Giovanni Cascone – Haiku-Bags
Un contenitore comune (il sacchetto di carta) per un contenuto speciale (un dono) stimola l’idea creativa dell’autore. Giovanni Cascone dà un’identità all’oggetto effimero attraverso scrittura e disegno e ne valorizza per conseguenza l’aspetto tridimensionale.
Comunicato stampa
Un contenitore comune (il sacchetto di carta) per un contenuto speciale (un dono) stimola l’idea creativa dell’autore. Giovanni Cascone dà un’identità all’oggetto effimero attraverso scrittura e disegno e ne valorizza per conseguenza l’aspetto tridimensionale.
Comincia così, un po’ per gioco, un nuovo percorso artistico che procede sistematicamente tra Bruxelles e Rabat, in cui convivono aspetto razionale e pulsione dell’inconscio.
L’artista outsider sceglie la formula dell’haiku per la traduzione di pensieri che lo accompagnano nel quotidiano. Parallelamente s’inserisce il disegno che ha la valenza di una scrittura automatica. Si ferma sulla superficie cartacea, ma arriva da lontano portando con sé frammenti di vissuto. L’irrequietezza che lo caratterizza, nel momento stesso in cui è codificata attraverso la forma artistica, si rasserena.
Nel disegno emerge una vocazione irriverente e giocosa che innesca un cortocircuito tra l’ambiguità della realtà e la fantasia. Forme dai tratti sinuosi, labili e indefinite, oppure riferimenti antropomorfi o anche false scritture che rimandano ad un’improbabile calligrafia araba o a ideogrammi pseudo-cinesi. Questo percorso è in parte inconscio, contiene sì una componente di sfida, ma è soprattutto autentico divertimento.
Le Haiku-Bags, i cui due lati appaiono diversamente interpretati, diventano opere tridimensionali, quindi scultoree, messe in evidenza dall’installazione con la sospensione dall’alto. Essa presuppone il coinvolgimento dello spettatore attraverso un’esperienza sensoriale che passa, oltre che per lo sguardo, per l’approccio tattile. Il pubblico non solo è partecipe del gesto artistico, ma viene investito di responsabilità nel momento stesso in cui accede a quella parte di sé più profonda. Inseguendo una finta scrittura, una forma indecifrabile dai contorni morbidi, può accedere a nuovi codici linguistici e, magari, ad una nuova conoscenza di sé.
La mostra è realizzata con il patrocinio della Fondazione Filiberto Menna - Centro Studi di Arte Contemporanea, Salerno e aderisce alla Giornata del Contemporaneo 2014 organizzata dall’AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.
Giovanni Cascone (è nato a Napoli, vive attualmente tra Bruxelles e Rabat) è un Executive Coach ed ha una lunga esperienza professionale internazionale nella modernizzazione dei sistemi di protezione sociale. Per ragioni professionali ha attraversato più di trenta paesi in Europa, Caraibi, Asia, America Latina ed Africa. Da diversi anni coltiva parallelamente l’interesse per il disegno e la scrittura. La formula poetica che trova più congeniale alla sua sensibilità è l’haiku. Nel giugno 2013 espone per la prima volta il suo lavoro Haiku-Bags in occasione della mostra personale alla Lesbrouss-Art Gallery di Bruxelles.
Il libro Haiku-Bags (con un’introduzione dell’autore e un testo di Isaia Iannaccone) è stato pubblicato da Nomade, Rabat nel 2013.