Il collasso dell’entropia

Informazioni Evento

Luogo
MAC - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Viale Elisa Ancona, 6 20851, Lissone, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedì, Mercoledì, Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19

Vernissage
01/02/2014

ore 18

Curatori
Alberto Zanchetta
Generi
arte contemporanea, collettiva

Il collasso dell’entropia è stato concepito come una “collezione espansa ed effimera” che si affianca alle collezione permanenti del MAC.

Comunicato stampa

Il collasso dell’entropia è stato concepito come una “collezione espansa ed effimera” che si affianca alle collezione permanenti del MAC. L’obiettivo è quello di trasformare tutto il museo in superficie espositiva, ossia in uno spazio in cui i fruitori possano fare esperienza dell’intero complesso architettonico. Corridoi, scalinate, bookshop, terrazzo, colonne e ve-trate diventeranno parti integranti di questo progetto diffuso, che si inserisce all’interno della normale programmazione artistica. Una ricca e variegata proposta di opere, instal-lazioni e interventi collaterali trasformeranno il museo in un grande contenitore, che d’ora in poi non sarà vincolato soltanto alle esposi-zioni temporanee. All’iniziativa hanno aderito oltre una ventina di autori, i quali hanno concesso in comodato le loro opere per tutto il 2014. Luigi Carboni [Pesaro, 1957] e Gabriele Arruzzo [Roma, 1976] sono presenti con dei quadri particolarmente rappresentativi del loro linguaggio tecno-poetico. Jack Sal [Waterbury, 1954], Fausto Gilberti [Brescia, 1970] e Giuliano Dal Molin [Schio, 1960] hanno deciso di realizzare degli interventi pit-torici che si relazionano con l’architettura stessa del MAC; il wall-painting di Dal Molin intende ridefinire lo spazio e la percezione visiva del bookshop mentre quello di Sal ri-marrà a testimonianza della mostra Ring/ Rings/Ring ospitata al secondo piano del mu-seo; Gilberti ha viceversa disseminato i suoi interventi tra le nicchie, gli interstizi e le co-lonne dell’edificio, obbligando gli spettatori a “stanare” le sue figure filiformi. Tra gli in- terventi site-specific si segnalano quelli di Giovanni Termini [Assoro, 1972], che ha manipolato le colonne delle scale con dei tiranti, e di Stefano Serusi [Alghero, 1980], che ha smaterializzato la fisicità di uno scaf-fale applicando i dorsi di alcuni faldoni diret-tamente alle pareti del pianterreno. Svariate sono anche le installazioni: Before it is too late di Jacopo Mazzonelli [Trento, 1983] si interroga sui cimiteri tecnologici proponendo l’ultimo “respiro” di un tubo catodico; l’instal-lazione sonora di Michele Spanghero [Gori-zia, 1979] cerca e crea una sintesi tra l’arte visiva e quella acustica; di Ivana Spinelli [Ascoli Piceno, 1972] viene presentato un estratto di Baustelle, progetto recentemente esposto a Belgrado che indaga la proget-tazione e la costruzione di una casa; la video-installazione di Fabrizio Prevedello [Padova, 1972] è incentrata sui sei “innesti” che l’artista ha realizzato dal 2010 a oggi all’interno di cave in disuso; Adriano Persiani [Bologna, 1972] ha cucito assieme dei pannolini per ricreare l’abito di un “incontinente” Gilles, celebre personaggio della commedia fran-cese, nonché protagonista del noto dipinto di Watteau. Nell’ambito della scultura troviamo una piccola ma preziosa fusione in bronzo galvanizzato di Arnold Mario Dall’O [Lana, 1960], effigiante una ieratica figura antro-pomorfa, e i Travasi con cui Paolo Grassino [Torino, 1967] crea un incontro/scontro tra l’anatomia umana e utensili d’uso comune. Sono invece stati dislocati in vari punti del museo i nani da giardino che Luca Coser [Trento, 1965] ha ricoperto con del cemento per occultarne l’identità. Nella collezione espansa rientrano anche le vetrofanie del ciclo “In Vitro”, che si arricchiscono di due nuove opere, firmate da Robert Gligorov [Kriva Palanka, Macedonia, 1960] e Diango Hernández [Sancti Spiritus, Cuba, 1970], che si affiancano a quelle commissionate lo scorso anno a Anton Kehrer [Linz, 1968], Igor Eškinja [Rijeka, 1975] e Michelangelo Con-sani [Livorno, 1971]. Nel corso dell’anno, la collezione espansa verrà implementata con altre opere e nuovi interventi installativi, stu-diati appositamente per il MAC di Lissone.