Iulia Ghiță – He failed to save the one he loved most

Informazioni Evento

Luogo
ALBUMARTE
Via Flaminia 122, 00196, Roma, Italia
Date
Dal al

Visita privata persona singola
dal lunedì al venerdì ore 15.00 – 19.00 su appuntamento

Vernissage
12/04/2021

no

Artisti
Iulia Ghita
Curatori
Marta Silvi
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra personale dell’artista Iulia Ghiță dal titolo HE FAILED TO SAVE THE ONE HE LOVED MOST, a cura di Marta Silvi.

Comunicato stampa

Da lunedì 12 aprile 2021 all’interno di AlbumArte, ancora chiuso per un po’ per le normative dell’emergenza COVID 19, sarà possibile accedere privatamente alla mostra personale dell’artista Iulia Ghiță dal titolo HE FAILED TO SAVE THE ONE HE LOVED MOST, a cura di Marta Silvi. La mostra resterà visitabile solo in questa modalità, sperando di poterla aprire presto al pubblico.
Un anno fa AlbumArte diramava il comunicato di una mostra che il primo lockdown avrebbe costretto poi a cancellare, relegandola nell’etere dei progetti sospesi. Il lavoro di Iulia Ghiță non si è però interrotto, bensì ha rafforzato le sue domande e arricchito la possibilità delle sue risposte, approfondendo temi e argomenti in nuce al lavoro stesso, rendendoli particolarmente aderenti alle riflessioni scaturite in questo tempo difficile e dilatato.
Oltre al progetto originario, la mostra si è arricchita di una forte componente pittorica e narrativa scaturita intorno al tema della cura, della terapia nel senso etimologico del termine, ispirata all’approfondimento di una figura cui da tempo Iulia Ghiță sta rivolgendo la sua attenzione: l’arcivescovo San Luca, al mondo Valentin Feliksovič Vojno-Jaseneckij, vissuto in territorio russo tra il 1877 e il 1961, noto per le sue importanti conquiste scientifiche nel campo medico chirurgico e per la profonda pìetas che ha accompagnato la sua vita e le sue azioni, che ispira la grande tela THEY BELIEVED THAT THE MERE TOUCH WOULD HELP THEM HEAL FROM ANY ILLNESS.
Cosa può l’arte davanti a situazioni critiche, di bisogno fisico? L’artista sembra porsi un quesito esistenziale semplice quanto fondamentale. La risposta non è ovvia né univoca e va anzi stimolata in maniera collettiva.