Giorgio Ciam – Sulla pelle

Informazioni Evento

Luogo
A PALAZZO GALLERY
Piazza Tebaldo Brusato 35, Brescia, Italia
Date
Dal al
Vernissage
09/05/2013

ore 18,30

Artisti
Giorgio Ciam
Curatori
Elena Re
Generi
arte contemporanea, personale
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L’idea curatoriale della mostra è mettere in luce alcuni momenti essenziali del percorso di Giorgio Ciam, artista che mediante la fotografia ha attraversato nel profondo la propria dimensione esistenziale, a partire da un lavoro sulla pelle, sul volto, sul suo stesso corpo.

Comunicato stampa

A Palazzo Gallery in collaborazione con l’Archivio Giorgio Ciam inaugura il 9 maggio 2013 la mostra personale GIORGIO CIAM – Sulla pelle, a cura di Elena Re.

L’idea curatoriale della mostra è mettere in luce alcuni momenti essenziali del percorso di Giorgio Ciam, artista che mediante la fotografia ha attraversato nel profondo la propria dimensione esistenziale, a partire da un lavoro sulla pelle, sul volto, sul suo stesso corpo. Presentando un’ampia selezione di opere provenienti dall’Archivio Giorgio Ciam, la mostra intende dunque focalizzare la ricerca espressiva di un autore che negli anni ’70 ha fatto parte della Body Art internazionale e che negli anni ’80 e ’90 ha continuato a sperimentare l’uso della fotografia, analizzando la propria identità con esiti di grande attualità e anticipazione. Con questo fine, l’esposizione comprende importanti opere fotografiche che costituiscono il fulcro della ricerca, ma insieme propone anche inediti lavori in cui il mezzo fotografico lascia spazio al disegno, al collage, alla scultura. Tanto da diventare occasione per scoprire la ricchezza e la novità di un intero percorso espressivo, visto nelle sue varie sfaccettature.

Titolo di uno dei suoi primi lavori di trasformazione, Sulla pelle è dunque il territorio da cui Giorgio Ciam parte per il proprio viaggio interiore, ma è anche il luogo da cui oggi si riparte per addentrarsi nel suo stesso percorso. Usando il proprio corpo come uno schermo, come un mutevole piano di proiezione, quello che Ciam offre con la sua opera è lo specchio fedele di un’identità complessa, labirintica, continuamente scandagliata, rielaborata, mai fissata appieno. E ponendosi di fronte all’obiettivo fotografico, pur lavorando nell’ambito del Comportamento, Ciam mette in scena una particolare situazione: una performance senza spettatori. Perché il rapporto con il suo pubblico egli di fatto arriva a ipotizzarlo solo attraverso l’opera fotografica. Così, avvalendosi del fotomontaggio, Ciam può appunto trasformarsi, essere un altro. Come pure, usando il mosso fotografico, può annullare se stesso per ritrovarsi nella figura del figlio. O mediante la stratificazione di più immagini all’interno della stessa fotografia, oppure con il ritaglio, la cancellazione, il collage di più frammenti, il decollage, egli può vedere e rivedere se stesso, formulando il racconto di sé, della sua identità. All’interno di un simile vortice, anche il disegno e la scultura appaiono talvolta come occasioni di verifica e approfondimento, espressioni di una ricerca poliedrica e infinita. Nel lavoro di Giorgio Ciam è dunque possibile trovare una molteplicità di contenuti, perché ciò che l’autore consegna al suo pubblico è il documento scritto della propria autoanalisi. Tuttavia, a ben guardare, si tratta di un’operazione solo in apparenza autoriflessiva, poiché quello che Ciam arriva a chiamare in gioco è la condizione umana, la coscienza del tempo: la propria storia esistenziale come tramite per altri possibili racconti. A tal punto che questa sua sperimentazione attraverso il corpo si rivela in realtà come una lucida espressione del pensiero postmoderno, mettendo in scena e dibattendo questioni filosofiche tutt’oggi aperte.
GIORGIO CIAM nasce a Pont-Saint-Martin (Aosta) nel 1941. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Torino, si dedica ad una ricerca antropologica condotta attraverso il mezzo fotografico a cui non è estraneo un aspetto performativo-teatrale, che si evidenzia nei primi anni soprattutto con la realizzazione di Sculture Ambiente e di Teatri Scultura. Negli anni ’70 fa parte della vicenda internazionale della Body Art e intrattiene frequenti rapporti di scambio e confronto con gli altri protagonisti europei, portando avanti un lavoro teso all’approfondimento dell’uso della fotografia. Sviluppando la propria ricerca nell’ambito del Comportamento, si focalizza sulla figura umana – in particolar modo sul volto – concentrandosi sull’analisi della propria identità come tramite per un rapporto con l’altro. Nel 1974 la sua ricerca espressiva è presentata all’interno del volume di Lea Vergine Il corpo come linguaggio (La “Body-art” e storie simili), Prearo Editore. Nel 1975 Giancarlo Politi lo inserisce nel numero speciale di Flash Art (n. 52-53) dedicato agli artisti che utilizzano il mezzo fotografico. Le sue opere sono presentate in varie occasioni espositive pubbliche, sia nazionali che internazionali. Nel 1995 realizza un’ampia mostra antologica al Forte di Bard (Aosta). Numerosi sono i suoi libri d’artista e le pubblicazioni che spesso accompagnano le mostre. Muore a Torino nel 1996. Nel 2007 la casa editrice Gli Ori pubblica il libro GIORGIO CIAM – Dentro il sogno 1969-1995, a cura di Elena Re, nella collana Progettosettanta. Nel 2010 il lavoro di Ciam è proposto nella collettiva GEOGRAFIA SENZA PUNTI CARDINALI – La fotografia nell’arte degli anni ’70 in Italia, a cura di Elena Re, presso la Galleria Giorgio Persano, Torino. Nel 2012 P420 Arte Contemporanea gli dedica uno stand a MIA – Milan Image Art Fair, e lo include nella collettiva Un'opera × un libro d'artista nella galleria di Bologna. Lo stesso anno Mummery+Schnelle, che nel 2011 lo aveva presentato ad Artissima 18 – Back to the Future, propone una mostra personale a Londra, a cura di Elena Re. Nel 2013 A Palazzo Gallery lo presenta a Miart, Dallas Art Fair e Art Brussels, annunciando la mostra GIORGIO CIAM – Sulla pelle nella propria sede di Brescia e iniziando così un lavoro di proposta internazionale in collaborazione con l’Archivio Giorgio Ciam.