Francesco Carone – Boudoir

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIOA GALLERY
Via Amati 13, Pistoia, Italia
Date
Dal al

MAR-SAB 11-14/15-19 o su appuntamento

Vernissage
02/04/2016

ore 18

Artisti
Francesco Carone
Generi
arte contemporanea, personale
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Le varie sfumature che assume questa parola scelta come titolo della mostra, indicano perfettamente la volontà e le cangianti intenzioni ricercate dall’artista attraverso la sua ultima produzione.

Comunicato stampa

SpazioA ha il piacere di presentare sabato 2 aprile 2016, ore 18, Boudoir, la quarta mostra personale di Francesco Carone (*1975, Siena) in Via Amati 13, Pistoia.

Oh Dio, che ambiente delizioso! Ma perché tutti questi specchi?1

Boudoir in francese significa letteralmente «fare il broncio, essere ritroso» e quindi per estensione viene usato per indicare un luogo dove ritirarsi, lontano dagli altri, in ritrosa solitudine.
Ma il termine, venuto di moda sopratutto nel sec.18° (grazie forse al libro 1La Philosophie dans le boudoir del 1795 del Marchese De Sade), indica anche un salottino da signora, uno spogliatoio annesso alla camera da letto dove, oltre alla toletta, intrattenere maliziosamente conversazioni eleganti e intimi incontri.

Le varie sfumature che assume questa parola scelta come titolo della mostra, indicano perfettamente la volontà e le cangianti intenzioni ricercate dall’artista attraverso la sua ultima produzione.
Lavori di piccolo e medio formato in cui viene ricercato un erotismo della forma e della materia, una malizia scaturita dall’inquietudine che certe visioni possono indurre a livello inconscio. Uno studio degli equilibri nei rapporti, nei colori, negli accostamenti dei materiali e nelle numerose citazioni attraverso cui dichiarare un ‘ritirarsi’ in una ricerca nuova, forse proprio perché antichissima. Un dialogo (senza veli e lontano da occhi indiscreti) con la classicità e con le sue continue tensioni tra il desiderio razionale e quello di abbandonarsi alle credenze, agli idoli, ai miti, alle leggende o alle perversioni del pensiero.

Attraverso sculture in marmo, ceramica, bronzo, gesso, ottone (ma non solo) accostate a grafiche e monotipi calcografici, Carone cerca di affermare la sua convinzione per cui l’opera, seppur nella sua apparente semplicità formale, è sempre frutto di visione, di studio, ma anche di una storia precedente (e futura) percepibile a livello extrasensibile ed insita nei soggetti scelti e sopratutto nei materiali utilizzati per realizzarli.

Un ciclo di opere nelle quali, attraverso continui slittamenti tra realtà e natura sensibile si percepisca
un’ambiguità delle funzioni ed una sospensione temporale e metafisica in cui tutto sembri ritornare su se stesso o a noi stessi, come in una sorta di pratica parafiliaca (pertanto senza scopo riproduttivo) dove, attraverso continui rimandi, risultino sfrangiati i confini ed i ruoli nostri e dei vari attori presenti.
Opere bipolari afferenti alla sfera pubblica, borghese ed estetizzante e contemporaneamente ad un’altra più intima, arcana, visionaria, deviata e poetica.
Sorta di labirinti senza curve né uscite di sicurezza. Lunghissimi corridoi continui dove, privi di certezze, sia possibile solo continuare ad avanzare, fermarsi ad attendere oppure decidere di tornare indietro senza alcun segnale che ci possa indicare verità e giustizia (intese anche come normalità e moralità) del nostro procedere.
Perché questo tipo di verità è qui (e ovunque) inesistente.

Francesco Carone è nato a Siena nel 1975 dove vive e lavora. E’ ideatore dei progetti Tempozulu e Titolo-l’edito inedito- e da quest’anno è co-fondatore e co-direttore insieme ad Eugenia Vanni del Museo d’Inverno a Siena.
Tra le mostre collettive e personali a cui ha partecipato recentemente segnaliamo: Ri-pensare il medium: il fantasma del disegno, a cura di Cristiana Collu e Saretto Cincinelli, Centro per l'Arte Contemporanea Casa Masaccio, San G.Valdarno, Arezzo; La sottile linea del tempo, a cura di Marinella Paderni, Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo, Verona; Rendezvous des amis, a cura di Marinella Paderni, Museo Civico, Siena; Contemporary locus 1, a cura di P. Tognon, Luogo Pio della Pietà, Istituto Bartolomeo Colleoni, Bergamo; Brightlight / Darklight a cura di Ludovico Pratesi e Valentina Ciarallo, American Academy, Roma; Horror vacui, EX3 Centro per l’Arte Contemporanea, Firenze.

Francesco Carone
Boudoir

OPENING: APRIL 2, 2016 - 6pm
until 21.05.2016

TUE - SAT 11am - 2pm / 3pm - 7pm or by appointment

Press Release

SpazioA is proud to present on Saturday April 2, 2016, 6 pm, Boudoir, the fourth solo show by Francesco Carone, in Via Amati 13, Pistoia.

Oh Lord, what a lovely room! But why are there all these mirrors?1

Boudoir in French literally means «to pout, to be reluctant» and therefore by extension meant a place where one could retreat, far from others, in studied solitude.
The term reached its real fame during the 18th century, however (thanks perhaps to the book 1La Philosophie dans le boudoir, written by the Marquis De Sade in 1795), when it was used to also indicate a woman’s sitting room or dressing chamber attached to the bedroom where she could hold mischievous conversations seated at her dressing table or arrange elegant (and intimate) meetings.

The word’s various shades of meaning prompted its selection as the title of this show and indicate perfectly the will and changing intentions sought by the artist in his latest production.

An eroticism of form and material, a hostility triggered by the uneasiness that certain visions induce at unconscious level is pursued in works of small and medium size. A study in the balance of relationships, in the colors, in the matching of materials and in the many references through which to declare a ‘retirement’ in a new research, perhaps precisely because it is ancient at the same time. A dialogue (without veils, perhaps far from the eyes of the indiscreet) with the Classic and its continuous tension between rational desire and the wish to abandon oneself to beliefs, to idols, myths, legends, or the perversion of thought.

By setting sculptures in marble, ceramic, bronze, and brass (and other materials) alongside rotogravure prints and monotypes, Carone attempts to affirm his conviction that the work of art, even in its apparent formal simplicity, is always the fruit of study and vision but also a previous (and future) story perceptible at extra-sensitive level, and inherent in the subjects selected and above all, in the materials used in its creation.

The ambiguity of functions and a temporal and metaphysical suspension in which everything seems to return to itself or to ourselves, as in a sort of paraphilic practice (and therefore with no reproductive purpose) is perceived through a continuous sliding between reality and sensitive nature in a cycle of works in which our own borders and roles and those of the various subjects present are frayed through continuous allusion.
These bipolar works regard the public bourgeois, aesthetizing sphere in one sense and the other more intimate arcane, visionary, deviant, and poetic world at the same time .
There are labyrinths without turns or emergency exits. Extremely long, continuous corridors where in the absence of certainty the only options available are to continue advancing, to stop and wait, or to go back without any signal that might indicate the truth and justice (intended also as normality and morality) of our procedure.
Because this type of truth is here (and everywhere) inexistent.

Francesco Carone was born in 1975 in Siena, where he lives and works today. He is the creator of the art projects entitled Tempozulu and Titolo-l’edito inedito - and the co-founder of Museo d’Inverno in Siena, of which he is the co-director together with Eugenia Vanni as of this year.
Among the solo and group shows he has taken part recently there are: Ri-pensare il medium: il fantasma del disegno,curated by Cristiana Collu and Saretto Cincinelli, Centro per l’Arte Contemporanea Casa Masaccio, San G.Valdarno, Arezzo; La sottile linea del tempo, curated by Marinella Paderni, Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo, Verona; Rendezvous des amis, curated by Marinella Paderni, Museo Civico, Siena; Contemporary locus 1, curated by P. Tognon, Luogo Pio della Pietà, Istituto Bartolomeo Colleoni, Bergamo; Brightlight / Darklight curated by Ludovico Pratesi e Valentina Ciarallo, American Academy, Roma; Horror vacui, EX3 Centro per l’Arte Contemporanea, Firenze.