It’s All Fun and Games
In questa inedita mostra, i due artisti americani di origine asiatica di stanza a New York, esaminano l’idea del gioco nella sua componente psicologica, nella cultura popolare e nella propria storia personale.
Comunicato stampa
In questa inedita mostra, i due artisti americani di origine asiatica di stanza a New York, esaminano l'idea del gioco nella sua componente psicologica, nella cultura popolare e nella propria storia personale.
A causa delle caratteristiche delle opere di entrambi, la cui realizzazione richiede una pianificazione molto rigida ed una esecuzione meticolosa, il processo stesso di creazione raramente consente agli artisti di cambiare idea in corso di realizzazione dell’opera o di esplorarne possibilità diverse.
Mentre tali parametri funzionano ottimamente per conseguire dipinti di alta qualità tecnica mantenendo il contenuto desiderato, in questa mostra gli artisti adottano un flusso elastico di idee, attuando decisioni spontanee e facendo inaspettate scoperte. In altre parole concedono a se stessi di giocare.
Le stravaganti tempere su carta di Asuka Ohsawa (1973, USA-Japan) vengono ispirate originariamente da un gioco da tavolo chiamato the Game of Life (il gioco della vita). "I valori Americani che il gioco ritrae sono molto capitalistici", osserva Ohsawa, "con un percorso di vita familiare contraddistinto da cose quali: una carriera per fare soldi, matrimonio, nascita di figli, vacanze di famiglia, possesso di una abitazione, investimenti e un pensionamento con molto denaro".
L'artista anticonvenzionale viene attratta dal gioco, dalla sua storia e dalla sua funzione originaria di istituire "buone morali". La trasformazione del gioco dalle sue origini "moralistiche" del tardo 19esimo secolo, fino alla sua versione attuale, che contiene sogni e conquiste capitaliste, affascina Ohsawa.
"Ho iniziato a pensare alle tappe fondamentali della mia vita e alle mie aspirazioni e ho cominciato ad eseguire piccoli disegni con testi dipinti a mano per quelle specifiche situazioni". Alcune opere sembrano collages, dove Ohsawa combina tutti gli elementi giocosamente fino a che non hanno un significato come pezzo unitario.
I dipinti ad olio di Edward del Rosario (1970 USA-Philippines), utilizzano il linguaggio simbolico visuale dei carnevali arcaici e l’occulto per stimolare la curiosità dell'osservatore.
Con questa mostra inizia un nuovo episodio della sua serie di racconti allegorici che presentano oggetti incantati, trappole spaventevoli, destini stregati e la Ruota della Fortuna. I suoi curiosi personaggi, ricchi di dettagli, sono parte di un cast più grande che attraversa l'intero corpo delle sue opere. Un racconto di fiabe che comprende lotte per il potere, meraviglie, umorismo ed inganno .
Ogni singolo dipinto illustra un aspetto essenziale del regno simbolico di del Rosario. Le icone dei Tarocchi come la Torre o l'Imperatrice prendono vita tramite particolari molto ricercati. Misteriosi ed antichi simboli quali il Labirinto e l'antico Albero della Vita "Yggdrasil" rinascono nelle sue avvincenti leggende.
I dipinti "interstiziali" tra le figure alludono a turbinanti mitologie da cui i personaggi devono discernere i loro destini: caverne riempite da pericolosi mostri, funghi mortali ed avvisi di "Game Over" possiedono collegamenti profondi non solo con le storie mitologiche ma anche con pratiche di intrattenimento contemporaneo quali i video games. L'artista quindi supera il divertimento per considerare la questione del destino nella sua forma.pura.
Che sia Milano il territorio per questa indagine generale all'interno del mondo del gioco è cosa piuttosto pertinente: l'importanza dell'Italia nella storia del gioco è infatti risaputa. Gli studiosi fanno risalire l'origine delle carte dei tarocchi al duca milanese Filippo Maria Visconti, che commissionò le prime carte per la lettura della fortuna nel 15esimo secolo. Esse riportavano i motivi ornamentali dell'artista milanese Michelino da Besozzo. Si racconta che Francesco dei Medici abbia donato il famoso gioco da tavolo, il Gioco dell'Oca, a Filippo re di Spagna nel cuore del Rinascimento. Da allora, bizzarre, multicolori e pittoresche, le tavole da gioco si sono diffuse dall'Italia attraverso tutto il mondo occidentale: Tavole da gioco, carte da gioco, Tarocchi ed altro. Ma di fatto, le radici di tale gioco potrebbero essere trovate anche in Oriente. Anche nel Giappone le figure Sugoroku, o immagini di sfondo su tavola da gioco, esistevano molto tempo fa e divennero molto popolari durante il periodo Edo (1600- 1868). Uno dei giochi più antichi, il Go, emerse dall'Asia e può essere stato l'ispirazione per gli scacchi. Questa mostra, incontro tra est e ovest, quindi lega le tradizioni del divertimento e del gioco del mondo interno, una volta e per sempre.
Testo di Mary Flanagan, autrice del libro "Critical Play (2009)