Luciana Ceci – La matrice del colore
In questa mostra antologica presso la Galleria Statuto13 di Milano con la direzione artistica di Massimiliano Bisazza, sono esposti i suoi lavori di incisione (acquatinte e acqueforti) e alcune sculture in argilla refrattaria.
Comunicato stampa
Pittrice, calcografa, disegnatrice, scultrice. Luciana Ceci sfugge felicemente alle definizioni univoche tranne che ad una: quella di artista.
Più che al mondo dell’arte, Ceci si interessa appassionatamente al mondo in sé, alla sua fisicità, alle forme e ai colori, non solo con cui ci si manifesta, ma con cui viene elaborato, interpretato creativamente.
In un modo, che per gli artisti si chiama stile, del tutto suo, l’autrice inventa corpi umani, volti, facce, paesaggi. Inventa, perché non scopre niente di nuovo, ma tutto ricrea, rigenera. Tutto ridà alla luce: anche le ombre, scontornate e liberate fino a che l’esistenziale, non l’esistente, diventa visibile. Tratti ora nervosi e profondi, ora accennati e pieni di grazia, rivelano sempre la padronanza certa, il mestiere fiero di garantire il proprio lungo e assiduo corso.
In questa mostra antologica presso la Galleria Statuto13 di Milano con la direzione artistica di Massimiliano Bisazza, sono esposti i suoi lavori di incisione (acquatinte e acqueforti) e alcune sculture in argilla refrattaria. Non il concetto di copia, né la frazione che definisce la discendenza dall’originale decidono del valore e della forza delle sue opere calcografiche, ma quello di matrice, o meglio di mater. Sono opere in cui il colore stesso è rigenerato con una potenza tale da far nascere a sua volta meraviglia in contempla quanto è espresso in figura.
“E si sa bene”, come lucidamente insegnava Roberto Longhi, “ non si esprime che il sentimento”.