Graziella Navaretti Bartolini – Piccolo bestiario
La mostra “Enigmi per un piccolo bestiario. Incisioni calcografiche di Graziella Navaretti Bartolini” presenta un «corpus» di 21 opere incise contrassegnate da una rigorosa ricerca intorno al mondo animale, alla natura, alla magia dell’atmosfera che avvolge la raffigurazione.
Comunicato stampa
Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino propone, dal 2 Marzo al 9 Aprile 2012, la mostra “Enigmi per un piccolo bestiario. Incisioni calcografiche di Graziella Navaretti Bartolini” curata dal critico Angelo Mistrangelo.
«Devo misurarmi con i materiali, con i tempi di morsura, con un lavoro lungo, paziente....». Con questa riflessione si apre il percorso di Graziella Navaretti Bartolini che al Museo Regionale di Scienze Naturali espone un «corpus» di 21 opere incise contrassegnate da una rigorosa ricerca intorno al mondo animale, alla natura, alla magia dell'atmosfera che avvolge la raffigurazione.
Il fluire del segno fissa sulla lastra il senso di un'interpretazione che va oltre alla realtà, alla sola descrizione dell'immagine, alla definizione del soggetto, per trascrivere la propria segreta identità, l'interiore e talora scoperta ironia, la sottesa energia che presiede alla formulazione della lirica acquaforte e acquatinta «Nel tempo di un volo». E il volo degli aironi diviene emblema dell'esistenza, dell'incedere tra silenzi e attese, tra giornate senza storia e la ricerca di una nuova dimensione umana.
“La Navaretti Bartolini, scrive Angelo Mistrangelo, affida alle incisioni la meditata visione di un ambiente che da sempre costituisce il pulsante incontro con il «canto libero» della raganella e la leggerezza immateriale della «Libellula ferita», con il ludico ippopotamo e il «sapore della conoscenza» insita nella rappresentazione di due scricciolI. Quest'ultima incisione si riallaccia alla spiritualità dell'India, al valore di una rivelazione scandita dai versi di Ramprasad Sen: «Calati fino all'abisso profondo/ dell'oceano della conoscenza»”.
E in questa direzione prende anche forma e consistenza «Only the fittest will survive», una acquaforte, acquatinta e vernice molle, che esprime gli aspetti dell'evoluzione delle specie di Charles Darwin.
Nell'opera della Navaretti Bartolini si avverte, perciò, una estrema volontà di comunicare, di tradurre impercettibili sensazioni, di penetrare in profondità nel mistero della vita e del perpetuarsi delle stagioni, degli incontri, di una umanità in divenire.
La grafica è, quindi, il mezzo per delineare sentimenti e occasioni, per «scoprire» una linea che attraversa la lastra per raccontare di un potente rinoceronte o di un panda, di una giraffa o di una zebra.
Le sue recenti incisioni calcografiche da matrici in zinco, stampate su carta Wang con inserimenti di foglia d'oro, costituiscono uno degli ultimi momenti di una ricerca che inizialmente si è sviluppata nell'atelier di Alberto Rocco, per poi proseguire con Ermanno Barovero e Franco Fanelli alla Scuola Libero del Nudo all'Accademia Albertina.
“Vi è nell'artista un continuo e inesausto approfondimento dei mezzi tecnici, continua il critico Angelo Mistrangelo che le ha permesso di approdare a una scrittura capace di far emergere «i punti focali dei chakra», di fermare il tempo, di parlare di una storia che le appartiene indissolubilmente come un sogno, uno spazio della memoria, un frammento d'oro che accende l'immagine e la trasforma in simbolo”.
Graziella Navaretti Bartolini vive e lavora a Torino, città in cui ha insegnato al Liceo Artistico e all’Istituto Statale d’Arte. Nel corso della sua attività artistica, ha approfondito le tecniche incisorie con esperienze legate sia alla grafica tradizionale che a quella sperimentale, presentandosi in numerose mostre di livello nazionale.