Il Cristo del Mantegna e oltre
Il fotografo Carlo Fabre (Verona 1938 – Firenze 1995) che della sperimentazione fece il suo demone raggiungendo risultati insuperabili nell’ambito della fotografia che riflette su se stessa e l’artista multimediale Alessandra Borsetti Venier, con la vocazione a unire nel gesto teatrale parola e segno linguistico, hanno ideato nel 1985 un viaggio immaginario partendo dal famoso quadro del Cristo morto di Andrea Mantegna.
Comunicato stampa
La mostra IL CRISTO DEL MANTEGNA E OLTRE di Alessandra Borsetti Venier & Carlo Fabre si inaugura mercoledì 7 agosto alle 17.30 con il saluto di Andrea Barducci Presidente della Provincia di Firenze cui seguiranno gli interventi di Alessandro Vezzosi storico dell’arte e direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci, di Giampaolo Di Cocco artista e scrittore e di Enzo Minarelli artista multimediale.
Il fotografo Carlo Fabre (Verona 1938 - Firenze 1995) che della sperimentazione fece il suo demone raggiungendo risultati insuperabili nell’ambito della fotografia che riflette su se stessa e l’artista multimediale Alessandra Borsetti Venier, con la vocazione a unire nel gesto teatrale parola e segno linguistico, hanno ideato nel 1985 un viaggio immaginario partendo dal famoso quadro del Cristo morto di Andrea Mantegna.
Borsetti & Fabre ci guidano “oltre” lo spazio pittorico, capolavoro delle più ardite ricerche prospettiche rinascimentali. Mantegna tendeva a disporre le sue figure come personaggi attivi in una scena aperta, mirando a coinvolgere direttamente nello spazio d’azione lo spettatore. La figura del Cristo segue il riguardante in ogni suo spostamento, creando una percezione di spazialità circolare attorno al corpo disteso, dove soltanto pochi accenni rivelano l’ambiente in cui si svolge la scena.
Di qui lo spunto di Borsetti & Fabre a continuare la sollecitazione visiva del quadro, realizzando una situazione teatrale per consentire all’osservatore “coinvolto” di curiosare nello spazio scenico tra le figure dolenti riunite attorno al corpo del Cristo preparato per la sepoltura.
Diciannove fotografie permettono di partecipare all’evento da angolature diverse per scoprire e guardare quel che nel quadro non c’era. Ciascuna fotografia è stata progettata e costruita come un quadro a sé stante, mantenendo l’uso potente e invasivo dello scorcio prospettico, anche nell’invenzione dei personaggi “dolenti”, degli oggetti e degli arredi.
Il tutto restituisce il clima morale e il profondo senso tragico del Cristo morto del Mantegna, in un prolungato e articolato omaggio alla sua capacità di interpretare la “fisicità” della morte.
Con l’occhio magico dell’apparato fotografico Carlo Fabre saggia ogni angolatura espressiva del luogo scenico, completamente ideato e ricostruito in quasi un anno di lavoro da Alessandra Borsetti Venier che ha coinvolto degli amici per interpretare i personaggi, tra cui l’attore Gianni Marrani, per l’incredibile somiglianza fisica con il Cristo dipinto da Mantegna.
«La mostra di Borsetti & Fabre, scrive Valerio Dehò nel catalogo, parte da un’immagine ipercodificata per svelare l’antica dipendenza della fotografia dalla pittura e, nel contempo, per andare oltre tale dipendenza fino a recuperare interamente l’autonomia dell’arte fotografica. In questo senso si opera il passaggio dalla “fotografia pittorica” alla “fotografia fotografica” - faccio mia un’espressione dello stesso Fabre - che corrisponde all’emancipazione dal “principio di realtà” verso il liberatorio e più artistico “principio di piacere”. La “fotografia fotografica” cerca di proporre lo specifico fotografico attraverso una realtà che solo la fotografia può immaginare e realizzare».
Come scrive Lukács nei suoi primi testi sull’estetica dell’arte: “Solo l’uomo con l’arte va oltre l’estetica della natura, va oltre la casualità creando un caso, una realtà inesistente fino a quel momento”. Ed è per questo che la fotografia deve usare quella dipendenza dalla realtà che la rende così attendibile, così “oggettiva” rovesciandone la funzione; solo la fotografia, forte di anni vissuti di documentazione, ha il potere di proporre mondi immaginari con la forza convincente della realtà.
Alessandra Borsetti Venier è nata a Sacile, nel Friuli, ma vive a Firenze da più di trent’anni. Artista multimediale si è occupata, dalla fine degli anni Sessanta, di teatro e performance. Negli anni Settanta ha presentato le sue opere (scultura, fotografia, performance) in gallerie e spazi pubblici sia in Italia che all’estero. Dal 1977 ha prodotto con il compagno e artista Carlo Fabre, sotto la sigla Borsetti & Fabre, numerose mostre ed eventi fino al 1995, anno della scomparsa del grande fotografo. Nel 1985 è stata invitata ad Atene “capitale europea della cultura” come rappresentante del teatro italiano di ricerca. Sempre nel 1985 ha fondato a Firenze la casa editrice Morgana Edizioni, che tutt’ora dirige, divenendo così artista-editore, e continuando a fare arte in forma di libro. La prima sede è stata in Borgo degli Albizi n. 26 dove nel 1995 ha aperto lo spazio d’arte “Minimum” dedicato alle mostre di libri d’artista e libri opera di piccolissimo formato. La seconda sede di Morgana Edizioni è dal 2000 a Pontassieve (Fi) in via di Grignano 25. Nel 1991 ha fondato l’associazione culturale MultiMedia91 e nel 1992 ha aperto a Pontassieve (Fi) “La Barbagianna: una Casa per l’Arte Contemporanea” dove, ogni anno, cura la Rassegna “Incontri d’Arte” che comprende mostre, installazioni, spettacoli, con la presentazione di editori e autori, e di edizioni di libri d’artista. Le sue pubblicazioni sono conosciute per l’alta qualità e l’originalità della veste grafica. Nel 2010 ha fondato “L’Archivio della Voce dei Poeti”.
Carlo Fabre è nato a Verona nel 1938 ed è vissuto a Firenze fino al 15 agosto 1995.
Principali mostre: 1974 “Gestione delle ombre” Studio Fabre, Firenze; 1975 “Foto-deperibili” Artefiera, Bologna; “Autogestione” Studio Fabre, Firenze; “Foto-fossili” SICOF/Sezione culturale, Milano; “Focus on” Stadio Comunale, Ravenna; 1977 “Foto-fossili”, Expo-Arte, Bari; 1978 “Ekatombe N.1” Galleria Inquadrature, Firenze; 1981 “Ekatombe N.2”, Loggetta Lombardesca, Ravenna; 1983 “Firenze legata”, fotografia per la performance “Cutter” di Alessandra Borsetti Venier, Fotostudio, Firenze; 1985 “Ekatombe N.3”, “Gestione delle ombre”, “ Foto-fossili”, Cenacolo degli scultori, Atene; 1986 “Fantasmi in Polaroid” Galleria Vivita, Firenze; “Fantasmi d’autunno” Caffè Voltaire, Firenze; “FIRE-ENZE sottosopra” Caffè Voltaire, Firenze; “Il Cristo del Mantegna e oltre” Galleria Il Ponte, Firenze; 1987 “Il Cristo del Mantegna e oltre”, Galleria Caffè Pedrocchi, Padova; Fiera d’Oltremare, Napoli; 1988 “Cher projecteur” Rencontres Photographiques en Bretagne, Lorient; “Il Cristo del Mantegna e oltre” Rencontres Photographiques en Bretagne, Hennebont; 1989 “Pegasus tour” Photo ex Machina, Comune di Barberino Val D’elsa (Fi); “Still life story. Ritrattazioni” Galleria Il Ponte, Firenze; 1990 “Photocaleidoscopio” per mostra Estecne, Valencia, Spagna; 1994 “Fotografia virtuale. Iter e verifiche” Centro Navile, Bologna; Galleria Gagliardi, San Gimignano (Si); Galleria Il Ponte, Firenze; “Still life story. Ritrattazioni” Spazio Immaginarci, Genova.
Principali pubblicazioni: 1974 Fabre C., Gestione delle ombre, Ed. Il Candelaio, Firenze; 1975 Fabre C., Autogestione dell’immagine, Il Diaframma, Milano; 1976 Fabre C., Depilzero, Ed. Il Candelaio, Firenze; 1976 Borsetti Venier A., Fabre C., Degli Innocenti R., 4 x 4. La commedia dell’arte, Ed. Il Candelaio, Firenze; 1985 Fabre C., Coriandoli. Visita non guidata al Carnevale di Venezia, Morgana Edizioni, Firenze; 1986 AA.VV., Gli abitanti immobili di San Vivaldo il monte sacro della Toscana, Morgana Edizioni, Firenze; 1986 Borsetti Venier A., Fabre C., Borsetti & Fabre, Il Cristo del Mantegna e oltre, Morgana Edizioni, Firenze; 1989 AA.VV., Ritrattazioni, Edizioni Il Ponte, Firenze; 1992 AA.VV., Ferro Fuso, Morgana Edizioni, Firenze; 1995 AA.VV., Carlo Fabre, Iter e verifiche, Morgana Edizioni, Firenze.