Leonardo Bellandi De Clemente – Identità multiple

Informazioni Evento

Luogo
CORTINA ARTE
Via Mac Mahon 14/7, Milano, Italia
Date
Dal al

10.00-12.30 / 16.30-19.30
Chiuso lunedì mattina e domenica

Vernissage
25/03/2014

ore 18,30

Artisti
Leonardo Bellandi De Clemente
Curatori
Giovanni Cerri
Generi
arte contemporanea, personale
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In questa mostra è presentato un nucleo di fotografie basato sul tema dell’habitat urbano e del nostro vivere la quotidianità, gli atti più comuni come il semplice passeggiare, deambulare, recarsi al lavoro prendendo i mezzi pubblici o i treni, o anche – purtroppo – esser fermi a chiedere elemosina, essere senza meta.

Comunicato stampa

Leonardo Bellandi De Clemente è nato a Milano nel 1962. Dopo gli studi musicali, dai 17 ai 24 anni, comincia a lavorare come fotografo nel 1986 facendo foto a concerti di musica jazz, spettacoli teatrali e ritratti ad attori. Negli anni 90 è cofondatore e assistente regista di una compagnia teatrale che propone spettacoli sperimentali che si rifanno all'opera di Antonin Artaud. Successivamente lavora nell'ambito della moda e dello still-life come fotografo. Nel 2001 abbandona la professione di fotografo e comincia una ricerca sperimentale nell'ambito della fotografia. Dal 2010 in poi esegue foto di reportage sociale nelle città di Milano e Parigi e prosegue la sperimentazione fotografica avvalendosi delle tecniche digitali ma scattando prevalentemente in analogico. Tra i suoi fotografi di riferimento citiamo Atget Walker Evans, Robert Frank, Mario Giacomelli, Gabriele Basilico, Josef Koudelka.
In questa mostra è presentato un nucleo di fotografie basato sul tema dell’habitat urbano e del nostro vivere la quotidianità, gli atti più comuni come il semplice passeggiare, deambulare, recarsi al lavoro prendendo i mezzi pubblici o i treni, o anche – purtroppo – esser fermi a chiedere elemosina, essere senza meta. Il tutto – siano immagini con presenza umana o senza – è “replicato”, moltiplicato, ogni fatto è molteplice, e quindi per contrasto quasi “azzerato” nel suo significato. Un edificio, o le persone che camminano diventano elementi, luoghi e spazi astratti. Una metafora dell’estraniamento sociale ed esistenziale al quale stiamo assistendo nell’epoca più recente, la solitudine che annulla l’identità collettiva. Ogni cittadino diventa uno stato a parte, ma in questa estremo individualismo tutto appare perdere consistenza umana, in una raggelante omologazione.