Gli ebrei a Shanghai
Fotografie, documenti e testimonianze di una parte della storia ancora davvero poco conosciuta: l’arrivo di circa 20.000 Ebrei in Cina in fuga dalla ferocia nazista durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e la loro vita nel ghetto di Shanghai.
Comunicato stampa
Fotografie, documenti e testimonianze di una parte della storia ancora davvero poco conosciuta: l’arrivo di circa 20.000 Ebrei in Cina in fuga dalla ferocia nazista durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e la loro vita nel ghetto di Shanghai.
L'Istituto Confucio all'Università di Padova in collaborazione con il Museo della Padova Ebraica - Via delle Piazze n. 26, 35122 Padova - organizza una straordinaria mostra fotografica in occasione della Giornata della Memoria. La mostra inaugura il 14 gennaio alle ore 17.00 al Museo della Padova Ebraica.
Presentazione della mostra a cura del Prof. Giorgio Picci, direttore dell’Istituto Confucio. Inaugurazione: 14 gennaio ore 17.00.
GLI EBREI A SHANGHAI
In occasione della Giornata della Memoria, l’esposizione “Gli Ebrei a Shanghai” vuole portare all’attenzione del pubblico Padovano un pezzo di storia della Comunità Ebraica ancora poco conosciuto: l’arrivo di decine di migliaia di Ebrei in Cina in fuga dalla ferocia nazista durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e il loro insediamento in un quartiere di Shanghai.
A partire dal 1938 una parte della popolazione ebraica in fuga dall’Europa, e in particolare dall’Austria e dalla Polonia, oppresse dalla morsa del nazifascismo e delle leggi razziali, trovò rifugio a Shanghai.
Vitale fu l’aiuto offerto dal console generale cinese a Vienna, Ho Feng Shan, che, nonostante la forte ostilità del Ministero degli Esteri cinese e dell’ambasciatore cinese a Berlino interessati a mantenere l’appoggio della Germania nella lotta cinese contro il Giappone, concesse visti a circa 13.000 ebrei, aprendo loro una via di salvezza.
Attraverso fotografie, documenti e testimonianze, l’esposizione “Gli Ebrei a Shanghai” organizzata dall’Istituto Confucio all’Università di Padova e dal Museo della Padova Ebraica illustra alcuni aspetti della vita collettiva vissuta a Shanghai nel periodo 1938 – 1948 dalla comunità di rifugiati ebrei, sradicati dai propri Paesi di origine e costretti a vivere in una realtà completamente nuova.
Nel 1942, con l’ingresso dei Giapponesi a Shanghai, le autorità nipponiche imposero l’istituzione di un’area designata per i rifugiati ebrei, definiti apolidi, chiudendoli nel quartiere di Hongkou che divenne sostanzialmente un ghetto all'interno della città di Shanghai. I giapponesi però non misero mai in pratica i piani tedeschi di sterminio della popolazione ebraica. Il ghetto esaurì la sua funzione nell’immediato dopoguerra, quando la maggior parte dei residenti si trasferì negli Stati Uniti, in Australia, in Canada o in Israele per iniziare una nuova vita.
Tra i molti personaggi famosi che transitarono nel ghetto di Shanghai l’Istituto Confucio all'Università di Padova vuole in particolare ricordare George Zames, un insigne scienziato che ha dato contributi fondamentali nel campo della scienza dei sistemi e dei controlli automatici.