Giancarlo Gasparin
La mostra raccoglie una quarantina di opere che vanno dagli anni Settanta fino ad oggi.
Comunicato stampa
Si svolgerà dal 13 al 27 febbraio presso il Circolo degli Artisti di via Bogino 9 a Torino, la mostra personale di Giancarlo Aleardo Gasparin, curata da Angelo Mistrangelo, che raccoglie una quarantina di opere che vanno dagli anni Settanta fino ad oggi.
Nelle storiche sale di Palazzo Graneri si susseguono oli e disegni che raffigurano nature morte, ritratti, paesaggi. Oltre quarant’anni di pittura durante i quali l’artista è rimasto fedele ad una pittura realistica, sempre realizzata alla “maniera antica”. La tecnica utilizzata da Gasparin, infatti, si ricollega alle esperienze dei grandi pittori del passato, suoi maestri e modelli: l’accurato disegno a matita costituisce il riferimento per la preparazione a monocromo che risolve lo studio del chiaro-scuro modulato finemente soffondendo con cura le pennellate e solo sul monocromo ben asciutto, sono applicati i colori a velature.
Allievo di Sergio Tàppero Merlo e Mario Càffaro Rore, e assiduo frequentatore dello studio di Gregorio Calvi di Bergolo, che avevano un spiccato senso del recupero del mestiere e delle tecniche del passato, Gasparin non ha mai smesso di studiare e ricercare sui libri antichi i “segreti di bottega” dei grandi maestri storici, con profonde analisi delle opere di Tiziano, Raffaello, Leonardo e Perugino, del Sodoma, di Veermer, di Rembrandt.
Ogni lavoro, sia esso un semplice studio per opere di grandi dimensioni alle quali ha lavorato in varie parrocchie piemontesi (Pralormo, Viarigi, Refrancore, Monastero di Lanzo, dove ha dipinto un ciclo di sei dipinti di oltre 6 x 2,5 mt.), o una delicata natura morta con oggetti che ricordano tempi ormai andati, o ancora un fedele ritratto che riesce a mettere in luce oltre alle sembianze anche il carattere della persona raffigurata, il pittore dimostra che, a dispetto di un’arte contemporanea sempre più alla ricerca di espressioni lontane dalla figurazione, questo tipo di pittura ha ancora un posto privilegiato nel lavoro di molti pittori d’oggi.