Franco Simongini. L’atto poetico di documentare l’arte

Informazioni Evento

Luogo
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI ROMA
Via Di Ripetta 222, Roma, Italia
Date
Il
Vernissage
05/04/2019

ore 17,30

Generi
presentazione
Loading…

“Franco Simongini. L’atto poetico di documentare l’arte”- presentazione del libro di Gabriele e Raffaele Simongini.

Comunicato stampa

Presentazione del libro
“Franco Simongini. L’atto poetico di documentare l’arte”
a cura di Gabriele e Raffaele Simongini
Maretti Editore
A seguire
proiezione del documentario

“Giorgio de Chirico: sole sul cavalletto” (1975)
5 aprile 2019, ore 17,30
Accademia di Belle Arti di Roma - Aula Magna
Sede di Via di Ripetta - Piazza Ferro di Cavallo, 3

La Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali, Maria Vittoria Marini Clarelli, e gli artisti Gianni Dessì e Mario Sasso, presentano presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Roma il libro “Franco Simongini. L’atto poetico di documentare l’arte”, curato da Gabriele e Raffaele Simongini, pubblicato da Maretti Editore e realizzato con il sostegno dell’Accademia diretta da Tiziana D’Acchille.
Il volume, dedicato al grande regista di documentari d’arte, approfondisce i legami della sua attività filmica con quella poetica e narrativa. All’interno sono raccolti i contributi di vari artisti (da Cucchi a Dorazio, da Perilli a Sasso), storici dell’arte (da Barilli a Bonito Oliva, da Calvesi alla Marini Clarelli, dalla Pirani a Zeri), registi, esperti di mass media (da Abruzzese a Costanzo), poeti e scrittori (Betocchi, Bo, Luzi, Maffia, Mauro). Un corpus prezioso arricchito da apparati visivi e di documentazione: la trascrizione delle interviste televisive a Giorgio de Chirico e Renato Guttuso, condotte da Simongini, una serie di foto e cartoline d’artista (fra cui quelle inviategli da Alberto Burri, da Las Vegas e Los Angeles), oltre all’elenco completo dei documentari realizzati dal regista per la Rai.
Per l’occasione viene proiettato il documentario “Giorgio de Chirico: Sole sul cavalletto” (1975).
Franco Simongini (Roma, 1932-1994), poeta, scrittore e regista, ha inventato un nuovo genere di documentario d’arte, in cui gli spettatori vengono coinvolti nelle prime fasi del processo creativo, quando un’opera d’arte vede la luce. La stessa tensione, la stessa qualità spettacolare, come dinanzi a un evento sportivo o di cronaca, raccontato live.
Simongini ha saputo collegare il linguaggio cinematografico, fondato sul montaggio, con quello del piccolo schermo, basato sulla diretta televisiva. A unire però la sua attività poetica alla ricerca sul documentario d’arte era la ferma convinzione che l’occhio del poeta e quello del regista coincidessero, tanto da arrivare a svelare gli aspetti inattesi e spesso straordinari di una realtà priva di schemi preordinati o di pregiudizi. Esattamente ciò che suggerivano nel secondo dopoguerra le pellicole di De Sica, Zavattini e Rossellini. Il cinema neorealista, più della letteratura, superava i confini netti tra realtà e finzione, per rivelare come dietro ogni singola inquadratura si nascondesse, in forma poetica, lo stupore dinanzi all’esistenza.
Simongini aveva compreso che non solo la realtà, ma anche l’arte, andavano colte direttamente, secondo la specificità del medium televisivo, senza intervenire nel montaggio con eccessive modificazioni e senza ricorrere a particolari angolazioni di ripresa. Qui nasce il suo stile: la cronaca, i fatti, l’attenta osservazione delle opere d’arte, la posizione etica nei confronti dell’umanità e in particolar modo degli artisti. Era questo il terreno fertile su cui elaborare l’espressione poetica e poi quella filmica. Attraverso la poesia Simongini aveva allenato lo sguardo a un’osservazione delle cose affettuosa, malinconica, eppure ottimistica: quello stesso sguardo avrebbe determinato la sua cifra di regista, tra gli anni Settanta e Ottanta, quando iniziò a occuparsi di una realtà altra, generata dagli artisti e dalla loro innata capacità di ridare forma al mondo.