Gian Paolo Cavagna – Una Città immersa nel Cielo
Dal restauro della grande tela con San Pietro, San Paolo e San Cristoforo in gloria di Gian Paolo Cavagna, una mostra, un video e visite guidate gratuite accompagnano in un itinerario lungo cinque secoli, alla scoperta dei mille volti, reali e ideali, della città di Bergamo di ieri e di oggi.
Comunicato stampa
Questo il filo rosso della mostra Gian Paolo Cavagna. Una Città immersa nel Cielo, promossa e realizzata dalla Parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna, con il prezioso contributo di Fondazione Banca Popolare di Bergamo, e curata da Mons. Gianni Carzaniga.
Gian Paolo Cavagna (1556 ca - 1627), considerato uno dei maggiori pittori bergamaschi del Seicento, era un parrocchiano di Sant’Alessandro in Colonna, avendo casa e studio in via Zambonate.
Nel 1607 dipinge quindi per la “sua” chiesa una grande tela (cm 450x265) raffigurante la Gloria di San Pietro, San Paolo e San Cristoforo, con una scelta iconografica così inusuale da rendere quest’opera un unicum nella pittura sacra lombarda di primo Seicento. Il pittore infatti distende, sotto le nubi dei Santi che intercedono per la salute della città, un’ampia veduta panoramica di Bergamo, così fedele da diventare documento prezioso, una sorta di “fotografia” della città così come appariva nel Seicento.
Il restauro appena concluso sulla pala del Cavagna, eseguito da Antonio Zaccaria, ci restituisce oggi la piena lettura di questa splendida visione urbana, in tutti i suoi dettagli, le sue luci e le sue ombre, avendo rimosso le vecchie vernici che erano ormai pesantemente alterate e gli spessi depositi di pulviscolo atmosferico e fumo grasso delle candele.
“Solenne, bellissima e monumentale – scrive in occasione della mostra Amalia Pacia della Soprintendenza per i beni storici e artistici di Milano - è questa la veduta panoramica di Bergamo che Cavagna costruisce nella grande pala allogata all’altare di san Pietro, offrendo anche oggi allo spettatore, quasi fosse un diorama ottocentesco, l’occasione di perdersi nella dimensione atemporale e astratta dell’immagine sacra e, nel contempo, di immergersi nell’attenta restituzione visiva di mura, palazzi e più umili dimore”.
Nella mostra,l’accostamento tra la città vista nel Seicento dagli occhi del Cavagna e la sua immagine odierna è un invito al visitatore a cimentarsi nella ricerca di similitudini e differenze, di edifici scomparsi e di nuove emergenze architettoniche: dal nuovo campanile della Basilica di Sant’Alessandro in Colonna a quello di Santa Maria Maggiore, da Porta San Giacomo al Monastero di S. Benedetto, dalla torre del Gombito un tempo merlata al tetto a punta dell’alto campanile del Duomo, dal Campanone al monastero di Rosate, dal castello di San Vigilio alle torri del colle di San Giovanni sul quale ora sorge il Seminario Vescovile, e tanti altri luoghi visibili e confrontabili nei dettagli. Con approfondimenti curati da Mons. Gianni Carzaniga, Amalia Pacia, Fabio Pasquale e Antonio Zaccaria.
Il video realizzato da Angelo Carzaniga, poi, traccia un affascinante itinerario visivo attraverso le vedute – reali e ideali – della città dipinte nei secoli, con un’attenzione speciale alle scenografiche visioni urbane che il visitatore può ammirare a tu per tu nelle opere di Gian Paolo Cavagna, Enea Salmeggia e Federico Ferrario presenti nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna.
La mostra sarà accompagnata da un ricco calendario di visite guidate gratuite pomeridiane e serali.