Galliano | Migliore | Pusole

Informazioni Evento

Luogo
DAVIDE PALUDETTO ARTECONTEMPORANEA
Via degli Artisti 10, 10124 , Torino, Italia
Date
Dal al

dal martedì al sabato, dalle 16:00 alle 20:00

Vernissage
05/03/2020

ore 18

Artisti
Bartolomeo Migliore, Pierluigi Pusole, Daniele Galliano
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra collettiva che vede protagonisti Daniele Galliano, Bartolomeo Migliore e Pierluigi Pusole.

Comunicato stampa

Il 5 marzo la galleria davidepaludetto|artecontemporanea inaugura una mostra collettiva che vede protagonisti Daniele Galliano, Bartolomeo Migliore e Pierluigi Pusole.

Un’esposizione dedicata interamente alla pittura e alla sua rinnovata forza come mezzo di conoscenza del mondo. Mettere a fuoco l'oggetto del lavoro di questi tre artisti oggi, infatti, significa ottenere tre punti di vista differenti e complementari circa le scelte della pittura tout-court. Galliano-Migliore-Pusole mettono in campo una linea evolutiva del proprio percorso, verso una dialettica matura nei confronti di un "realismo" qui inteso come verità profonda raggiunta attraverso meditazione, urgenza e struttura.

Follia/Analisi per Galliano.
Apoteosi/Derisione per Migliore.
Metafisica/Individuo per Pusole.

Pur partendo da un linguaggio che è loro proprio, svolto attraverso tre discorsi autonomi e riconoscibili, Galliano-Migliore-Pusole dialogano in modo sorprendentemente naturale verso la definizione di una prospettiva di "paesaggio filosofico" che tracci, in tre capitoli complementari e interdipendenti, una visione articolata e difficile da dimenticare.

Per Pusole una serie di quinte tra natura e artificio, landscapes stratificati nella memoria e asciugati dal tempo sotto forma di strutture "tipo". Esse provengono dall'esperienza personale (di uomo e di artista) e lavorano per diventare archetipo nel quale la protagonista imprevedibile è la luce, solo elemento ad 'incidere' nella narrazione, scavando letteralmente la sua traccia sulla tela. L'uomo, cui ogni forma di apparizione è negata, migra in una sorta di Osservatore-Dio la cui visione è in eterno (seppur impercettibile) movimento.

Per Migliore la visione di ogni paesaggio urbano parte dalle "parole che si trovano in giro", vissute e agite politicamente come manifesti (im)propri di entità sovranazionali. Attraverso la forca post-post-punk nella quale l'artista le sottopone a un processo di riduzione alchemica, però, queste tornano a sgretolarsi in elementi caduchi e nuovamente a vivere come parte di un discorso ricombinatorio e "magico". La pittura come fanzine ha la funzione essenziale di estrarre elementi di realtà tangibili dalla compressione simbolica della grafica pubblicitaria.

Per Galliano, infine, la compresenza di piani pittorici incrociati, uniti da una prospettiva demiurgica e totalizzante, vanno dalla danza gestuale di una stesura automatica (follia) fino alla rappresentazione delle moltitudini che abitano le forme della memoria (folla). La pittura - che qui nasce da una prospettiva inconscia ed informale - diventa poi onnivora, ironica, formativa, creatrice. La pars destruens viene quindi affiancata e superata da segni che riscrivono le gerarchie formali, vincendo sulla paratassi e l'arbitrio. Il paesaggio come catalogo-giungla del caos.

testo di Fabio Vito Lacertosa