Gun Time
Il misticismo magico del film girato in Mali (Kempinski) ancora una volta si apre con lo stesso dubbio stavolta però, aiutandoci a scalfire attraverso la duplice componente di realtà/finzione, gli stereotipi sull’Africanismo e suggerendo un’idea di futuro(afro) scollegata dalle cosmologie occidentali.
Comunicato stampa
GUN TIME
a cura di Martina Angelotti
PLOT POINT (Belgio/2007) di Nicolas Provost (15')
LKN CONFIDENTIAL (Belgio-Italia/2010) di Zimmerfrei (40')
KEMPINSKI (Francia-Mali/2007) di Neïl Beloufa (14')
Si prova sempre una certa difficoltà a staccarsi dalle definizioni linguistiche che legano un film a connotazioni specifiche di documentario, fiction, non-fiction. Qui si comincia da un dove più che da un come, che ci porta prima a New York (Plot Point) a ripescare nella nostra memoria suoni e immagini di tempi cinematografici mischiati, per poi tornare in Europa, a Bruxelles (LKN Confidential), dove la narrazione del lento tempo di una strada cittadina, ci induce continuamente a chiederci se questa è la realtà. È tutto vero? Il misticismo magico del film girato in Mali (Kempinski) ancora una volta si apre con lo stesso dubbio stavolta però, aiutandoci a scalfire attraverso la duplice componente di realtà/finzione, gli stereotipi sull'Africanismo e suggerendo un'idea di futuro(afro) scollegata dalle cosmologie occidentali.
Al termine, incontro con Martina Angelotti e ZimmerFrei