Leonardo D’Amico – The other Side

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI LADISLAO
piazza Caduti dell’aria , Arpino, Italia
Date
Dal al

da martedì a venerdì 9.30-12.30
sabato 9.30-12.30 / 15.00-18.00
domenica 15.00-18.00

Vernissage
16/11/2019

ore 18

Artisti
Leonardo D’Amico
Curatori
Loredana Rea, Rosanna Rago
Generi
arte contemporanea, personale
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Presso il Castello di Ladislao di Arpino, sede della Fondazione Umberto Mastroianni, che accoglie la più ricca e rappresentativa eredità di uno dei più eclettici e geniali scultori del ‘900 e la memoria di un’intera famiglia di artisti, i Mastroianni, apre al pubblico The other Side personale dell’artista Leonardo D’Amico.

Comunicato stampa

Sabato 9 novembre 2019 alle ore 18.00 presso il Castello di Ladislao di Arpino, sede della Fondazione Umberto Mastroianni, che accoglie la più ricca e rappresentativa eredità di uno dei più eclettici e geniali scultori del ‘900 e la memoria di un’intera famiglia di artisti, i Mastroianni, apre al pubblico The other Side personale dell’artista Leonardo D’Amico.
La mostra aperta fino al 16 febbraio 2020, curata dal direttore artistico dell’istituzione arpinate Loredana Rea e da Rosanna Rago, racchiude nel significato letterale del titolo “The other Side/L’altra Parte”, il senso di un complesso lavoro cognitivo ed estetico volto all’interpretazione delle forme naturali del mondo e degli infiniti elementi a esso non avulsi, per raccontare cosa accade “Dall’altra Parte”, oltre il confine immaginario del fare creativo.
In mostra, un nucleo significativo di opere riferibili al periodo 2010-2019, appartenenti ai cicli: Conceputual Maps, Sitting e Paper Studies. Venti opere su carta (olio, tecnica mista e grafite 72x52 cm) e tredici opere su tela (tecnica mista a olio) di varie dimensioni, diventano punto di partenza per una riflessione metodica sull’importanza della pittura e sul ruolo svolto dall’artista nel contemporaneo. Il lavoro di Leonardo D’Amico, impegnato da quasi un trentennio nella ricerca pittorica, si è concretato nel tempo in due elementi essenziali: spazialità e sintesi segnica, giungendo a ciò che possiamo definire come l’essenza dell’immagine, là dove essa non è più rappresentazione del reale ma creazione di una realtà a sé stante. La sua è una pittura di sottrazione, dove la forza del segno si contrappone alla delicatezza tonale degli sfondi e alla leggiadria degli elementi che abitano le opere; un ossimoro. Prevale nelle opere la componente antropologica, tradotta in linguaggio metaforico e aniconico.
Le carte e i dipinti esposti testimoniano la sovrapposizione di una gestualità astratta sopra un motivo originario, dissimulato ma ancora in parte visibile. L’artista lascia intuire il primo momento dell’atto creativo, dove si ha, di fatto, la sensazione di una visione occasionale, non concreta, non stabilita, di carattere momentaneo. La lettura semantica è ambigua: elementi nati e cancellati o rappresentazioni illusorie che si avviino a una definizione…? Lo “sviluppo astraente” che cerca, apparentemente, la negazione della forma ci confonde, ancor di più ci disorienta la sintesi tra sfondo ed elementi compositivi in diatriba aperta di gestaltica natura. Nonostante ciò la percezione dell’opera è immediata, la rappresentazione non è unidimensionale, gli elementi compositivi e lo sfondo si alternano in un definito rapporto di tipo circolare che induce alla riflessione.