazione Torino Musei, il grande Concetto spaziale di Lucio Fontana del 1952: il progetto Wunderkammer di GAM, curato da Virginia Bertone, dedica infatti all’artista italo-argentino una mostra che riunisce, dopo molti anni, alcune delle sue opere più significative presenti nelle collezioni del museo.
Comunicato stampa
Torna visibile al pubblico, dopo il recente restauro generosamente sostenuto dall’Associazione Amici della Fondazione Torino Musei, il grande Concetto spaziale di Lucio Fontana del 1952: il progetto Wunderkammer di GAM, curato da Virginia Bertone, dedica infatti all’artista italo-argentino una mostra che riunisce, dopo molti anni, alcune delle sue opere più significative presenti nelle collezioni del museo.
L’impegno a realizzare esposizioni che siano di stimolo alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio in generale e del Gabinetto Disegni e Stampe GAM in particolare trova conferma in questo nuovo appuntamento curato da Danilo Eccher, convinto sostenitore del progetto Wunderkammer avviato nel 2009.
Con il grande disco giallo di Concetto spaziale, Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé 1899 - Comabbio 1968) ha rivoluzionato il modo di pensare la scultura: con spirito antimonumentale, l’opera si sviluppa su una dimensione totalmente orizzontale, accostando otto sottili lamiere metalliche sagomate e forate di un giallo saturo e brillante. La scelta di un colore fortemente antinaturalistico da parte dell’artista, poi, doveva creare un contrasto surreale nella sua originaria collocazione su un prato, con i fili d’erba che sbucavano dalle forature. Il recente restauro ha permesso la partecipazione di Concetto Spaziale alla mostra parigina Lucio Fontana. Rétrospective al Musée d’Art Moderne de la Ville (25 aprile – 24 agosto 2014).
Vera e propria icona delle collezioni della GAM, l’opera è posta in dialogo con i due Concetto spaziale Teatrini, con Attese e con 30 preziosi disegni, da tempo non esposti, donati da Teresita Rasini Fontana in occasione della prima grande retrospettiva dell’artista, tenutasi proprio in GAM nel 1970. Attraverso i fogli in mostra, compresi fra il 1946 e i primi anni Sessanta, è possibile entrare nel vivo del laboratorio creativo di Fontana, che sperimenta nel disegno motivi da riprodurre su tela o in scultura.
Senza essere studi preparatori, questi disegni sono un promemoria di idee trovate lasciando la mano libera di scorrere sul foglio, segni che diventeranno poi graffiti, tagli, buchi, o sagome di varia forma e consistenza.
Da un foglio all’altro, l’artista dà vita a una costellazione di tracce che rimandano all’immagine dello spazio cosmico (da cui il nome di “Spazialismo” dato al movimento cui diede vita nel secondo dopoguerra): a volte sono serie di punti che ricostruiscono reticoli geometrici, altre volte tracce lineari che lasciano alla mano libertà di movimento nel condurre la penna, la matita o il pennello sul foglio, creando sagome o vortici o spirali. Come tutta l’opera di Fontana, essi sono, come egli stesso scriveva nel Manifiesto Blanco del 1947, pura “immagine aerea, universale, sospesa".
Wunderkammer di GAM rappresenta un’occasione straordinaria per avvicinare uno dei periodi più fecondi della ricerca di Lucio Fontana, in cui l’artista sperimenta con materiali diversi la possibilità di andare oltre il diaframma della superficie (della tela, della carta, del metallo) per coinvolgere lo spettatore in un’esperienza che supera il limite fisico dell’opera spalancando orizzonti nuovi.
Una vertiginosa fuga in avanti in cui si riflette la fascinazione per gli spazi siderali delle galassie, le prime esplorazioni spaziali e una modernità anche tecnologica capace di nutrire con i suoi stimoli lo straordinario laboratorio di idee, teorizzazioni e realizzazioni artistiche di cui Fontana fu artefice.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione con testi di Virginia Bertone, conservatore delle raccolte e responsabile del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM e di Luca Pietro Nicoletti, storico dell’arte.