LDD 06 – Geografie della modernità

Informazioni Evento

Luogo
LABORATORIO DEL DUBBIO
Via Egeo, 18 – 10134 , Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
04/07/2016

ore 18.30 - 21.30

Generi
incontro - conferenza
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VI capitolo di indagine del Laboratorio del Dubbio, una due giorni di riflessione corale sul tema della Modernità; progetti, deduzioni, ipotesi, cronache e interpretazioni di una condizione culturale complessa e intensa.

Comunicato stampa

GEOGRAFIE DELLA MODERNITÀ
4 - 5 luglio 2016

lunedì 4 luglio
ore 18.30 > 21.30
Open studio di Cristian Chironi

ore 19.30
Cristian Chironi dialoga con Giangavino Pazzola
Dibattito aperto intorno al progetto My house is a Le Corbusier, proiezioni video e presentazione del libro Broken English/My house is a Le Corbusier (NERO, 2016).

Nella Biennale di Venezia da lui curata, Rem Koolhaas poneva un quesito: "Come e in che forma abbiamo assorbito la modernità?". Invitato al Laboratorio Del Dubbio a portare una riflessione attorno al tema del Moderno (o la Modernità, o il Modernismo), Cristian Chironi parte da una ricerca aperta con il progetto My house is a Le Corbusier, e dalle recenti esperienze abitative all'interno delle strutture create dall'’architetto svizzero, per testimoniare direttamente l’esperienza di un nuovo modo di abitare nella contemporaneità. Attraverso la presenza attiva al Laboratorio Del Dubbio e in città, l’'installazione di una campionatura di opere nello spazio e un incontro pubblico curato da Giangavino Pazzola, Chironi imbastirà un dispositivo narrativo capace di includere ed accogliere lo spettatore all'’interno della sua esperienza, rendendo accessibile un patrimonio architettonico – e culturale – altrimenti inaccessibile.
My house is a Le Corbusier è un’opera dilatata nel tempo e nello spazio, una sperimentazione work in progress, un cantiere di idee e ricerca, di didattica e di accoglienza, oltre che residenza diffusa all’'interno di opere di Le Corbusier.

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Cristian Chironi nasce a Nuoro nel 1974. Ha studiato all’'Accademia di Belle Arti di Bologna. Vive e lavora in Europa. Utilizza diversi linguaggi, facendoli dialogare spesso insieme. Ha realizzato lavori site-specific di carattere performativo e installativo, cercando sempre l’interazione con il contesto, sia esso umano (pubblico) che ambientale (spazio). La sua ricerca mira a mettere in relazione realtà e finzione, memoria e contemporaneità, figura e immagine, conflitto e integrazione, materiale e immateriale. Tra le recenti mostre ricordiamo le personali: My house is a Le Corbusier (Appartment 50 - Unité d'habitation) Marseille; My house is a Le Corbusier (Studio-apartment) Paris; My house is a Le Corbusier (Esprit Nouveau) Bologna; Godless Ex/elettrofonica Rome; Broken English MAN-Art Museum of the Province of Nuoro. Tra le recenti collettive: VX30 Chaotic Passion Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce Genova; Lié (ou non) à un emplacement en particulier Kunstmuseum Thun; Le leggi dell'ospitalità P420 Gallery. Ha partecipato a festival e rassegne dedicate alla performance, tra i quali: Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in piazza Santarcangelo di Romagna; LE FAR° Festival des arts vivants Nyon; Burning Ice Kaai Theater/studio’s Brussel; CORPUS.Arte in azione Museo Madre Napoli; Le soirées nomades de la Fondation Cartier Paris. Tra gli eventi prossimi: My house is a Le Corbusier (Casa Curutchet) La Plata; ECO CND Centre Nationale de La Danse Pantin; Lo stato delle cose 16a Quadriennale di Roma; Il cielo non è un fondale Odéon Théâtre de l'Europe Paris. Tra le pubblicazioni: “Broken English/My house is a Le Corbusier” pubblicato da NERO.

Giangavino Pazzola nasce a Sassari nel 1981. Ph.D. Student in Urban and Regional Development presso il Politecnico e l’Università di Torino. Laureato in Comunicazione pubblica e politica all'’Università di Torino con una tesi in Economia della Cultura sui centri indipendenti di produzione culturale. La sua ricerca è focalizzata sulle comunità, le pratiche artistiche e i loro effetti socio-economici nei contesti urbani. Curatore e project manager per lo sviluppo locale a base culturale, ha sviluppato diversi progetti e conferenze in collaborazione con istituzioni e spazi no profit. Scrive su riviste di settore, fra cui Il Giornale delle Fondazioni e Artribune.

martedì 5 luglio
ore 18.30 > 21.30
Inaugurazione dell’'installazione collettiva 'Modern times, modern love' di CAMPO e ospiti speciali

ore 19.30
CAMPO dialoga con Marco Rainò
Tavola rotonda con ospiti e proiezioni video.

La Modernità è, più che un periodo storico (concluso?), una condizione culturale che riguarda, consapevolmente o meno, chi vive la contemporaneità.
Il Laboratorio Del Dubbio invita CAMPO a un confronto diretto su questo tema, partendo dal “dominio” dell'’architettura - teorica e pratica - per esplorare altri territori disciplinari. Accompagna il dialogo l’ideazione e la realizzazione di un’'installazione visiva che, oltre a presentare in un’inedita “formula sintetica” il prezioso percorso di ricerca e analisi sino ad ora definito da CAMPO negli spazi della sua sede operativa di Roma, si propone di stimolare la produzione di ulteriori connessioni e conoscenze.

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L'installazione rimarrà visibile nello spazio di Laboratorio del Dubbio fino al 15 luglio su appuntamento.

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CAMPO
CAMPO è uno spazio per dibattere, studiare e celebrare l’architettura.
Nel tentativo di sfuggire la tirannia del display, quella dipendenza dall’'aggiornamento continuo dei nostri schermi che sta consumando l’architettura, CAMPO intende esplorare le conseguenze di un ritorno alla presenza fisica del progetto nei suoi mezzi di produzione fondamentali. Vi invitiamo ad entrare in una stanza appoggiata ad un acquedotto romano, per un faccia a faccia con disegni, testi, immagini e modelli che sono allo stesso tempo strumenti e prodotti di una forma comune di sapere, l’architettura.
Come un’antenna che spunta dalle antiche rovine della periferia romana, CAMPO cercherà di intercettare e amplificare segnali flebili e distanti di visioni architettoniche, esponendo idee, esperimenti e ricerche che sfidano i modi convenzionali di intendere la città e i suoi processi di trasformazione.
Pensiamo alle iniziative di CAMPO come a liturgie della conoscenza, attraverso le quali possiamo pazientemente costruire un archivio comune di lavori, una fortezza contro l’evanescenza della memoria e l’'instabilità dei significati. Ogni progetto è un gesto che stabilisce un centro di gravità e un limite, un atto rituale per stabilire un tempo per la comprensione, uno spazio per la discussione e un terreno per la celebrazione dell'’architettura.
CAMPO si trova a Roma ed è un progetto di Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo, Luca Galofaro e Davide Sacconi.

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Laboratorio del Dubbio è un progetto di Sara Enrico, Ruben Levi, Marco Rainò, Gianluigi Ricuperati, Elisa Sighicelli.

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english version below

MODERN GEOGRAPHIES
4 - 5 JULY 2016

Monday 4 July
6.30 > 9.30 pm
Open studio Cristian Chironi

7.30 pm
Cristian Chironi in conversation with Giangavino Pazzola
Open debate around the project My house is a Le Corbusier, video screenings and presentation of the book Broken English/My House is a Le Corbusier (NERO, 2016).

For the Venice Architecture Biennale he directed, Rem Koolhaas asked the question: "How and in what form have we absorbed modernity?" Invited by Laboratorio del Dubbio to focus on the theme of the Modern (or Modernity, or Modernism), Cristian Chironi begins with a line of research that opens with the project My House is a Le Corbusier, and with recent habitation experiences inside structures created by the Swiss architect, to bear direct witness to the experience of a new way of living in the contemporary world. Through active presence at Laboratorio del Dubbio and in the city, the installation of a sample of works in space and a public encounter, curated by Giangavino Pazzola, Chironi implements a narrative device capable of including and welcoming the viewer into his experience, making an otherwise precluded architectural and cultural legacy accessible.
My House is a Le Corbusier is a work spread across time and space, an experimental work in progress, a construction site of ideas and research, education and inclusion, as well as a diffuse residency inside the works of Le Corbusier.

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Cristian Chironi born in Nuoro in 1974, he studied at the Fine Arts Academy of Bologna. He lives and works in Europe, using different languages, often putting them into mutual dialogue. He has made site-specific works of performance and installation, always seeking interaction with the context, both human (public) and environmental (space). His research aims at creating relations between reality and fiction, memory and contemporary life, figure and image, conflict and integration, material and immaterial.
Recent exhibitions include the solo shows: My House is a Le Corbusier (Apartment 50 - Unité d'habitation) Marseille; My House is a Le Corbusier (Studio-apartment) Paris; My House is a Le Corbusier (Esprit Nouveau) Bologna; Godless, Ex/elettrofonica Rome; Broken English MAN-Art Museum of the Province of Nuoro.
Recent group shows: VX30 Chaotic Passion, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genoa; Lié (ou non) à un emplacement en particulier, Kunstmuseum Thun; Le leggi dell'ospitalità, P420 Gallery. He has taken part in festivals and programs on performance, including: Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Santarcangelo di Romagna; LE FAR° Festival des arts vivants, Nyon; Burning Ice, Kaaitheater Studio, Brussels; CORPUS.Arte in azione, Museo Madre, Naples; Le soirées nomades de la Fondation Cartier, Paris. Upcoming events: My House is a Le Corbusier (Curutchet house), La Plata; ECO CND Centre Nationale de La Danse Pantin; Lo stato delle cose, 16th Rome Quadriennale; Il cielo non è un fondale, Odéon Théâtre de l'Europe, Paris.
His publications include: Broken English/My House is a Le Corbusier published by NERO.

Giangavino Pazzola born in Sassari in 1981. Conducting Ph.D. research in Urban and Regional Development at the Polytechnic and University of Turin. Degree in Public and Political Communications at University of Turin, with thesis in Cultural Economics, on independent centers of cultural production. His research focuses on communities, artistic practices and their socio-economic effects in urban contexts. As a curator and project manager for local culture-based development, he has organized various projects and conferences in collaboration with non-profit spaces and institutions. He contributes to specialized magazines, including Il Giornale delle Fondazioni and Artribune.

Tuesday 5 July
6.30 > 9.30 pm
Opening and group installation 'Modern times, modern love' of CAMPO and special guests

7.30 pm
CAMPO in conversation with Marco Rainò
Round table with guests and video screenings.

Modernity, more than a (concluded?) historical period, is a cultural condition that has a more or less conscious impact on those who live in the contemporary world.
Laboratorio del Dubbio invites CAMPO to directly come to grips with these theme, starting with the “domain” of architecture – theoretical and practical – to explore other disciplinary territories. The dialogue is accompanied by the invention and production of a visual installation that besides presenting the precious path of research and analysis conducted to date by CAMPO in the spaces of its operative headquarters in Rome in an unprecedented “synthetic formula,” also sets out to stimulate the production of ulterior connections and knowledge.

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The installations will remain on view in the space of Laboratorio del Dubbio until 15 July, by appointment.

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CAMPO
CAMPO is a space to debate, study and celebrate architecture. In an attempt to escape the tyranny of display - the addiction to continuous refresh and constant update that is consuming architecture - CAMPO will explore the consequences of a return to the physical presence of the architectural project in its fundamental means of production. We invite you to enter a room that leans against a Roman aqueduct, to face drawings, texts, images and models. They are instruments for production and at the same time products of a common form of knowledge – architecture. Like an antenna emerging from the ancient ruins of the periphery,
CAMPO will attempt to intercept and amplify feeble and distant signals of architectural visions; exposing ideas, experiments and research that challenge the current understanding of the city and its processes of transformation.
We think of the initiatives of CAMPO as liturgies of knowledge through which we can patiently construct a common archive of works, a fortress against the evanescence of memory and the instability of meaning. Every project is a gesture that establishes a temporary gravitational centre and boundary, a ritual act to frame a time for understanding, a space for discussion and a ground for celebration of architecture.
CAMPO stands in Rome as a project by Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo, Luca Galofaro and Davide Sacconi.

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Laboratorio del Dubbio is a project of Sara Enrico, Ruben Levi, Marco Rainò, Gianluigi Ricuperati, Elisa Sighicelli.