Luca Pancrazzi – 24 ore su 24
Ventiquattro ore su ventiquattro la realtà militarizza tutta la mia attenzione protesa alla ricerca e alla costruzione di un’opera frontale e dichiarante.
Comunicato stampa
Ventiquattro ore su ventiquattro la realtà militarizza tutta la mia attenzione protesa alla ricerca e alla costruzione di un’opera frontale e dichiarante, la più semplice e coerente, e che non sfugga per le tangenti e per i bordi, che non scarti di fianco, che non pieghi a destra od a sinistra, che non somigli ad opere già viste od a ricerche già provate, che non scivoli verso il pavimento o verso gli angoli, che non sia frutto solo di errori, di sviste, di cadute o di deboli tentativi, che non assembli scarti di produzioni industriali, che non tenti di somigliare a un design antifunzionale, che non impoverisca la realtà, che non modifichi senza costruire, che non sia solo artigianale, che non rifiuti il segno, che non sia solo didascalica, che non sia anche solo educativa e che non abbia bisogno di una storia sociale per giustificarsi, che non sia solo fotogenica, che sia frutto della mia mano, occhio, mente.
Luca Pancrazzi
Filandia 2014/15
Spazio grande, la nebulosa Pancrazzi si espande; spazio piccolo, si concentra. Dopo l’ultima mostra nelle grandi stanze di Assab One, a Milano, in cui ha esposto decine di progetti, oggetti, disegni, diapositive, ritagli, che restituivano l’“atlante” del suo lavoro, una mostra ora che condensa in tre opere il nucleo del suo pensiero, per esporlo in modo diretto, affermativo, frontale, come scrive egli stesso.
24 ore su 24 è la continuità del tempo, il senso della presenza e insieme dell’apertura; il timbro Occhio Mano Mente è la sua punteggiatura, puntualità, interruzione, istantaneità, ma anche moltiplicazione e disseminazione; Error è l’errore come matrice del loro rapporto, di ogni rapporto, la differenza, fosse pure minima, appena leggibile, che invita alla sottigliezza della visione e del pensiero.
Esprimendole in tecniche per molti aspetti ormai obsolete – scritta in ceramica, pittura e timbro –, sostituite oggi da corrispettivi tecnologici più aggiornati, Pancrazzi sottolinea che il senso sta per lui altrove: nella forma, che, a sua volta “circolare” – ciò che leggo in ognuna di queste opere è la forma stessa di ciò che vedo –, lungi dall’essere tautologica è invece vertiginosa, ci introduce cioè in una riflessione senza fine. La circolarità del timbro è dunque la chiave: in realtà anche 24 ore su 24 è un cerchio, quello della giornata che ricomincia dopo ogni 24 ore, e il rosso su rosso dell’Error anche; ma al tempo stesso: perché 24 ore? Ovvero, mentre affermo una continuità, lo faccio suddividendola in unità discrete. E qual è l’errore in ciò che vedo? La scritta? Il fondo? La loro differenza? La risposta sta nella scritta del timbro, nella circolarità che vuole tenere insieme occhio, mano e mente, insomma nell’arte, una certa pratica dell’arte che ostinatamente si afferma come pratica specifica di questo legame.
Pancrazzi lo ribadisce con un certo piglio polemico di fronte ad altre pratiche artistiche attuali, ma in realtà di sempre, che giustificandosi per contenuti e modalità esterne rischiano di perdere questo nucleo e di diventare esercizi applicativi; noi, al suo fianco, appoggiandogli ancora una volta la testa sulla spalla, raccogliamo il suo come un invito a verificare che il rischio sia reale, e a nostra volta per rilanciare che la perdita non coinvolga anche la vertigine.
Elio Grazioli
Luca Pancrazzi (Figline Valdarno, 1961).
Tra i progetti di collaborazione che lo vedono tra i fondatori ricordiamo: Importé d’Italie (1982), ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ (1993) e, dal 2010, Madeinfilandia.
Ha esposto in importanti mostre internazionali tra cui la Biennale di Venezia (1997), la Triennale di New Dehli (1997), Biennal of Cetinje (1997), Triennale di Vilnius (2000), Biennal of Valencia (2001), Moscow Biennal of Contemporary Art (2007), Quadriennale di Roma (2008), Whitney Museum of American Art at Champion (1998), P.S.1 Contemporary Art Center (1999), Galleria Civica di Modena (1999), Museo Marino Marini (2000), Palazzo delle Papesse (2001), Museo Revoltella (2001), Galerie Lenbachhaus und Kunstbau (2001), GAMEC (2001), Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2002), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (2002), Zentrum Fur Kunst und Medientechnologie (2003), PAC (2004), MAN (2004), MART Trento e Rovereto (2005), MAMbo (2006), Macro (2007), Vietnam National Museum of Fine Arts (2007), Fondazione Pomodoro (2010).
Vive e lavora tra Milano e la Filandia.