Lo spettacolo della natura

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Via Accademia Albertina, 15, Torino, TO, Italia
Date
Il

Dal 9 marzo il nuovo allestimento permanente del MRSN sarà aperto al pubblico con obbligo di prenotazione. Questa sarà tuttavia una fase transitoria a cui seguirà l’apertura libera al pubblico.
Le prenotazioni vengono raccolte dalla sezione didattica che organizza le visite guidate per gruppi.

Vernissage
08/03/2013

ore 17.30

Contatti
Telefono: +39 0114326307
Email: didattica.mrsn@regione.piemonte.it
Biglietti

Fino a 3 anni di età ingresso e visita guidata sono gratuiti - dai 4 ai 12 anni il costo è di 3 euro - dai 13 anni è 5 euro. Le scolaresche pagano 30 euro.

Generi
inaugurazione
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Apre “Lo spettacolo della natura. Storie di scienza e di mondi da conservare”, nuova esposizione permanente situata negli spazi della crociera inferiore del seicentesco palazzo, già sede dell’ospedale San Giovanni Battista, opera di Amedeo di Castellamonte.

Comunicato stampa

INAUGURAZIONE
Venerdì 8 marzo 2013 alle ore 17.30 il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino apre “Lo spettacolo della natura. Storie di scienza e di mondi da conservare”, nuova esposizione permanente situata negli spazi della crociera inferiore del seicentesco palazzo, già sede dell’ospedale San Giovanni Battista, opera di Amedeo di Castellamonte.

ALLESTIMENTO
Il percorso espositivo si sviluppa su una superficie di circa 2.000 metri quadrati articolata in tre macro-aree.

La prima, “La diversità della natura”, è una sorta di moderna Wunderkammer attraversata da un imponente nastro rosso, elemento scenografico e strutturale che accoglie rari reperti del museo.
Qui la visita si apre sui minerali, in mostra alcuni splendidi esemplari di quarzo che fanno parte della collezione di mineralogia e petrografia del museo, ancora oggi una delle raccolte più prestigiose d’Europa.
A seguire, una piccola foresta di cilindri e lastre trasparenti accolgono tronchi di sughera, di palma, di fusti legnosi di bambù dorato, e ancora fiori, foglie e rami come in un grande stupefacente erbario.
Il nastro rosso conclude il suo cammino con la zoologia: uno spazio dove convivono pacificamente l’inoffensiva testuggine e il lupo, insidiosi rettili, l’alce e la tigre.

Sullo sfondo della prima sala spicca una parete in resina che mostra la sequenza stratigrafica dal Pliocene al Pleistocene dell’area astigiana. Questa ricostruzione ci racconta in un colpo d’occhio la sua evoluzione ripercorrendo 5 milioni di anni. Scopriamo così che un mare caldo in cui nuotavano cetacei e sirenidi ricopriva la Pianura Padana.

“Adattamenti ed evoluzione” è il tema sviluppato nella seconda macro-area, composta da due sezioni che ci fanno scoprire i meccanismi che danno origine alla diversità della vita.
Nella prima sezione un posto d’onore spetta a Charles Darwin, ai suoi lunghi viaggi intorno al mondo da cui ricavò le osservazioni, che servirono a sostanziare la sua teoria dell’evoluzione, raccolte nel fondamentale testo “Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale”.
Pubblicato il 24 novembre 1859 a Londra, autentico best seller dell’epoca, vendette 1250 copie nello stesso giorno. Alcuni anni dopo, nel 1864, il naturalista piemontese Michele Lessona, curò per la UTET l’edizione completa in lingua italiana delle opere darwiniane: Copia originale di alcuni di questi volumi sono visibili in mostra: Sulla origine delle specie per mezzo della selezione naturale, Viaggio di un naturalista intorno al mondo, L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali.
La seconda sezione è dedicata soprattutto alle ricerche e ai grandi scienziati che hanno reso possibili le più grandi scoperte del XX secolo. Da Gregor Mendel, lo studioso Ceco che per primo intuì la trasmissione dei caratteri ereditari, fondamento della genetica, fino a James Dewey Watson, il premio Nobel che, assieme ad altri scienziati, scoprì la struttura del DNA.

Venerdì 12 ottobre 2012, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Honest Jim. James D. Watson, the Writer”, ospitata dal MRSN, James Dewey Watson ha visitato questo allestimento ancora in corso di realizzazione. In quell’occasione il grande biologo americano ha avuto la possibilità di apprezzare la sezione dedicata alle “ragioni genetiche” della diversità biologica nella quale è riprodotto un modello gigante di DNA, del tutto simile a quello realizzato nel 1953 da lui e da Francis Crick.

Nella terza macro-area, “Le foreste del Madagascar”, si esplorano, al livello del terreno e delle “canopie”, le relazioni tra gli organismi viventi e l’ambiente nella foresta pluviale del Madagascar, campo di ricerca del Museo.
Le canopie realizzate in poliuretano sono opera dell’artista torinese Piero Gilardi.

L’allestimento, attraverso rari reperti museali, exhibit interattivi e multimediali, ricostruzioni scenografiche di ambienti e un tocco d’arte, fornisce le chiavi per comprendere il mondo naturale raccontando, al tempo stesso, il lavoro del Museo: un “archivio” della biodiversità, una miniera di dati per studiare la natura e contribuire alla salvaguardia degli ambienti.

Il progetto intende avvicinare il pubblico in modo innovativo, comunicare le riflessioni più significative nell’ambito delle scienze naturali e le modalità d’esplorazione della natura nella sua straordinaria diversità, attraverso un allestimento che pone al centro il visitatore, sostituendo l’osservazione con la partecipazione e restituendo ai cittadini il patrimonio del Museo, in uno spazio di dialogo con la comunità.

PROGETTAZIONE E DIREZIONE SCIENTIFICA
Progettazione e allestimento sono stati affidati a un gruppo di aziende ed esperti, selezionati con una gara europea, coordinato dalla Società Euphon Communication S.p.A. e composto da: Unicity S.p.A. - Roma | Space S.p.A. - Prato | Città della Scienza S.p.A. - Napoli | Cinecittà Studios S.p.A., Roma | Kopa Engineering S.p.A., Torino.

L’ideazione e la direzione del progetto scientifico sono state svolte da Giorgio Celli, il noto etologo, scrittore e divulgatore scientifico italiano scomparso nel giugno del 2011.
Le sue idee e indicazioni sono state sviluppate da un team di progettisti esperti in museografia e museologia, supportato dal personale tecnico e scientifico del Museo e da collaboratori esterni.