Gayle Chong Kwan – Waste Archipelago

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA ALBERTA PANE
Dorsoduro 2403/H, Calle dei Guardiani, 30123, Venezia, Italia
Date
Dal al

martedì - sabato, 10.30 - 18.30
Venerdì 21 maggio, dalle ore 14 alle 16, è prevista una preview con una selezione di giornalisti

Vernissage
22/05/2021

ore 12-20 su invito (RSVP [email protected])

Artisti
Gayle Chong Kwan
Generi
arte contemporanea, personale
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Uno sguardo sensibile e inedito ai temi della sostenibilità ed esperienze partecipative e di condivisione sono l’essenza del lavoro dell’artista britannica Gayle Chong Kwan (1973).

Comunicato stampa

Uno sguardo sensibile e inedito ai temi della sostenibilità ed esperienze partecipative e di condivisione sono l’essenza del lavoro dell’artista britannica Gayle Chong Kwan (1973), in mostra a partire dal 22 maggio nell’esposizione personale Waste Archipelago alla Galleria Alberta Pane di Venezia.
Nuove opere fotografiche, su carta e installative, create a partire da rifiuti alimentari e altri elementi organici, intessono dialoghi osmotici nello spazio espositivo: ritagli e frammenti, bucce e scarti, collage e fotografie sono il punto d’avvio di una riflessione che si estende all’espansione coloniale, allo sfruttamento delle risorse naturali e alle problematiche ambientali in senso lato.
Vincitrice del Sustainable Art Prize 2019, Gayle Chong Kwan ha collaborato per più di un anno con studenti e accademici dell’Università Ca’ Foscari Venezia, al fine di esplorare teorie, concezioni e prospettive su tali tematiche, per arrivare poi a elaborare un progetto che mettesse al centro della propria riflessione lo scarto, inteso come materia virtuosa che permea la vita quotidiana.
L’esposizione personale presso la galleria lagunare si lega strettamente a queste ricerche, che volutamente riecheggia: una mostra immersiva e avvolgente in cui il concetto centrale dell’arcipelago mira a fare emergere, visivamente e concettualmente, l’interconnessione tra azioni e idee che l’uomo mette in atto ed elabora attorno allo scarto e al rifiuto.
Gayle Chong Kwan esplora il ruolo centrale del corpo e la sua relazione all'interno di un
Gayle Chong Kwan è un'artista londinese, le cui installazioni fotografiche su larga scala, sonore, partecipative e video sono esposte a livello nazionale e internazionale nelle più importanti istituzioni culturali. Il suo lavoro, spesso installato nello spazio pubblico, indaga i simulacri e il sublime, attraverso la creazione di ambienti avvolgenti e mise-en-scène.
Il cibo e il turismo rappresentano inoltre uno dei punti focali della sua ricerca. L’artista indaga infatti storia, memoria e sensi: le sue opere accompagnano lo spettatore in un viaggio attraverso paesi e civiltà, tra cibo e cultura. Elemento ricorrente nel suo lavoro è il valore della materia e dello spreco, con cui ha anche dato forma a paesaggi mitici.
Giocando con le dimensioni e fondendo il reale e il fittizio, l’artista crea spesso installazioni grandi e immersive.

Recentemente, Gayle Chong Kwan ha svolto una residenza fotografica al V&A Museum, Londra (2021 - 2019), ha esposto al Museum Arnhem, Olanda (2019), all’Auckland Arts Festival in Nuova Zelanda (2019), al Tai Kwun di Hong Kong (2019), a The Edge, Bath University, Regno Unito (2019), presso la William Morris Gallery (2018) e il Barbican Centre di Londra (2017), alla Galleria Alberta Pane a Parigi e Venezia (2017) e al Bloomberg Space di Londra (2015).
Gayle Chong Kwan ha inoltre preso parte a importanti Biennali quali Asia-Pacific Biennale di Berlino, la 54° Biennale di Venezia e la 10° Havana Biennial e ha vinto molteplici premi tra cui l’International Artist Award del British Council (2015), il FATHOM Award, Four Corners, London (2014) e il Vauxhall Collective Photography Prize (2009).
In quanto vincitrice del Sustainable Art Prize, promosso dall’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con Art Verona, dal 2019 l’artista ha sviluppato, attraverso workshops e riflessioni con studenti e accademici, Waste Matters, un progetto i cui esiti prenderanno forma a partire dal 2 luglio sulla facciata della sede centrale dell’Università