I labirinti urbani di Natalia Dumitresco e l’Ecole de Paris negli anni ’60-70
L’esposizione si compone di una selezione di opere di Natalia Dumitresco (1915-1997), pittrice astratta già nota nell’ambito dell’arte rumena e di altri artisti raggruppati con la definizione “Ecole de Paris”.
Comunicato stampa
L’esposizione si compone di una selezione di opere di Natalia Dumitresco (1915-1997), pittrice astratta già nota nell’ambito dell’arte rumena e di altri artisti raggruppati con la definizione “Ecole de Paris” che hanno fatto riferimento a diverse correnti, tutte nell’ambito dell’Astrattismo: artisti provenienti da tutto il mondo che nel Novecento, per ragioni politiche, ideologiche ed economiche, si ritrovarono in quella che, per un molto tempo, sarà la capitale delle arti: Parigi.
L’arte astratta, territorio affascinante e complesso, rappresenta la forma di espressione più pura e libera di cui l’artista si sia mai potuto avvalere per esternare i propri sentimenti, con il vantaggio di permettere la creazione di un nuovo vocabolario espressivo e la conversione delle idee in formule innovative, irripetibili e senza precedenti. La pittura figurativa viene accantonata per lasciare spazio all’istintività ed all’immaginazione.
Siamo in Francia, nel dopoguerra. Natalia Dumitresco ed il marito pittore e scultore Alexander Istrati, nel 1947, da Bucarest si trasferiscono a Parigi, al n. 11 di Impasse Ronsin, proprio a fianco di Constantin Brancusi, noto scultore rumeno con il quale lavoreranno dal 1948 al 1957, data della morte di Brancusi.
Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, si afferma rapidamente nel panorama dell'astrazione francese; allieva di Kandinsky (riceverà nel 1955 il Premio Kandinsky), la Dumitresco entra subito in contatto con gli artisti dell’Ecole de Paris e viene associata al Salon des Réalités Nouvelles.
La sua pittura austera e rigorosa (non lontana da quella di Vieira da Silva), offre la festa delle modulazioni di schemi geometrici - quadrati, griglie, striature, maglie, cerchi, rettangoli, rombi: una sorta di caleidoscopio di infinite variazioni attorno al vuoto e alla luce, in cui grafica e colori sono inseparabili.
Il tema delle scenografie urbane è privilegiato: nella serie delle grandi città americane, dipinta nel 1972, vengono messi in luce i meccanismi segreti che regolano l'architettura e le reti urbane; al di là delle cornici e delle cellule quadrangolari che strutturano lo spazio in labirinti, labirinti ottici, sciami molecolari, sono i ritmi, le cadenze che l'artista cerca di catturare attraverso ripetizioni seriali. (Agnes de La Beaumelle)
Artisti in mostra: Christine Boumeester, Natalia Dumitresco, Jacques Germain, Georges Noel, Henri Goetz, Jean Messagier, Léon Zack
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