Giovanni de Giovanni – Enfance au Bénin
La mostra documenta con amorevolezza e lucidità il viaggio compiuto in Africa, tra Bénin e Togo, insieme al fratello Roberto: l’uno intento a fotografare, l’altro impegnato a imparare la futura professione di medico.
Comunicato stampa
rogiosi editore
presenta
Enfance au Bénin
mostra fotografica di Giovanni de Giovanni
in esposizione al PAN Palazzo delle Arti di Napoli
dal 7 al 13 dicembre 2015 | inaugurazione ore 17
11 dicembre 2015 | ore 17.15
vernissage del libro Enfance au Bénin
con le fotografie di Giovanni de Giovanni
gli interventi di Maurizio de Giovanni, Mons. Gennaro Matino
e Roberto Pennisi di Mosi Cical Onlus
Il Bénin è l'Africa non violenta, ma povera e malata.
È l'Africa bambina, ingenua e derubata.
Si inaugura lunedì 7 dicembre, alle ore 17, al PAN Palazzo delle Arti di Napoli (via dei Mille 60) la mostra fotografica “Enfance au Bénin” di Giovanni de Giovanni (in esposizione fino al 13 dicembre, ingresso libero, dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle 20, domenica dalle 9.30 alle 19.30) che documenta con amorevolezza e lucidità il viaggio compiuto in Africa, tra Bénin e Togo, insieme al fratello Roberto: l'uno intento a fotografare, l'altro impegnato a imparare la futura professione di medico.
Venerdì 11 dicembre, alle 17.15, verrà presentato il libro, dal titolo omonimo, con le fotografie di Giovanni de Giovanni e gli interventi di Maurizio de Giovanni, Monsignor Gennaro Matino e Roberto Pennisi di Mosi Cical Onlus.
Interverranno Giovanni de Giovanni, Maurizio de Giovanni, Monsignor Gennaro Matino e Simonetta De Chiara Ruffo.
«Da sempre appassionato di fotografia ho avuto nell'incontro con Sergio Siano e Roberto Stella, docenti del corso di fotografia di base e fotoreportage dell'associazione UpNea, l'incontro che ha fatto esplodere questo interesse. Alla festa di laurea (in ingegneria aerospaziale) mi è stata regalata una macchina professionale e ho cominciato a pensare di sviluppare un progetto fotografico. L'occasione si è presentata quando mio fratello Roberto ha conosciuto il dottore Pennisi dell'associazione Mosi Cicala Onlus. Da 15 anni il dottore organizza spedizioni a scopo umanitario in Bénin, centro Africa, dove con volontari medici e studenti di medicina coopera con l'ordine di suore camilliane del posto. Quando mio fratello mi ha detto che sarebbe andato, ho subito voluto incontrare il dottore per chiedere se ci potesse essere spazio per un fotografo. Ci fu subito sintonia e condivisione d'intenti, quindi decisi di organizzarmi e partire.
Anche quando fui assunto dall'azienda per cui attualmente lavoro, e seppi di dover prendere servizio la prima settimana di giugno, chiesi di poter iniziare a settembre proprio per non perdere la possibilità di andare in Africa. Fu un rischio, dato che si parlava del mio primo impiego da neolaureato, ma si dimostrarono comprensivi per quella che era diventata una vera e propria esigenza.
Partimmo il 24 luglio per un viaggio di due settimane tra Bénin e Togo, io, mio fratello col dottore Pennisi e altri splendidi compagni di viaggio: il medico Stefania Gatto, gli studenti in Medicina Margherita Medugno e Paolo Borrelli e la giornalista Francesca Cimmino.
Delle due settimane non vorrei parlare, spero lo facciano le foto. Ma, pure per un viaggiatore seriale come me, che è stato dalla Cina agli USA, questa ha rappresentato l'esperienza più sconvolgente ed arricchente che abbia vissuto. Tanto da rendere un inferno riaprire quelle immagini per svilupparle. Il Bénin è l'Africa non violenta, ma povera e malata. Si tratta dell'Africa bambina, ingenua e derubata».
Giovanni de Giovanni
Mosi Cicala
L'associazione Mosi Cicala nasce nell’ottobre del 2008, per opera di un gruppo di medici e amici volontari sin dal 2002 impegnati in una opera di sostegno dell’ospedale La Croix dei Padri Camilliani e della missione delle “Figlie di San Camillo” a Zinviè, in Benin (Africa equatoriale). Molti gli obiettivi raggiunti: due padiglioni di degenza, un nuovo blocco operatorio, la ristrutturazione del nido, una sala gioco per i piccoli degenti, una scuola, un pozzo e altri interventi in collaborazione con la direzione dell’ospedale e benefattori. Sono stati eseguiti circa 600 interventi di media-alta chirurgia, in particolar modo tiroidea, ostetrica-ginecologica e in urgenza, e contribuito alla realizzazione di un centro per la lotta alla malnutrizione.