Giorgio Pahor – La Percezione del Vuoto
Se il titolo dell’esposizione da solo è in grado di raccontare le ultime riflessioni e le recenti sperimentazioni dell’artista, lo spazio in cui le opere saranno allestite sarà in grado di rappresentare ancora meglio, facendosene esso stesso manifestazione, la sua affascinante e complessa concezione del vuoto.
Comunicato stampa
Giorgio Pahor sceglie gli spazi del magazzino di Via Concordia 44 a Roma per inaugurare, giovedì 16 marzo, alle 18.00, la sua mostra “La Percezione del Vuoto”, a cura di Alberto Dambruoso.
Se il titolo dell’esposizione da solo è in grado di raccontare le ultime riflessioni e le recenti sperimentazioni dell’artista, lo spazio in cui le opere saranno allestite sarà in grado di rappresentare ancora meglio, facendosene esso stesso manifestazione, la sua affascinante e complessa concezione del vuoto.
Giorgio Pahor ha scelto infatti un magazzino, che ha avuto e avrà in futuro vocazione differente da quella artistica ed espositiva, cogliendo il valore del suo vuoto temporaneo, transitorio e sfuggente. L’artista porterà le sue riflessioni tra le pareti spoglie di questo luogo altro, giocando a bilanciare, ma solo in parte, il vuoto degli spazi. Non solo carico di una connotazione negativa, attribuita spesso dalla società contemporanea, durante la mostra il termine riacquisterà la possibilità di essere anche sacralità, senso di libertà, movimento, spazio di elaborazione, pensiero. Positivo o negativo, sarà l’uomo a stabilirne il valore, il vuoto riacquisirà il riconoscimento dell’esistenza e la possibilità di essere in molteplici percezioni e in molteplici definizioni.
Giorgio Pahor, da viaggiatore e girovago qual è, porta tra le opere le culture che ha assorbito, le teorie filosofiche e religiose che ha ascoltato, le testimonianze storiche e le definizioni fisiche. Tele, installazioni, acquerelli e tempere raccontano quello che del vuoto ha asserito e scritto il mondo, e l’uso che ne ha fatto l’uomo nella sua vita, abbandonandosi, sin dai tempi più lontani, al potere dell’intuizione e all’affermarsi della percezione.
Pahor, per progettare ed elaborare le proprie opere, da sempre si concentra sulle relazioni, tra l’uomo e l’universo, tra la memoria umana e la dimensione spazio-temporale, tra la passione e la ragione, e sulle interazioni tra logos, sentimento e pathos, in un percorso interiore di astrazione concettuale. Così, anche per “La Percezione del Vuoto”, l’artista ha lavorato sulle relazioni tra la forma e lo spazio, offrendo all’osservatore opere in grado di raccogliere e sintetizzare le risultanze dei loro reciproci scambi. Condizione desiderata e determinata sarà poter percepire, durante il percorso espositivo, il vuoto come forma e la forma come vuoto.
Più di trenta opere per molti più significati: nel vuoto tutto può esistere e tutto può scomparire.
Le opere saranno accompagnate da un scritto dell’artista, dedicato alla percezione del vuoto.
Al termine della mostra sarà presentato il catalogo con testo critico del curatore Alberto Dambruoso.