Gianluca Capozzi – Panic Rooms

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO IRPINO - PALAZZO DELLA CULTURA
Corso Europa , Avellino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
04/03/2023

ore 17

Artisti
Gianluca Capozzi
Curatori
Adriana Rispoli
Generi
arte contemporanea, personale
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Una personale dell’artista avellinese con una nuova serie di dipinti di interni, che saranno visibili, per la prima volta, nelle sale espositive del Museo Irpino presso il Carcere borbonico di Avellino.

Comunicato stampa

“Un anno di mostre al Museo Irpino”, programma promosso dalla Provincia di Avellino con il Coordinamento Tecnico Scientifico del Museo Irpino e della Biblioteca “S. e G. Capone”, in collaborazione con artisti, associazioni e gallerie d’arte, locali e non, inizia con la mostra Panic Rooms - Gianluca Capozzi, una personale dell’artista avellinese con una nuova serie di dipinti di interni, che saranno visibili, per la prima volta, nelle sale espositive del Museo Irpino presso il Carcere borbonico di Avellino.
La mostra verrà inaugurata sabato 4 Marzo alle ore 17.00.
Dice la curatrice Adriana Rispoli: “La pittura di Gianluca Capozzi, medium vitale di introspezione dell’animo, veloce, tagliente e sempre rasente il non finito, è un dispositivo di ricerca che cela un’intrinseca dimensione esistenziale.
Nella recente serie Panic Rooms, insieme realistica e onirica, attrattiva e conturbante, trasporta l’osservatore in un contesto apparentemente rassicurante di interni borghesi anni ‘70 per poi abbandonarlo ad un senso di voyerismo verso un flusso paranoico di flash e di figure fantasmatiche che aleggiano indistintamente sui piani della rappresentazione. Pur ammiccando alla lezione coloristica dell’impressionismo, le cui vibrazioni di luce contribuiscono a creare il dinamismo della rappresentazione e a produrre un certo rumore di fondo, l’artista ribalta l’assioma della pittura en plein air attraverso il morboso ripetersi di interni le cui soglie - porte, vetrate, finestre – volutamente eludono qualsiasi riferimento al paesaggio esterno.
Per definizione stanza di sicurezza, ambiente “teoricamente” protetto, la Panic Room di Capozzi è all’opposto un luogo di allucinazione: dapprima deserta, in cui l’assenza umana è soppiantata da una sovrabbondanza di dettagli decorativi che esplodono in un caleidoscopio di colori, per poi affollarsi di personaggi inafferrabili, sagome di donne, uomini o bambini che, relegati in quattro mura, volteggiano in un’atmosfera psichedelica e in assenza di gravità. In questa dimensione ultraterrena e claustrofobica, il chiuso di un appartamento diventa la scenografia per rappresentare l’invisibile, ma anche per denunciare l’indicibile…”