Gerardo Cibelli – Unfurniture
Unfurniture è uno spazio abitato da strutture di ritmo cromatico e modulare, oggetti che non corrispondono né al tradizionale design, né all’arredamento d’interni: sono superfurniture, un’oltre-mobilia.
Comunicato stampa
Unfurniture è uno spazio abitato da strutture di ritmo cromatico e modulare, oggetti che non corrispondono
né al tradizionale design, né all’arredamento d’interni: sono superfurniture, un’oltre-mobilia.
Un progetto di ricerca sulla sublimazione degli elementi semplici e grezzi, nato dalla passione per i mestieri
artigianali, e dall’attesa dell’imprevisto e del contingente, che Gerardo Cibelli porta avanti dopo un percorso
artistico che negli anni lo ha visto sperimentare pittura, scultura, incisione, collage, performance e arte
ceramica. Qualunque sia la pratica artistica usata, quando si conosce a fondo una tecnica, questa porta a
risultati capaci ancora di sorprendere, e domina sull’intenzione stessa dell’artista che si trova a condividere
l’autorialità dell’opera con i materiali e i gesti che dettano forme e composizioni, “car il n'y a d'imagination
que dans la tecnique” (G. Deleuze, F. Guattari, Mille plateaux, 1980).
Unfurniture è un processo creativo innescato da scarti di legno, recuperati e lavorati in uno studio open air, un
Merzbau all’aperto, con strumenti base, squadra e martello, che li sezionano e li inchiodano, e dagli agenti
atmosferici, pioggia e sole, che li scheggiano e decolorano. Pallet, moduli di diversi spessori e lunghezze, ex
cornici, sono così scomposti, dipinti, e successivamente riassemblati in nuove strutture geometriche.
Pittosculture sulle pareti, nelle quali elementi monocromatici si intervallano e si intersecano con moduli dagli
schizzi casuali, frutto di happening pittorici, o semplicemente con strumenti di lavoro annessi, come le
asticelle usate per mescolare i colori. Scultopitture sul pavimento, visibili da ogni prospettiva in un’alternarsi
di predominanza tra fronte e retro delle assi, e che occupano lo spazio senza imporre nessuna funzione
specifica prestabilita, anche perché qui, l’inutilità è solo una delle espressioni possibili dell’utile. La mente dei
bambini, troverebbe di certo illimitate funzioni ed entità per questi oggetti, ma anche da adulti è ancora
possibile riscoprire la sotterranea estetica delle cose e giocare, un gioco che diviene creatività cosciente, e
coraggio di difenderla nella vita quotidiana. La scelta di dedicarsi a un tempo ludico, e di usare materiali
poveri, l’eccesso o l’avanzo “degli altri”, è infatti soprattutto un atteggiamento politico, quello della resistenza
al non lasciarsi affascinare dalla idolatria della vita “degli altri” in virtù di un agire poetico, perché come
scriveva Benjamin, “I poeti trovano sulla loro strada i rifiuti della società e appunto in essi il loro tema eroico”.
La mostra Unfurniture di Gerardo Cibelli rientra nel progetto Studio Space, che la Galleria Dino Morra dedica
ai lavori sul territorio di Napoli, e a cui hanno già partecipato gli artisti
Antonello Scotti, Aniello Barone, Laura Delaney, Enzo Distinto, e Lello Lopez
Valentina Apicerni
GERARDO CIBELLI (Salerno,1972) vive e lavora a Napoli. Dal 1984, anno del suo primo lavoro su tela, ha sempre
ricercato un utilizzo originale di mezzi tecnici diversi, quali il disegno, l’incisione, e la pittura, con particolare
riferimento all’opera di Sironi e all’Informale. Nel 1988 si avvicina al teatro contemporaneo, cimentandosi in qualità di
autore e attore in performance come “Il Sogno dell’Uovo” e “Mystery”. Negli anni ’90 inizia una nuova produzione
artistica, influenzata dalla metafisica religiosa delle miniature, dei mantra, e dei simboli, con riferimenti ai Pitagorici,
Neoplatonici, cabalisti medievali e figure come Rumi e Nagarjuna, e Chuang-tzu. Nel 1993 l’incontro con l’artista e
ceramista Ugo Marano segna il suo ingresso nel mondo della ceramica, dando avvio a un amore per la tecnica e i
mestieri artigianali che si concretizzerà agli inizi del 2000 in un laboratorio di falegnameria. Dal 2007 al 2014, dopo un
anno trascorso a Montreal (Canada) si trasferisce a Londra, dove realizza centinaia di lavori come un’unica “variazione
su tema”. Dopo il suo ritorno e l’abbandono del figurativo, la ricerca più recente consiste nell’uso e il riuso di tutto quel
materiale (legno, terracotta, cartone) che ha accompagnato il suo intero percorso artistico, per creare installazioni sitespecific
versatili e modulabili. Si citano tra le sue esposizioni: “Occasional Experience”, SenseLab, Concordia University,
Montreal, 2008; “Zomerzin”, Arts Place Gallery, Amsterdam, 2005; “Moving”, Palazzo Genovese, Salerno, 2004;
“Cantiere 39”, Todi, 2002.