I diari delle medie

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO CLOUD 4
Via Parini 4/a 40129 , Bologna , Italia
Date
Dal al

giovedì 16-19 e su appuntamento

Vernissage
26/09/2014

ore 18,30

Curatori
Stefano W. Pasquini, Elena Grossi
Generi
documentaria, arte contemporanea, collettiva
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Una mostra di una trentina di diari delle medie e medie-superiori che raccoglie la potenzialità creativa di personaggi che sono poi diventati artisti, musicisti, cantautori, scrittori, ingegneri, fotografi o ancora studenti.

Comunicato stampa

Giulia Bonora, Ivana Ceccoli, Federico Croci, Michela Degli Angeli, Alma Fantin, Enrico Farnedi, Elena Grossi, Silvia Grossi, Riccardo Lolli, Katia Morichetti, Alice Muccichini, Adriano Nardi, Simona Paladino, Laurina Paperina, Chiara Pizzimenti, Stefano W. Pasquini, Estrema Riluttanza, Maria Cristina Serafini, Adriana Torregrossa ed altri

Non c'è dubbio che l'adolescenza sia un momento importante della nostra vita, e spesso, in quegli anni, si delinea quello che sarà il nostro futuro, che ancora non possiamo conoscere. Alle scuole medie, inferiori e superiori, il diario era la cosa più rappresentativa di quello che eravamo e, forse, di quello che saremmo diventati.
Lo Studio Cloud 4 di Bologna inaugura il 26 settembre una mostra di una trentina di diari delle medie e medie-superiori che raccoglie la potenzialità creativa di personaggi che sono poi diventati artisti, musicisti, cantautori, scrittori, ingegneri, fotografi o ancora studenti.
Il diario, che in sé è un oggetto comune, prodotto in serie, diventa quindi espressione di identità: si pesca dall'iconografia collettiva, dalla musica, dai personaggi, dai libri irrinunciabili (infatti i diari traboccano di biglietti di concerti, del cinema, di foto celebrità, di citazioni, di poesie, di vignette, attaccati con la colla stick), ma, nell'atto della scelta di questi frammenti, comincia già a determinarsi e ad evidenziarsi una visione personale.
Questo materiale, incollato con dedizione alle pagine del diario, può essere visto come un puntello, un elemento già consolidato a cui appoggiarsi nell’insicurezza dell’adolescenza, per poi partire in autonomia. Quello che è veramente interessante, in questi diari, è infatti quello che fiorisce tutto attorno ai frammenti e alle citazioni: la sperimentazione del proprio originale talento.
Ci sono, ad esempio, tanti, tantissimi disegni fatti con tutti i mezzi a disposizione: pennarelli colorati e Uniposca; ci sono miniere di capolettera trionfali, di alfabeti sperimentali, tipografia fiammeggiante e appariscente; ci sono racconti e poesie; c’è la musica; c’è la politica; ci sono le foto proprie e dei propri amici, quelle della gente famosa, ritoccate, sovrascritte e decorate con tutti i mezzi creativi a disposizione, in epoca predigitale.
In questi segni c’è quello che si era allora, ma, assecondati e coltivati, e senza necessariamente una piena consapevolezza, c’è anche tanto di ciò che si è diventati. Una sorta di nostalgia proiettata nel futuro, una potenzialità intrinseca della creatività che ci accomuna, indipendentemente da quello che siamo poi diventati o che diventeremo.