Le culture di Olivetti

Una mostra unica tra arte, design e impresa.
Comunicato stampa
Un’impresa industriale che si è fatta promotrice, produttrice e custode di cultura in tutte le sue forme. È questo il cuore della mostra Le culture di Olivetti, ospitata dal 7 giugno al 27 luglio al Kapannone dei Libri di Angera, con inaugurazione venerdì 6 giugno alle ore 18, alla presenza dell’architetto di fama internazionale Michele De Lucchi, tra gli ultimi designer a collaborare con la Olivetti e che proprio ad Angera risiede.
La mostra, curata da Giuseppe Lupo, tra i massimi esperti italiani di letteratura industriale e che molto si è occupato della storia della Olivetti, celebra l’eccezionale esperienza culturale e umana dell’azienda fondata nel 1908 a Ivrea e trasformatasi, nel secondo dopoguerra, in un autentico laboratorio di idee capace di coniugare impresa, arte, pensiero, architettura, politica e innovazione tecnologica.
A oltre 100 anni dalla sua fondazione, la Olivetti è un esempio ancora attuale e forse mai superato di un’azienda che non si è fatta solo promotrice o sponsor di iniziative culturali, ma che ha prodotto cultura dall’interno: un progetto lungimirante e in linea con la migliore tradizione del mecenatismo italiano che spesso ha agito, e ancora continua a farlo, nello spazio lasciato libero dal Pubblico.
Con il fondamentale contributo dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e attingendo dalla vasta kollezione del padrone di casa Andrea Kerbaker, saranno esposti materiali originali, opere grafiche e prodotti di design che raccontano una stagione irripetibile della cultura d’impresa italiana. In mostra, tra gli altri, le inconfondibili macchine da scrivere, volumi con dediche autografe e lettere manoscritte da artisti e scrittori come Jean Michel Folon e Giorgio Soavi, i fascicoli d’epoca della rivista simbolo “Comunità”, la grafica di Dudovich e Pintori, i progetti editoriali delle Edizioni di Comunità, e oggetti iconici come il portatile Echos e la stampante Artjet10 firmati da De Lucchi.
Le sezioni tematiche in mostra
Consapevoli che dare conto di tutto il mondo olivettiano è impresa quasi, se non impossibile, la mostra si sviluppa in cinque sezioni tematiche a partire dalla figura di Adriano Olivetti, per mettere in luce i molteplici linguaggi culturali attivati dal suo progetto e dalla comunità intellettuale che seppe radunare.
Gli artisti di Olivetti
Attorno alla figura carismatica di Adriano Olivetti — secondo alla guida dell’azienda dopo il padre Camillo — si sviluppò un laboratorio di idee dove industria e cultura si fusero in un progetto collettivo. Un vero e proprio sodalizio tra arte, letteratura e design, incarnato da intellettuali come Giorgio Soavi, ideatore delle celebri agende e dei libri strenna Olivetti, veri e propri oggetti d’autore in cui classici della letteratura e maestri dell’arte si incontravano sulla carta. Opere come La Metamorfosi di Kafka (1973) e Le Cronache Marziane di Ray Bradbury (1979) illustrate da Jean-Michel Folon, Le fiabe dei fratelli Grimm (1988) con i disegni di Emanuele Luzzati, Il deserto dei Tartari di Buzzati con le tavole di Enrico Baj, o ancora Pinocchio illustrato da Roland Topor, sono oggi veri e propri capolavori editoriali e tutti esposti in mostra. Accanto a questi, una selezione di manifesti pubblicitari dal tratto decisamente pop e vivace, alcuni firmati proprio dagli stessi artisti coinvolti nei progetti editoriali.
A rendere ancor più vivo questo racconto è la possibilità di accedere al “dietro le quinte” del processo creativo, dove l’invenzione non era mai solitaria, ma frutto di un dialogo continuo. In mostra si possono ammirare documenti inediti che testimoniano, per esempio, la fitta corrispondenza tra Jean-Michel Folon e Giorgio Soavi, come cartoline autografe e lettere manoscritte in cui si discute, con passione e attenzione quasi artigianale, della scelta dei colori per un manifesto pubblicitario Olivetti