Gabriele Via – Immagine Parola Poesia

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA STEFANO FORNI
Piazza Cavour 2, Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
11/07/2013

ore 19

Artisti
Gabriele Via
Generi
performance - happening

Gabriele Via, importante poeta visivo e performer, elaborerà per la serata un “testo unico”, interattivo con le opere d’arte e il pubblico. La performance dell’artista sarà centrata sulle opere che, punto di partenza, evocano attraverso emozione e pensiero un atto unico, uno scritto originale che diventa altro, che diventa poesia e gesto.

Comunicato stampa

Gabriele Via

immagine parola poesia
ordine alfabetico dell’esperienza interiore

Gabriele Via, importante poeta visivo e performer, elaborerà per la serata un "testo unico", interattivo con le opere d’arte e il pubblico. La performance dell'artista sarà centrata sulle opere che, punto di partenza, evocano attraverso emozione e pensiero un atto unico, uno scritto originale che diventa altro, che diventa poesia e gesto.

Gabriele Via è poeta, filosofo, performer, fotografo. Ricerca l’ESSERE, col FARE: drammatico, pratico e poetico. Cammina: due volte dalla Francia a Capo Finisterre lungo il cammino di Santiago. Studia filosofia, teologia, natura e umanità. Cucina, suona, plasma l’argilla e apprende i nomi delle cose.

Di lui scrisse Roberto Roversi nel giugno 1996:

“A morsi leggeri e precisi, Via strappa lembi di cielo per farlo sanguinare e far piovere sulla terra qualche sprazzo di pioggia feroce. Ma il suo volo, per salire nello spazio e catturare parole, è da angelo che sa arridere anche quando ferisce. Quindi, avendolo da sempre letto con attenzione, vorrei suggerire di stare attenti ai morsi, che non sono da serpente nero ma, ripeto, da artista vigile che non si stanca di cercare e di assaltare, sapendo almeno quel che vuole; nella tensione di dare ordine al proprio rabbioso sgomento, e di non appagarsi di semplici soluzioni o di poche cauzioni. Gabriele scava induce rivolta ara il campo del mondo su cui noi arranchiamo; mantiene all’erta se stesso; tende anche a risvegliare dal sonno della ragione e riflessione gli altri camminatori. Ha una attenzione ubiqua, che gli propone e sottopone dettagli a non finire, che lui non cataloga ma seleziona esaltandoli, per esemplificare. L’induzione ad una conclusione morale – una conclusione forte – a me sembra la costante privilegiata di questo suo violento e dolce raccontare che non ha fine. Non può avere fine. Non deve avere fine.”