Il sogno rivelato. Surrealismo in Piemonte

Un’occasione unica per esplorare il Surrealismo in Piemonte, con uno sguardo privilegiato sulla produzione artistica dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri.
Comunicato stampa
Sabato 28 giugno alle ore 11.00 presso la Pinacoteca Francesco Tabusso di Rubiana inaugura la mostra Il sogno rivelato, un’occasione unica per esplorare il Surrealismo in Piemonte, con uno sguardo privilegiato sulla produzione artistica dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Curata da Marco Marzi e Stefano Morabito, l’esposizione si concentra sul fertile terreno culturale torinese, vero crocevia di artisti che hanno saputo tradurre in forme nuove e personali le suggestioni del surrealismo europeo. Dal secondo dopoguerra a oggi, il surrealismo in Piemonte ha seguito un percorso originale e affascinante, mantenendo viva la forza visionaria del sogno, dell'inconscio e del simbolo.
Torino, in particolare, è stata un crocevia di artisti che hanno saputo reinterpretare in chiave personale le suggestioni surrealiste. Negli anni immediatamente successivi alla guerra, la figura di Italo Cremona si distingue per la sua pittura colta e allusiva, in cui atmosfere sospese e oggetti enigmatici costruiscono mondi ambigui e misteriosi. Cremona fonde ironia e inquietudine, memoria e allucinazione, creando immagini che ancora oggi sorprendono per la loro intensità evocativa.
Negli anni ’60 nasce a Torino il gruppo "Surfanta", termine che fonde “surreale” e “fantastico”. Il movimento viene fondato da Lorenzo Alessandri e riunisce pittori come Enrico Colombotto Rosso, Raffaele Pontecorvo, Giovanni Macciotta, Silvano Gilardi (detto Abacuc), Lamberto Camerini e lo scultore Mario Molinari. Questi artisti, ciascuno con un linguaggio personale, condividono la volontà di esplorare il meraviglioso, il visionario e il perturbante. Il loro lavoro rappresenta un’importante espressione di un surrealismo italiano atipico, spesso vicino al mondo del simbolismo, dell’esoterismo e della psicanalisi.
In mostra poi l’opera di Donatella Merlo (1927- 2014), La scarpetta rossa, (Scarpetta rossa in fiamme), unica presenza femminile dell’esposizione. Merlo compì gli studi presso l’Accademia Albertina di Torino come allieva di Felice Casorati e proseguì la tradizione artistica famigliare del nonno Camillo, del padre Metello e dello zio, Felice Vellan, noti paesaggisti attivi tra Otto e Novecento. Durante la sua lunga attività di pittrice, con una ricerca stilistica sempre rinnovata e meditata, sperimentò varie tecniche, dalla pittura a olio e su cristallo, all’acquerello, ai pastelli, alle arti grafiche. Nell’allestimento si incontra poi l’opera Da Goya - Visione Fantastica di Francesco Tabusso: un omaggio di Tabusso al Maestro spagnolo e ad uno dei suoi più enigmatici capolavori, le Pitture nere, che originariamente decoravano le pareti della sua casa di Madrid e oggi sono conservate al Prado.
Infine un omaggio anche alla figura di Italo Cremona, precursore di atmosfere enigmatiche e colte, che frequentò tra l’altro come villeggiante il paese di Rubiana alla fine degli anni Venti. Scrive infatti Cremona «Durante la villeggiatura guadagnata col premio Arbarello (1927) a Rubiana, in Val di Susa dove si andava da parecchi anni affittando qua e là, conobbi la simpatica famiglia Casorati e divenni assiduo delle partite serali a scopa che appassionavano Felice Casorati il quale con Giorgio De Chirico, carlo Carrà, Mario Sironi, era assai, in quel momento, dai giovani della mia generazione…»
Il linguaggio visionario e simbolico, la passione per l’allusione e il mistero, attraversano tutte le sale della Pinacoteca, creando un’esperienza immersiva che stimola la riflessione e la fantasia.
Ancora oggi, il lascito del surrealismo e dei Surfanta continua a ispirare giovani artisti piemontesi. Mostre, rassegne e nuove sperimentazioni mantengono vivo questo filone, riaffermando la centralità del sogno come strumento di conoscenza e creazione artistica.