Geometrie perfettibili/Perfectible geometries
La geometria, la matematica, le forme costituenti il mondo circostante e, in definitiva, l’architettura, rappresentano il punto d’incontro del lavoro di Guido Bagini, Paolo Cavinato, Michael Johansson e Michelangelo Penso che viene presentato a The Flat in una mostra che, partendo da concetti classici ormai ben radicati nella storia dell’arte, giungono ad una loro rielaborazione in chiave contemporanea nella quale passato e presente sono perfettamente sintetizzati.

Informazioni
- Luogo: THE FLAT - MASSIMO CARASI
- Indirizzo: Via Paolo Frisi 3 - Milano - Lombardia
- Quando: dal 19/01/2012 - al 07/04/2012
- Vernissage: 19/01/2012 ore 18
- Autori: Paolo Cavinato, Michelangelo Penso, Guido Bagini, Michael Johansson
- Generi: arte contemporanea, collettiva
- Orari: dal martedì al sabato ore 14.00 - 19.30 / festivi su appuntamento
Comunicato stampa
La geometria, la matematica, le forme costituenti il mondo circostante e, in definitiva, l’architettura, rappresentano il punto d’incontro del lavoro di Guido Bagini, Paolo Cavinato, Michael Johansson e Michelangelo Penso che viene presentato a The Flat in una mostra che, partendo da concetti classici ormai ben radicati nella storia dell’arte, giungono ad una loro rielaborazione in chiave contemporanea nella quale passato e presente sono perfettamente sintetizzati.
Quattro artisti dal background e dagli stili differenti, accomunati da una profonda ricerca di deformazione e integrazione di forme geometriche che generano architetture nuove, spesso irreali ma sempre illusorie e accattivanti
Ogni metodo creativo prevede, infatti, l’evidenza delle caratteristiche dell’“oggetto spaziale” nella prospettiva di un cambiamento del modello o nella eventualità di una variazione radicale dell’ ordine a cui l’oggetto appartiene. L’intervento sugli oggetti, infine, fa assumere al contesto e al contenuto nuove espressioni e quindi nuovi significati.
Nuovi spazi, architetture reali e singole, architetture utopiche nelle quali gli elementi geometrici più disparati vengono riassunti dando vita a nuove forme in cui pieni e vuoti si compensano e si giustificano a vicenda. Attraverso la pittura, la fotografia, la scultura e l’installazione, con materiali tradizionali e innovativi, poveri o sofisticati, i quattro artisti con idee e manualità, in una combinazione che unisce sacro e profano in perfetto equilibrio e ormai non più in contrapposizione, tendono a rendere il finito infinito; nelle opere tempo e spazio si caricano di nuovi significati e travalicano i limiti del reale per conquistare una dimensione diversa, superiore, che si esprime nell’arte, unica e sola in grado di situarsi nello spazio infinitesimale esistente tra la realtà umana percettibile e quella impercettibile.
Elisabetta Bolasco
