Giovanna Strada / Simcha Even-Chen – Equilibrium
In occasione dei 100 anni dalla nascita del movimento De Stijl, Esh Gallery riapre la stagione espositiva indagandone i principi con la mostra: Equilibrium di Giovanna Strada e Simcha Even-Chen, confermando inoltre la sua attenzione sul dialogo tra Oriente – Occidente.
-696x385.jpg)
Informazioni
- Luogo: ESH GALLERY
- Indirizzo: Via Forcella 7 - Milano - Lombardia
- Quando: dal 24/10/2017 - al 24/11/2017
- Vernissage: 24/10/2017 ore 18,30
- Autori: Giovanna Strada, Simcha Even-Chen
- Generi: arte contemporanea, doppia personale
- Uffici stampa: CH2
Comunicato stampa
In occasione dei 100 anni dalla nascita del movimento De Stijl, Esh Gallery riapre la stagione espositiva indagandone i principi con la mostra: Equilibrium di Giovanna Strada e Simcha Even-Chen, confermando inoltre la sua attenzione sul dialogo tra Oriente – Occidente.
Nel lavoro di entrambe le artiste è rintracciabile sia il gusto raffinato delle geometrie minimaliste sia il principio cardine della lezione di Mondrian in cui la complessità di realizzazione delle opere smentisce l’apparente semplicità: il senso della composizione si traduce in una sapiente combinazione di linee, nella ricerca di equilibrio e nella perfezione formale
Simcha Even-Chen, classe 1958, vive in Israele e si esprime attraverso la ceramica, per la quale ha ricevuto svariati riconoscimenti. Le sue opere sono state selezionate ed esposte in mostre nazionali e internazionali e sono entrate a fare parte di importanti collezioni. L’artista indaga la relazione tra lo spazio dimensionale e superfici geometriche bidimensionali, si interessa a forme non definite da cui si originano poi nuove forme astratte, organiche e libere. Le sue opere, nonostante siano caratterizzate da una complessa griglia geometrica – il riferimento è alla carta millimetrata utilizzata in ambito scientifico - sembrano sospese nell’aria, quasi senza massa e il colore nero, ottenuto dal processo di cottura utilizzato nella tecnica Naked Raku, conferisce l’illusione della presa gravitazionale, rimandando a un continuo gioco di equilibri e di tensioni. Le stesse tensioni che portano lo spettatore a diventare innesco e soluzione delle opere stesse attraverso lo sguardo.
