Insieme per l’arte

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MOCA
Piazza Degli Zingari 1 (00184) , Roma, Italia
Date
Dal al

10:00-13:30 /16:00-18:30

Vernissage
05/06/2014

ore 19

Generi
arte contemporanea, doppia personale
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….. a questo antico processo che si ispira il suo lavoro ed è all’uso ricercato, ma pratico e poco astratto degli oggetti che si ispirano le sue opere.

Comunicato stampa

“MATILDE ARGIOLAS”
E’ nata nel 1961 a Roma, dove vive e lavora.
La sua passione per la porcellana risale all'età di 15 anni quando, durante un soggiorno di studio in Germania e già naturalmente incline all'antiquariato, visita la fabbrica e il museo di Meissen che la contagiarono con quella che nel Settecento veniva definita "la malattia della porcellana".
Terminati gli studi in giurisprudenza ha assecondato questa attitudine frequentando, in Italia e all'estero, specifici corsi di antiquariato e di decorazione della porcellana.
Sono ormai più di 20 anni che svolge l'attività di decoratrice di porcellana, o meglio, di "Hausmaler", come preferisce definirsi parafrasando quella figura di artista che, con la nascita della porcellana bianca nella Germania del Settecento, decorava in proprio anziché lavorare per le manifatture.
Il suo lavoro si ispira a quel processo di sviluppo della porcellana europea iniziato nel 1710 per merito dell'alchimista Böttger che, nei suoi esperimenti per trasmutare la materia grezza in oro, scoprì il primo giacimento in Europa di caolino, una roccia sedimentaria dalla quale si otteneva un'argilla bianca e cremosa che consentiva la realizzazione di porcellane molto simili a quelle provenienti dall'Oriente che sarebbero andate presto a sostituire altri materiali, come il vetro e i legno, inadeguati alla produzione di stoviglie per il consumo delle nuove bevande importate, come il thè, il caffé e la cioccolata.
Da questa esigenza nacque una vera e propria moda della produzione di materiale con i medesimi requisiti della porcellana cinese, frutto di un affascinante procedimento tecnico che consentiva ai colori della pittura di modificarsi e acquisire lucentezza durante la cottura.
È a questo antico processo che si ispira il suo lavoro ed è all'uso ricercato, ma pratico e poco astratto degli oggetti che si ispirano le sue opere.

FIAMMETTA GIULIANI”
Fiammetta Giuliani è figlia d’arte. Sua madre dipingeva ritratti e lei è stata per anni la sua modella più paziente. In quei lunghi pomeriggi, quando si raccoglieva immobili nei suoi pensieri , mentre la sua figura assorta prendeva forma sulla tela, non aveva mai pensato di voler essere artista anche lei. Fiammetta ha voluto essere romanticamente una persona normale. La sua vita di ragazza, poi donna, poi madre ha segretamente composta un magma di sensazioni forti ed inespresse.
Le forme dei suoi sogni, dei suoi desideri, dei suoi incubi hanno plasmato la sua forma artistica. Un giorno Fiammetta ha incontrato la sua consapevolezza e senza troppo riflettere è corsa in un negozio a comprare un blocco di creta. Il più era fatto. Aveva scoperto dentro di lei la voglia inarrestabile di liberare i suoi prigionieri: il talento e l’aspirazione artistica. Il suo sentire cominciava a prendere forma ma aveva bisogno della tecnica, del metodo, dei trucchi del mestiere. La scuola le ha dato gli strumenti per trovarsi e proseguire nella sua strada ormai svelata. Le sue opere hanno acquistato da subito la forza di una grande ispirazione tenuta per troppo tempo a freno: dall’abbraccio ermetico e blindato di una coppia che cerca se stessa, allo slancio di una fragile figura femminile che ha catturato la sua luna e quindi i suoi sogni.
Dalle rappresentazioni delle mostruose torture sulle donne argentine, condannate da una fasciatura delle gambe unite a morire di parto, fino alla donna che, scaturita da un blocco di materia, sta finendo di scolpire se stessa. La forza espressiva delle donne di Fiammetta Giuliani non ne asconde la loro consapevole fragilità. L’aereo abbraccio di 5 figure sospese in una danza sul globo terrestre si è trasformato, nell’opera della Giuliani, in un abbraccio serrato che custodisce con grande potenza scultorea la sacralità dell’amicizia e della condivisione, l’ultima barriera al vuoto della solitudine esistenziale. L’ancestrale voglia di trovarsi tra uomo e donna prende forma nella paura di perdersi, nel tormentato abbraccio dei corpi, nel sensuale sfiorarsi dei piedi. Alla ricerca continua di un incontro per sempre. Il mondo suggestivo delle sculture di Fiammetta Giuliani ha ancora molti volti da svelare.