Lorenzo Marini – Olivettype

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO UFFICI 1
Via Jervis 77, Ivrea, Italia
Date
Dal al
Vernissage
28/04/2022
Patrocini

La mostra è realizzata da ICO Valley con il patrocinio della Città di Ivrea, della Fondazione Adriano
Olivetti, dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e con il supporto di Prelios SGR

Artisti
Lorenzo Marini
Curatori
Luca Beatrice
Generi
arte contemporanea, personale, disegno e grafica
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Dal maestro della typeart, una mostra che celebra le lettere nella bellezza intrinseca di ogni singolo
type.

Comunicato stampa

Dal maestro della typeart, una mostra che celebra le lettere nella bellezza intrinseca di ogni singolo
type, nella loro interpretazione più fantasiosa e fantastica, fino a farle diventare delle emoji
contemporanee. 36 opere, una parte in grande formato e “sospese”, dedicate alle singole lettere.
E poi gli alphatype, gli alfabeti disemantizzati, dove il senso della lettura viene negato a favore di
una identità visiva. Fino ai bodytype, opere dove il corpo umano diventa linguaggio, gesto, segno e
lettera. Ad accoglierci, all’entrata di Palazzo Uffici, la write type, la tastiera scomposta,
un’installazione immersiva formata da 36 cubi che richiamano un oggetto-simbolo: la lettera 22, la
mitica macchina da scrivere portatile ideata dalla Olivetti, divenuta un’icona mondiale.
La mostra OLIVETTYPE segna l’avvio di ICO Valley, human digital hub italiano, a Ivrea, Palazzo Uffici,
ex sede Olivetti oggi patrimonio Unesco, dove è in corso un progetto di ri-funzionalizzazione degli spazi.
La mostra di Lorenzo Marini, con le sue lettere liberate, si posiziona perfettamente all’interno del
progetto: ovunque il richiamo alla cultura umanistica di Adriano Olivetti, simbolo di design
democratico, cultura, innovazione e bellezza, sempre nel rispetto dell’uomo. E segna il primo
appuntamento per Ivrea Capitale Italiana del Libro 2022 e gli appuntamenti che andranno a celebrare
la visione comunitaria del periodo olivettiano.
All’ingresso di Palazzo Uffici un’installazione immersiva, la write type, che invita il visitatore a fare una
passeggiata tra le lettere, rileggendole in chiave contemporanea. “Più di un secolo dopo l'invenzione
dello schema per tastiere alfanumeriche utilizzato nei nostri computer, macchine da scrivere e
cellulari, arriva il disordine delle lettere liberate” – racconta l’artista Lorenzo Marini. “Non più schema
predefinito, non più monocromatismo, non più tasti specifici. Qui ogni tastiera diventa un cubo, ogni
lettera diventa caratterizzata da un colore. Qui la dimensione non è più fatta per le nostre mani ma per
il nostro corpo. Finalmente una tastiera dentro la quale possiamo passeggiare, ascoltando il ticchettio
che diventa nota, composizione, ritmo. Il viaggio dentro questo keyboard rivisitato suggerisce
un’attenzione nuova ad ogni lettera che quotidianamente viene usata. E anche un rapporto tra le
singole lettere. Benvenuta, tastiera scomposta.”
Le opere, 36 come i cubi della tastiera e come la mitica Olivetti Lettera 36, rappresentano il core
dell’alfabeto liberato dell’artista. Galleggiano, sospese, tra terra e cielo, e invitano ad una riflessione
sul loro significato comunicativo visuale, alla ricerca di nuovi alfabeti, fantasiosi, misteriosi, ludici,
infantili e allo stesso tempo fortemente concettuali.
Come racconta Luca Beatrice, curatore della mostra, “Lorenzo Marini appartiene a quella famiglia non
troppo numerosa di artisti trasversali, partiti da una determinata esperienza e giunti a un esito
differente per mezzo della curiosità intellettuale. Penso a Depero o Munari, interpreti dell’arte come
linguaggio e insieme immaginazione. Ho pensato a Lorenzo per proporre un intervento nell’architettura
olivettiana di Ivrea, unico esempio di riconoscimento Unesco per il novecento e non per il patrimonio
storico. Lo studio della tipografia, l’eleganza modernista dei caratteri, il coinvolgimento di talenti
visivi di livello assoluto, ha attribuito infatti al marchio Olivetti uno status di unicum, su cui Marini ha
a lungo riflettuto offrendone un’interpretazione attuale e convincente”.
La mostra è l’occasione per rileggere non solo la cultura visionaria di Adriano Olivetti ma anche il
patrimonio architettonico, una fusione tra le opere e lo spazio per una valorizzazione e fruizione
innovativa dell’eredità olivettiana, oggi patrimonio mondiale Unesco.
“Ho sempre pensato a una mostra per promuovere le architetture Olivetti, luoghi di progresso dove
prende luce la bellezza, spazi diversi da un museo o una galleria d’arte, dove lavoro e pensiero, passato
e futuro si intrecciano” – racconta Virginia Tiraboschi, Responsabile Comitato ICO Valley. “Lorenzo
Marini mi ha subito incuriosito per il profilo poliedrico: pubblicitario, scrittore e artista. Marini nasce
analogico - tutti conoscono i tasti delle tante macchine per scrivere Olivetti - ma vede la
trasformazione del proprio lavoro artistico digitale, conseguenza culturale ineludibile dei nostri tempi.
La mostra promuove idealmente la centralità dell’uomo con tutti i suoi pensieri, ansie, preoccupazioni,
gioie, passioni e si pone tra i linguaggi più adatti a perseguire il concetto di wellbeing”.
“Con grande orgoglio ospitiamo all’interno degli iconici spazi di Palazzo Uffici 1 a Ivrea la mostra
Olivettype. Il connubio tra l’opera dell’artista Lorenzo Marini e il contenitore che rappresenta l’eredità
di Adriano Olivetti e della sua visione si coniugano in un unico contesto espressivo, in cui passato e
presente dialogano” dichiara Alessandro Busci, Direttori Fondi di Prelios SGR, società di gestione del
Fondo Anastasia proprietario degli immobili ex Olivetti.
Tra i partner della mostra, l’Associazione Archivio Storico Olivetti: “In Archivio custodiamo oltre 650
diversi font della storia di innovazione di Olivetti, che hanno attraversato la scrittura in diverse epoche
e con una molteplicità di prodotti” dichiara Gaetano Adolfo Maria di Tondo, Presidente. “Colore,
Design, Forma, Estetica sono stati elementi fondamentali per il successo sintetizzato con 16 Compassi
d’Oro. Come Presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti vedo quindi sempre positivamente
sviluppi e ricerca creativa che possano attualizzare rilevanti percorsi storici della nostra storia, in
totale coerenza con quanto facciamo quotidianamente”.