La pittura si fa poesia

Informazioni Evento

Luogo
PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZUST
Via Pinacoteca Züst , Rancate, Switzerland
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
09/07/2011

ore 16.30

Biglietti

ingresso libero fino a esaurimento posti

Generi
incontro - conferenza

La conferenza approfondirà il tema dell’incontro tra due personalità chiave che si muovono sullo scorcio del Novecento: Luigi Rossi (1853-1923) e Gian Pietro Lucini (1867-1914). Un pittore e un poeta che intessono un dialogo serrato e affascinante tra immagini e parole, scrittura e colore, facendo sì che diverse forme di espressione si valorizzino a vicenda nella comune poetica simbolista.

Comunicato stampa

Sabato 9 luglio 2011 alle ore 16,30
Rancate (Mendrisio, Canton Ticino)
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst

Interverranno:
Chiara Milani, Biblioteca Comunale di Como
Mariangela Agliati Ruggia, Pinacoteca Züst di Rancate
Alberto Longatti, su Gian Pietro Lucini
Paolo Plebani, su Luigi Rossi
Negli intermezzi l'attore Marco Ballerini leggerà brani di Gian Pietro Lucini

Ingresso libero alla conferenza e alla Pinacoteca Züst, fino a esaurimento posti
Seguirà rinfresco

La pittura si fa poesia – La conferenza approfondirà il tema dell’incontro tra due personalità chiave che si muovono sullo scorcio del Novecento: Luigi Rossi (1853-1923) e Gian Pietro Lucini (1867-1914). Un pittore e un poeta che intessono un dialogo serrato e affascinante tra immagini e parole, scrittura e colore, facendo sì che diverse forme di espressione si valorizzino a vicenda nella comune poetica simbolista.

L’occasione – La conferenza è organizzata a corredo della mostra Luigi Rossi (1853-1923): corrispondenze tra immagine e testo – Daudet, Loti e Lucini, a cura di Matteo Bianchi, aperta alla Pinacoteca Züst fino al 21 agosto. I delicati acquarelli di Rossi che illustrano i testi di scrittori francesi – ad esempio la trilogia di Tartarino di Daudet – sono accostati ai suoi grandi capolavori simbolisti: Il sogno del pescatore, Armée du travail, Il mosto e le varianti della Scuola del dolore. Dipinti che hanno ispirato a Gian Pietro Lucini versi suggestivi. Al termine della conferenza sarà possibile visitare la mostra.
La collaborazione tra Pinacoteca Züst e Biblioteca Comunale di Como trova la sua ragion d’essere nel Fondo Lucini, conservato presso quest’ultima. Il fondo, assai ricco di materiali eterogenei, è composto da oltre 80 cartelle ed è sopravvissuto a vendite e dispersioni prima della sua acquisizione da parte del Comune di Como. Esso comprende manoscritti, disegni, stampe, fotografie e documenta, attraverso un ricco carteggio, i rapporti di Lucini con artisti e intellettuali del suo tempo, legati a lui in sodalizi di stima e amicizia, tra i quali si annovera anche Luigi Rossi.

Gian Pietro Lucini – Lucini è uno dei rappresentanti più originali dell’avanguardia italiana, nel delicato e cruciale momento di passaggio tra l’Otto e il Novecento, tra l’antico e il moderno. Precursore e sperimentatore a livello europeo del simbolismo italiano – nel giudizio di Edoardo Sanguineti –, dopo aver collaborato alla rivista "Poesia" di Filippo Tommaso Marinetti scrive Come ho sorpassato il futurismo: un coraggioso pamphlet consegnato alla “Voce” di Giuseppe Prezzolini nel 1913 in cui si dimostra fortemente critico verso questo movimento. E’ amico di pittori come Tranquillo Cremona, Luigi Conconi, Carlo Paolo Agazzi, Ludovico Cavalieri, e degli scrittori Corrado Govoni, Guido Gozzano, Carlo Dossi, Felice Cameroni. Intrattiene scambi epistolari con Antonio Fogazzaro, Luigi Pirandello, Ugo Ojetti e Aldo Palazzeschi.
Nel suo Verso libero (1908) pubblica una rassegna ideale di personalità del mondo della cultura, diversamente legate al simbolismo, fra le quali si distingue “Luigi Rossi, pittore geniale”. All’artista Gian Pietro Lucini aveva già dedicato uno studio in “Emporium” (aprile 1900) e le trascrizioni in versi dei dipinti Rêves de Jeunesse (1894), Scuola del dolore (1895) e Il mosto (1898). In particolare la poesia per il quadro simbolista Rêves de Jeunesse appare nel suo Libro delle Figurazioni Ideali preceduta dai Prolegomena, considerati il manifesto di fondazione del simbolismo italiano. Ricco di una cultura personalissima e non conformista (dalla medicina alla matematica, dai poeti della tarda latinità a Baudelaire), malato di nervi e nel fisico, irrequieto e insoddisfatto di ognuna delle sue molteplici esperienze, fu via via dannunziano, «scapigliato», futurista, così come fu poeta, critico, saggista, senza mai esaurire il suo innato, vigoroso e talora geniale intuito di sperimentalista. Nel “verso libero” anticipò il rinnovamento metrico della tradizione lirica, nell’umanitarismo e nella protesta espresse l’anima sempre libertaria della letteratura autentica.

Il Fondo Lucini – La Biblioteca Comunale di Como ha acquistato nel 1972 dall’editore Terenzio Grandi di Torino la parte dell’archivio di Gian Pietro Lucini risparmiata dalle distruzioni della seconda guerra mondiale. Il fondo raccoglie materiale relativo alla vita e all'attività letteraria del Lucini: manoscritti delle varie stesure delle sue opere; materiale preparatorio (opuscoli, appunti, ritagli di giornale, ecc.); disegni, fotografie e la fitta corrispondenza con uomini di cultura, critici, artisti, letterati (Marinetti, Prezzolini, Govoni, Alberto Carlo Pisani Dossi) e case editrici; esemplari a stampa delle edizioni luciniane, con dedica autografa del poeta alla moglie Giuditta.
Il materiale fotografico è di vario genere: si segnalano in particolare le fotografie riguardanti l’Armenia e personaggi armeni, frutto dei legami intercorsi fra il Lucini e Hrand Nazariantz.
Al di fuori di questo fondo archivistico, nel fondo manoscritti, sono raccolte lettere in copia inviate da Gian Pietro Lucini a Giuseppe Prezzolini nel 1914; una lettera in copia di Giuditta Cattaneo Lucini a Prezzolini datata 15 novembre 1915; lettere della casa editrice Galli, della quale Lucini era direttore, inviate da Antonio Fogazzaro. All'interno delle carte di Paolo Valera sono inoltre presenti lettere del Lucini. L’inventariazione completa sarà presto disponibile on-line.

La mostra – L’elvetico-milanese-parigino Luigi Rossi (1853-1923) è un artista già studiato, oggetto di libri e mostre. In esordio pittore di genere, legato al verismo sentimentale, Luigi Rossi dipinge scene con figure, ritratti e paesaggi. Dal 1885 svolge un’intensa attività di illustratore a Parigi. Rientrato a Milano a partire dagli anni Novanta, l’artista torna alla pittura e muove il suo discorso dal realismo al simbolismo, verso l’ideale ricerca di una serenità difficile, venata di malinconia.
La rassegna mette in relazione due fasi salienti del percorso di Luigi Rossi: quella dell’illustratore, che traduce in immagini i testi di amici scrittori francesi – Alphonse Daudet e Pierre Loti – e quella del pittore di quadri simbolisti, che suscitano le trascrizioni in versi da parte dell’amico poeta Gian Pietro Lucini. Per la prima volta si realizza il confronto delle vignette con i dipinti, in dialogo con la scrittura: una mostra dunque di inedite corrispondenze, di parole dipinte che illustrano i rapporti imprevedibili fra immagine e testo all’interno dell’opera di Luigi Rossi.
L’esposizione ha preso vita grazie alla collaborazione con la casa museo Luigi Rossi, di recente inaugurata in Capriasca (www.casamuseoluigirossi.ch). Oltre a una serie di dipinti importanti, l’istituzione conserva una messe di materiali documentari tramandati con dedizione dagli eredi del pittore: lettere, fotografie, libri, scritti autografi, disegni e prove. Catalogati e pubblicati in gran parte nel corso degli ultimi anni, riservano ancora scoperte e permettono la ricostruzione a tutto tondo della personalità artistica di Rossi.
In mostra è inoltre proiettato il documentario di Adriano Kestenholz Luigi Rossi. Tra realtà e simbolo.

NOTE INFORMATIVE

PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZÜST
CH 6862 Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
Tel. 0041 (0)91 816.47.91
Fax 0041 (0)91 816.47.99
E-mail: [email protected]
Web: www.ti.ch/zuest
COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), presso Mendrisio, facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. Per chi proviene dall’autostrada Milano-Lugano l’uscita è Mendrisio: alla prima rotonda si gira a destra e mantenendo sempre la destra si giunge dopo poco più di un chilometro nel centro di Rancate. La Pinacoteca è all’inizio della piazza della chiesa parrocchiale, sulla sinistra della strada.
Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi con la navetta “CittàBus” linea 3 – corse ogni mezz’ora – o a piedi, in 10 minuti.