Giada Fedeli – MaLeVoglie

Informazioni Evento

Luogo
OSTERIA DA BERNARDO
P.zza S. Paolo all’Orto 56127 , Pisa, Italia
Date
Dal al

ore 19.30 – 23.30 – chiuso il Lunedì

Vernissage
15/03/2012

ore 19.30

Contatti
Email: giada@gammaphi.it
Sito web: http://www.gammaphi.it
Artisti
Giada Fedeli
Curatori
Loredana Spadolini, Alessandra Ioalé
Generi
arte contemporanea, personale
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Presentazione delle nuove opere dell’artista pisana Giada Fedeli.

Comunicato stampa

GammaPhì, Alter Ego di Giada Fedeli, artista dalla personalità complessa che non possiamo definire con un solo aggettivo. La pittura, compagna di avventure, ha aiutato l’artista a ritrovarsi in quell’immenso e caotico mare di voci e false promesse, che per molto tempo hanno confuso il suo incedere incerto nella vita prima di bambina poi di ragazza e oggi di donna, verso quello che è l’equilibrio dell’anima con il proprio corpo e il mondo che la circonda.
Il viaggio investigativo dell’autrice inizia con l’esplorazione del suo Alter Ego, attraverso lo studio del corpo fulgido di giovane donna fino a scoprire la sua complessa costruzione di forme e volumi, traendo ispirazione dal proprio per poi arrivare a conoscere ed esplorare quelli di altre Ego_Femmine, come le definisce l’artista, che hanno qualcosa da raccontare ma non dicono, elaborando composizioni dall’aria metafisica. Passare all’astratto è stato per l’artista come fare uno zoom sulla femminilità, sull’essere donna con le sue paure e fragilità, vivendo la trasformazione del proprio corpo nello scorrere inesorabile del tempo, per poi tornare al figurativo. Il corpo femminile è sempre protagonista ma stavolta l’analisi si concentra sul volto, considerato come un universo in cui viene svelato l’asimmetrismo di ogni figura umana, e le parole che lo incorniciano amplificano il significato che vi si cela. Volti di donne il cui ipotetico passato le mette in discussione nel presente. Sono la rappresentazione di domande o espressioni d’incertezza che aspettano lo spettatore farsi avanti per risolvere il loro enigma esistenziale. Da ciò il naturale sviluppo non può che essere quello di scegliere di rappresentare volti di donne illustri che, con il loro vissuto, hanno lasciato un segno indelebile nella storia del proprio tempo, da Maria Antonietta a Virginia Wolf e da Giovanna D’Arco a Frida, dipinte con il volto segnato da una macchia. Donne che hanno compiuto atti per se stesse, vivendo secondo le proprie regole ed esigenze; che hanno seguito il proprio destino ferendo, purtroppo, chi le ha amate e scatenando le ire di chi non le ha comprese. E come per ogni rivoluzione c’è sempre un prezzo da pagare, più o meno alto a seconda del contesto storico in cui si opera. Ed ecco che appare la “macchia”, un segno, un marchio, un atto della società discriminatrice nei confronti di ciò che non conosce e, avendone paura, non accetta. Una macchia che, alla luce della propria esperienza nella società di oggi, Giada Fedeli traduce nella manifestazione di una “voglia”. Voglie che oggi ci invitano a spingerci fino ai confini di noi stesse per andarvi oltre o, perché no, soltanto per prenderne atto. Voglie che hanno caratterizzato tutta la loro esistenza, forze scatenanti di tutte le loro azioni senza la quale non sarebbero potute essere le virtuose del proprio tempo. Ognuna di loro opera una rivoluzione, che segna una svolta nella concezione della donna all’interno della società di riferimento e non solo, ma anche per le postume. Non più macchie delle quali vergognarsi, ma voglie differenti per le quali combattere e andarne fiere. Tale traduzione è compiuta con genuinità di tratto e freschezza della composizione, attraverso la visione, spontanea e innocente, di una ragazza che sta diventando donna. I volti si costruiscono per ampie campiture di colore, i cui impasti sono scelti con cura, mentre i contorni, solidi e netti, delineano, contengono ogni campitura in cui si seziona il volto, ponendo in primo piano quell’asimmetria insita in esso. Un corridoio di ritratti di donne illustri, sembrerebbe realizzare la nostra autrice, che fungano da esempio e monito per chi le guarda, come lo sono state per se stessa. Che lo spettatore, come davanti a uno specchio, possa riconoscervi le proprie voglie e allo stesso tempo risolvere i propri dubbi e ricevere la forza per operare la propria rivoluzione personale, pur restando consapevole dei rischi sulla propria pelle.
Alessandra Ioalé – Storica dell’arte