Koinè

Informazioni Evento

Luogo
ZAMENHOF
Via Ludovico Lazzaro Zamenhof 11, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni dal mercoledì alla domenica dalle 15 alle 19. Lunedì e martedì chiuso.

Vernissage
22/09/2012

ore 20.30

Curatori
Virgilio Patarini, Valentina Carrera
Generi
arte contemporanea, collettiva

L’Atelier Chagall e la Galleria Zamenhof di Milano (entrambe in zona Navigli) inaugurano due mostre simultaneamente: all’Atelier Chagall si inaugura “Tra Penelope e Arianna” mentre alla Galleria Zamenhof prende il via la mostra “Koinè. 100 artisti per una lingua comune dell’arte contemporanea”

Comunicato stampa

Come due settimane fa, l’Atelier Chagall e la Galleria Zamenhof di Milano (entrambe in zona Navigli) inaugurano due mostre simultaneamente: sabato 22 settembre alle ore 18,30 all’Atelier Chagall si inaugura “Tra Penelope e Arianna” mentre alle 20,30 alla Galleria Zamenhof prende il via la mostra “Koinè. 100 artisti per una lingua comune dell’arte contemporanea”

Entrambe le mostre approdano a Milano dopo il successo di pubblico e critica riscontrato a Venezia, a Palazzo Zenobio, dove sono state presentate in anteprima nell’ambito della Rassegna di arte contemporanea “Prospettiva Post-Avanguardia”

La mostra all’Atelier Chagall sarà visitabile fino al 4 ottobre, tutti i giorni, dal mercoledì al sabato dalle 15 alle 19, la domenica dalle 11 alle 19. Lunedì e martedì chiuso. La mostra alla Galleria Zamenhof durerà invece fino al 4 novembre, tutti i giorni dal mercoledì alla domenica dalle 15 alle 19. Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero in entrambi i casi.

Tra Penelope e Arianna

A cura di Virgilio Patarini. Opere di: Anna Maria Bracci, Simona Corbetta, Siberiana Di Cocco, Laura Di Fazio, Zane Kokina, Mara Gessi, Milena Pedrollo, Rosanna Pressato, Luciana Schiazza, Rosa Spina, Bernarda Visentini

Il filo e la tela

Penelope e Arianna sono figure del mito dalle valenze molteplici e dai significati stratificati: emblemi del rapporto della donna col tempo e con lo spazio, con l’attesa e con l’azione, ma anche archetipi del femminile e del suo rapportarsi al maschile, forse, più di tutto, sono metafore della tecnica sottile e complessa del narrare: del dipanare il “filo” di un discorso, del “tessere” la tela di una narrazione, nella duplice valenza di procedere nel tempo e nello spazio e quindi di trasformare la parola in azione (Arianna) e di sospendere il tempo e dilatare lo spazio fino ad annullare l’azione catturandola nella rete della parola (Penelope).

In ogni caso, Penelope o Arianna, Persefone o Kore, la donna è padrona della parola, depositaria di un sapere che è arte magica e catartica, capace di attraversare i labirinti delle nostre paure, di salvarci dai mostri e condurci alla salvezza, e tenere lontani i guai, soggiogare i tracotanti senza colpo ferire, mantenere in equilibrio e in armonia le situazioni più tese e difficili. E l’uomo? Forse sarebbe meglio soprassedere, non approfondire. In definitiva, in rapporto ad Arianna o a Penelope, qual è il ruolo di Teseo o di Ulisse? Quello di truci assassini, che non sanno fare di meglio, per uscire dall’empasse, che trucidare il Minotauro o i Proci di turno. (Virgilio Patarini)

Koinè – 100 artisti contemporanei per una lingua comune dell’arte

A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini. Opere di: Accorsi Stefano, Adornato Paola, Alessi Camilla, Alessi Salvatore, Angelini Chiarvetto Anna Maria, Atikossie Ako, Azzurrini Simone, Balbi Leonardo , Battiston Ilaria, Bellomi Marco, Benigna Marino, Bernardi Walter, Besson Alberto, Bianchi Esa, Boldrini Andrea, Bordin Fiorenzo, Boscolo Simone, Boselli Ivano, Bozzini Marco, Bracci Anna Maria, Carluccio Giorgio, Carta Vito, Corbetta Simona, Cressotti Marco, Cuman Fabio, Crini Alessandro, Curioni Lorenzo, De Bettin Alberto, De Francesco Raffaele, De Michele Giuseppe, De Paolis Enza, De Santi Bruno, Di Cocco Siberiana, Di Fazio Laura, Doni Daniela, Facchinetti Paolo, Ferrero Giacinto, Fruggeri Roberto, Gabrielli Ersilietta,Gamba Paola, Gasparini Max, Genemans Johannes, Gessi Mar, Ginelli Nadia, Greco Andrea, Guazzarini Nives, Ippolito Angela, Keller Angela, Kokina Zane, Lanfranchi Gaia, Lasala Domenico, Lorenzini Roberto, Lo Giudice Paolo, Loscialpo Arianna, Lupoletti Luciano,Marrone Maeva,Maruotti Franco, Meucci Massimo, Molchanova Natali, Molteni Maurizio, Moretti Sanlorano Bruno, Murazzano Patrizia, Mutton Walter, Natali Silvio, Oggioni Guido, Orsenigo Giuseppe, Palazzetti Beatrice, Panozzo Moreno, Pasero Kay, Pasotti Vittorio, Passaniti Mario Domenico, Pedotti Lucio, Pedrollo Milena, Petrucci Angelo, Pressato Rosanna, Profeta Luigi, Raffaele Quida, Recluta Michele, Redaelli Amina, Ritorno Luisa, Rossetto Paolo, Rossi Alessandro, Ruffino Marco, Sabbadini Lisa, Saletnich Tina, Sassu Angela, Schiazza Luciana, Solinas Max, Speziari Fabiano, Spina Rosa, Starace Salvatore, Stazio Ivo, Strà Claudia, Stramacchia Edoardo, Tirnetta Mariangela, Trotta Fabrizio, Vairani Federica, Valensin Luciano, Vallayer Michel, Vasilieva Lyudmila, Visentini Bernarda, Zaffoni Sonia, Zambotti Clara, Zelenkevich Sasha

Lo scolabottiglie arrugginito

C’è un’eredità che giace da molti anni in attesa di qualcuno che se la prenda. Una straordinaria, ricchissima, problematica, contraddittoria eredità. Un’eredità che si è andata accrescendo generazione dopo generazione, nel corso di quasi tutto il Novecento, poichè ogni nuova generazione rinnegava sistematicamente il lascito della generazione precedente e, coerentemente, cercava altrove la propria fortuna, attingeva da altre fonti i propri tesori. Così decennio dopo decennio tale eredità cresceva a dismisura. Cresceva e si complicava. Una eredità in cerca di eredi: l’eredità dell’Arte del Novecento.

Ma più passa il tempo più la faccenda si complica. E certi lasciti rischiano di apparirci oggi inutile (e inutilizzabile) paccottiglia da robivecchi. Lo scolabottiglie di Duchamp si è arrugginito. L’Urlo di Munch riecheggia lontano, sempre più lontano. E il taglio di Fontana vien voglia di ricucirlo ...

Credo che oggi, dissolto il miraggio del nuovo a tutti i costi e smaltita la lunga, secolare sbornia delle Avanguardie, uno dei compiti che attende l’artista “post-moderno” sia quello di elaborare un linguaggio, una “koinè”, che attinga a vocaboli, sintassi e regole estetiche e grammaticali di diversa provenienza (meglio se di matrice novecentesca) e che sia in grado di contaminare e possibilmente far conflagrare almeno alcuni degli universi di segni che le varie Avanguardie hanno creato nel corso del secolo scorso e ci hanno lasciato come eredità... (Virgilio Patarini)