Le memorie ritrovate

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO ZUCKERMANN
Corso Giuseppe Garibaldi 33, Padova, Italia
Date
Dal al

da martedì a domenica, 10,00 - 19,00

Vernissage
31/08/2012

ore 12

Generi
archeologia
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Le «memorie» esposte sono state ritrovate nell’antico e perduto Convento di Santa Chiara De Cella Nova a Padova che fiorì tra il XIV e il XVIII secolo, ma che negli anni Sessanta del secolo scorso venne demolito per erigere la Questura. Nel 2000 l’indagine archeologica diretta da Mariangela Ruta e condotta da Petra scrl nel cortile della Questura di Padova ha portato alla luce una struttura esagonale, residuo dell’impianto originario del convento e punto di partenza di una scoperta senza eguali.

Comunicato stampa

Venerdì 31 agosto alle ore 12:00 a Palazzo Zuckermann (Padova) sarà inaugurata la mostra Le memorie ritrovate. Antico perduto e ritrovato. Rinvenimenti archeologici dal convento di Santa Chiara a Padova che rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 18 novembre 2012.

La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, unitamente all'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e ai Musei Civici di Padova, su idea e realizzazione di Cultour Active (società di promozione di eventi culturali), in collaborazione con McArthurGlen Designer Outlet di Noventa di Piave (VE) e la ditta Diego Malvestio & C., presentano venerdì 31 agosto la mostra «Le memorie ritrovate».

All'inaugurazione interverranno Vincenzo Tiné (Soprintendente per i Beni Archeologici del Veneto), Andrea Colasio (Assessore alla Cultura del Comune di Padova), Davide Banzato (Direttore Musei e Biblioteche del Comune di Padova), Francesco Cozza (Curatore della mostra) e Enrico Longo (Presidente Cultour Active).

Dopo il successo di pubblico con oltre 24.000 visitatori in pochi mesi e l'interesse dimostrato dalla critica, la mostra «Le memorie ritrovate», presentata per la prima volta al CEMA - Centro Espositivo Multimediale dell'Archeologia di Noventa di Piave (VE), approda ora a Padova, sua terra d'origine, con un nuovo allestimento, contenuti aggiornati, approfondimenti storiografici e iconografici.

Le «memorie» esposte sono state ritrovate nell'antico e perduto Convento di Santa Chiara De Cella Nova a Padova che fiorì tra il XIV e il XVIII secolo, ma che negli anni Sessanta del secolo scorso venne demolito per erigere la Questura. Nel 2000 l'indagine archeologica diretta da Mariangela Ruta e condotta da Petra scrl nel cortile della Questura di Padova ha portato alla luce una struttura esagonale, residuo dell'impianto originario del convento e punto di partenza di una scoperta senza eguali. Sulla base dei materiali rinvenuti e delle notizie d'archivio che narrano delle vicissitudini del monastero si ipotizza che tale struttura esagonale abbia svolto la funzione di ghiacciaia-dispensa in epoca tardo-medievale (XIII e XIV secolo) e sia stata adibita poi ad immondezzaio in età rinascimentale (XV e XVI secolo)

Il curatore della mostra Francesco Cozza - grazie anche agli interventi di restauro conservativo, condotti da restauratori del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e da liberi professionisti - ha saputo restituire ai numerosi oggetti esposti i loro significati, sia funzionali che simbolici, come si può apprendere dalla lettura del catalogo riccamente illustrato e acquistabile presso il bookshop dei Musei Civici Eremitani, in piazza Eremitani n.8.

Ceramiche maiolicate, graffite e invetriate, reperti vitrei decorati, manufatti metallici, strumenti fittili, in osso, legno e cuoio, costituiscono il «tesoro» perduto, ritrovato e restaurato. Un cuore strappato da due mani, una figura femminile dal volto maschile, un cane in atteggiamento di auto-castrazione accanto a figure prettamente religiose, come l'Annunciazione e il calice con l'Ostia, sono solo alcuni esempi dell'eterogeneità dell'esposizione.

«Portare la mostra a Padova», afferma il curatore Francesco Cozza, «significa riconsegnare alla città parte della sua storia perduta. Il successo del primo allestimento al CEMA - Centro Espositivo Multimediale di Noventa di Piave ha dimostrato che Le memorie ritrovate ha suscitato un reale e vivo interesse, quindi ci è sembrato doveroso far conoscere anche a Padova le scoperte e i tesori del suo territorio. Ringrazio la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto che ha voluto e sostenuto questa seconda esposizione, il Comune di Padova e i Musei Civici per aver accolto con entusiasmo la mostra e Cultour Active per aver curato anche il nuovo allestimento e l'organizzazione. Prima Noventa di Piave, ora Padova e in futuro speriamo di esportare le memorie per farle apprezzare da un pubblico sempre più vasto».

PALAZZO ZUCKERMANN

Palazzo Zuckermann sorge lungo corso Garibaldi, l'arteria viaria che partendo dalla Stazione Ferroviaria raggiunge l'area del Pedrocchi e del Bo, ovvero il cuore del centro storico, e fino a poco tempo fa è stato sede delle Poste Italiane. Si affaccia sul complesso che comprende l'Arena Romana, la Cappella degli Scrovegni e il Museo agli Eremitani: per la sua collocazione è stato individuato come la destinazione privilegiata dell'espansione espositiva delle collezioni dei Musei Civici.

Il Palazzo fu eseguito tra il 1912 e il 1914 dall'architetto milanese Filippo Arosio, in stile ancora ottocentesco, su incarico dell'industriale Enrico Zuckermann.

Può essere assunto come uno dei simboli della nuova città borghese sorta tra la fine dell'800 e l'inizio del secolo XX, seguendo la definizione del nuovo asse viario privilegiato che conduceva alla stazione.

Palazzo Zuckermanna ospita al piano terreno e al primo piano le collezioni di arti applicate e decorative del Museo d'Arte e, al secondo piano, il Museo Bottacin con le sue ricche raccolte numismatiche.