La montagna visibile
Una mostra e un incontro su fotografia e antropologia con Camilla De Maffei e Caterina Borelli.
Comunicato stampa
La montagna visibile è un’esplorazione geografica, storica ed emozionale del monte Trebević. Situato alla porte di Sarajevo e visibile da qualsiasi punto della città, durante la guerra il Trebević fu occupato dalle truppe serbo-bosniache e trasformato in una postazione chiave per l’assedio della città. Ancora oggi il paesaggio, punteggiato dalle rovine delle vecchie strutture e dai resti dei campi minati, porta le dolorose cicatrici dei fatti del periodo 1992-1995. I suoi boschi, così silenziosi da sembrare vuoti, costituiscono per gli abitanti di Sarajevo un territorio ambiguo, vivo, che genera emozioni diverse, suscita ricordi, risveglia tremendi dubbi.
Durante l’incontro con la fotografa Camilla de Maffei e l’antropologa Caterina Borelli (coautrice) si rifletterà sul processo creativo e di ricerca alla base di questo progetto e sulle possibilità generate dall’ibridazione di linguaggi narrativi diversi.
Alcune stampe tratte da La montagna visibile saranno esposte negli spazi di ISOLAB.
Camilla de Maffei (Italia 1981)
Fotografa indipendente, vive a Barcellona. Dal 2009 concentra la sua produzione nell’area dei Balcani, dove sviluppa progetti a lungo termine volti ad approfondire tematiche legate ai concetti di identità, paesaggio e frontiera in relazione al contesto geopolitco europeo.
La montagna visibile è un progetto realizzato a Sarajevo con la collaborazione dell’antropologa Caterina Borelli. Finanziato dal CONCA nel 2010, ottiene vari riconoscimenti internazionali, tra cui il Gran premio della Giuria, il Premio Exchange e il Premio del Pubblico durante il festival Les Buotographies di Montpellier.
Camilla De Maffei realizza anche diversi progetti che esplorano l’universo femminile. Fra questi Smoking Women, un lavoro che racconta le storie di vita di donne anziane che esercitano la prostituzione a Barcellona, premiato dal CONCA nel 2010.
Nel 2013 il suo progetto Corridor 8 è tra i finalisti di Fotopress’13 e nel 2014 è selezionata da PDN – Photography District News of New York – tra i 30 fotografi emergenti dell’anno. Nel 2016 è tra i 20 artisti under 40 finalisti per il Premio Cairo. La sua serie Habitare è esposta al Palazzo della Permanente di Milano.
I suoi lavori sono stati pubblicati dal New York Times, Osservatorio Balcani e Caucaso, Periodico de Catalunya, Metropolis, Emergency, Positive Magazine, Ojo de Pez.
Nel 2012 fonda e coordina El Observatorio, uno spazio di creazione fotografica che ha sede a Barcellona.
Caterina Borelli (Italia, 1980)
Laureata in Scienze e Tecniche dell’Interculturalità presso l’Università di Trieste (Italia), nel 2008 ottiene un Master in Antropologia Sociale presso l’Università di Barcellona (UB) con una tesi che analizza il rapporto tra trasformazioni urbanistiche e immaginari sociali a Barcellona.
Tra il 2009 e il 2012 sviluppa la sua ricerca di dottorato a Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), concentrandosi sulle mutazioni della città dopo la guerra e la sua transizione post-socialista; nel 2012 difende la sua tesi dal titolo La città post-traumatica: Marijin Dvor e il Monte Trebević, due spazi urbani in transizione a Sarajevo.
Presenta il suo lavoro in occasione di conferenze e workshop in Spagna, Italia, Francia, Irlanda, Portogallo, Bosnia-Erzegovina e Scozia. Nel 2015 torna a Venezia, sua città natale, dove inizia un nuovo progetto di ricerca sulle pratiche quotidiane di resistenza dei residenti contro l’estrema deriva turistica della città.