Jose Dávila – La favola della mela

Informazioni Evento

Luogo
BASE - PROGETTI PER L'ARTE
Via Di San Niccolò 18R, Firenze, Italia
Date
Dal al

martedì - sabato dalle 18 alle 20.

Vernissage
10/09/2021

ore 17

Artisti
Jose Dávila
Generi
arte contemporanea, personale
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Base / Progetti per l’arte presenta la mostra che Jose Dávila ha ideato specificamente per lo spazio.

Comunicato stampa

Base / Progetti per l’arte presenta venerdì 10 settembre 2021, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, la mostra che Jose Dávila ha ideato specificamente per lo spazio. Il progetto è costituito da due installazioni scultoree site specific che, attraversando i due ambienti dello spazio non profit di Firenze, entrano allo stesso tempo in conflitto e in sintonia tra di loro. Una roccia sospesa, un tubo di metallo circolare destinato alle costruzioni, un palloncino bianco, una pietra a terra e infine una mela in bronzo sono gli elementi che l'artista messicano pone in un inedito dialogo pieno di tensioni visive e fisiche. L'obiettivo è quello di approfondire, da punti di vista differenti, alcuni temi ricorrenti nel suo lavoro, come la nozione di equilibrio e di straniamento, di scultura e di monumento, di ordine strutturale e caos generativo, fino a porre la questione su cosa si possa intendere oggi con il concetto di naturale o di moderno. Il centro dell'esperienza che Dávila propone allo spettatore è legata alla visualizzazione, alla volontà di sfidare o di sovvertire gli effetti della gravità. Sono queste tensioni – secondo l'artista – che hanno plasmato e influenzato la storia della scultura - dall'antica Grecia al Rinascimento, dal Neoclassicismo al Modernismo, al pari della ricerca della manipolazione dei materiali o della sintesi di una forza simbolica specifica.

“La favola della mela, titolo della mostra, è un simbolo perfetto di come funzionano i sistemi di comunicazione tra cui la scienza e l'arte. Sistemi che hanno la capacità di agire come veicoli narrativi per introdurre concetti astratti nel regno del quotidiano. Le sculture, all'interno di questa mostra, possono essere viste, al pari di gesti intermedi, a metà tra la distruzione incombente e la permanenza immutabile. È la messa in scena di un istante che si espande all'infinito. In parte è una critica al presente espanso dell'oggi tecnologico, dove tutto sembra che avvenga solo qui e ora, ma anche un modo per riflettere sul nostro passato, sul modo di ricordare e di conseguenza sulle modalità di costruzione del nostro futuro”. Con queste parole Dávila descrive il suo intervento a Base specificando inoltre che “utilizzando l'oggetto mela come metafora di una delle più eminenti leggi della fisica (pensiamo alla teoria di Isaac Newton) e contemporaneamente fungendo da simbolo dell'umanità cristiana-occidentale (la rappresentazione del peccato originale), punto a proporre un'esegesi della tradizione della scultura minimalista anni '60, ricorrendo a un vocabolario orientato all'esperienza delle forme che metto in risalto per mezzo della specificità dei loro materiali.”

Jose Dávila (Guadalajara, Messico, 1974; vive e lavora a Guadalajara) ha studiato architettura presso l'Instituto Tecnológico y de Estudios Superiores de Occidente dal 1993 al 1998, tuttavia si considera autodidatta nei termini della sua formazione artistica e dei suoi processi creativi. Fin dall'inizio della sua carriera, a cavallo degli anni '00, realizza delle sculture, pitture, opere fotografiche, installazioni architettoniche e interventi ambientali rivolti a trasformare la percezione dello spazio o a ri-significare gli oggetti della quotidianità. Tutte le varianti di una forma per lui nascono dalle condizioni e dalle caratteristiche dei materiali e dei mezzi utilizzati per manifestarla e immaginarla portandolo così a far convivere fragilità e resistenza, calma e tensione, geometria e caos, traccia e ripetizione, paradosso e norma. Questa sua pratica è direttamente connessa all'esigenza di confrontarsi con il serbatoio della memoria collettiva dell'Arte Concettuale e dell'Arte Povera, ma anche con l'architettura moderna del secolo passato per indagare l'eredità del movimento modernista e su come sia possibile oggi tradurlo, appropriarsene e reinventarlo. Le opere di Dávila si trovano nelle collezioni permanenti di numerose istituzioni tra cui: Museo Universitario Arte Contemporáneo (MUAC), Mexico City, Mexico; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Spain; Inhotim, Brumadinho, Brazil; Albright-Knox Museum, Buffalo, New York; the Zabludowicz Collection, London; Museum of Modern Art, Luxembourg. Dávila è stato il vincitore nel 2014 dell'EFG ArtNexus Latin America Art Award, ha ricevuto il sostegno della Andy Warhol Foundation, una residenza Kunstwerke a Berlino e il National Grant for young artist del Mexican Arts Council (FONCA) nel 2000. La Getty Foundation ha recentemente assegnato una sovvenzione per sviluppare un'indagine sul suo percorso creativo. Tra le molte pubblicazioni internazionali in cui è citato il suo lavoro sono da menzionare: Cream 3, ed. Phaidon; 100 artisti latino americani, ed. Exit e The Feather e The Elephant, ed. Hatje Cantz.

BASE / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell’arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo di BASE / Progetti per l’arte: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Vittorio Cavallini, Yuki Ichihashi, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori, Enrico Vezzi. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusulwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm, Thomas Bayrle, Hans Schabus, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner, BASETALKS(!) (Gum Studio, Brown Project Space, 26cc, Sottobosco, Trastevere 259), Amedeo Martegani, Gianni Caravaggio, Piero Golia, David Tremlett, Franco Vaccari, RADICALTOOLS (UFO, Gianni Pettena, Archizoom, Zziggurat, Remo Buti, 9999, Superstudio), Koo Jeong-A, Christian Jankowski, Giuseppe Gabellone, Martin Creed, Ken Lum, BASEOPEN (Margherita Moscardini, Francesco Fonassi, Giuseppe Stampone, Giulio Delvé, Gaia Geraci, Marcello Spada, Jacopo Miliani, Riccardo Giacconi, Jaya Cozzani/Marco Andrea Magni/Agostino Osio), Jirí Kovanda, Nicole Miller, Luca Trevisani, Richard Long, Roman Ondak, Ryan Gander, Gerhard Merz, Ian Kiaer, vedovamazzei, Karin Sander, Francesco Arena, Michael Snow, Cesare Viel, Patrick Tuttofuoco che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Deimantas Narkevicius, Simon Fujiwara, Pierre Huyghe, Rosa Barba, Adrian Paci, ....

BASE / Progetti per l’arte, Via di San Niccolò 18r, 50125 Firenze, è uno spazio non profit la cui attività, coordinata da Lorenzo Bruni, è promossa e sostenuta dagli artisti fondatori con il contributo del Comune di Firenze - Estate Fiorentina 2021 - e dell’Associazione BASExBASE.