Luca Gasparro – Sarà pioggia che scende forte
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Comunicato stampa
"Sono nato a Milano nel 1993. Dovevo essere femmina, ma sono nato maschio, giallo e peloso. Son stato figlio unico fino all’età di 2 anni, ancora più in compagnia all’età di 4. Piangevo come un disperato, mi dicono. Ancora un altro fratellino no. Di quello che è stato mi piace dire che ricordo poco. All’asilo il mio amore è stato un odore. Nella mia mente è dolce e sa di ammorbidente. L’ho ritrovato un giorno quando ero poco più grande in una scatola. L’ho conservata sotto il calorifero per un po’, finché il profumo non è andato via. Picchiavo i miei fratelli e mi rimproveravano il fatto che mi sentissi padre. Ho dormito sempre solo, faceva caldo nel lettone. Lo spazio era poco e io non ci stavo. Solo ad affrontare il mondo. Io, comunque con le spalle protette, capace di sopravvivere. Non so più ora se qualcuno mi guarda dall’alto. Mi dicevano che lassù c’è sempre qualcuno che ti osserva. Lì in alto io non ci ho mai visto niente. Quel niente a volte mi pesa. Ho sempre voluto essere una star, ora mi ritrovo spesso in seconda fila. Alla giusta distanza dalle cose, così che non mi possano ferire. Quel che posso lo osservo e lo faccio mio. Mastico pensieri come nessun altro. Amo il mondo e sogno spesso di fuggire, forse perché in fondo mi terrorizza. La è sempre meglio che qua, e qua è sempre meglio che la. Non ho un rapporto con la mia famiglia e di questo vengo spesso accusato. So di amarli e che mi amano, ma non posso far altro che stare un passo lontano. C’è una mano e degli occhi che più che mai ora mi mancano. A volte mi fermo, ascolto. Penso di poterli percepire nella natura. Difficilmente mi raccolgo in preghiera. Un incenso ogni tanto. La mia vita sta in un tiro di sigaretta la mattina. Quel qualcosa di estraneo che ti sveglia e che ti fa sentire pronto per poter ricominciare."