Francesca Lorenzi / Laura Marcolini – Fragile

Informazioni Evento

Luogo
FORTE ALTO
Via Castel Penede (38060), Nago-torbole, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00 / chiuso il lunedì / Ingresso libero
Per informazioni: +39 393 9201012

Vernissage
21/08/2021

ore 18.30

Patrocini

Con il patrocinio del Comune di Nago – Torbole

Artisti
Francesca Lorenzi, Laura Marcolini
Curatori
Paola Cassinelli
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Fragile è il titolo della mostra che Francesca Lorenzi e Laura Marcolini, rispettivamente fotografa e scultrice, hanno deciso di proporre al Forte Superiore di Nago (Tn).

Comunicato stampa

Fragile è il titolo della mostra che Francesca Lorenzi e Laura Marcolini, rispettivamente fotografa e scultrice, hanno deciso di proporre al Forte Superiore di Nago (Tn), e che sarà inaugurata il 21 agosto 2021 alle ore 18.30.

Fragile, una parola che caratterizza la debolezza, l’indecisione, la condiscendenza, una parola che pare volerci descrivere il complesso periodo storico e politico che stiamo attraversando, un tempo che sembra non poterci offrire certezze e che è riuscito a stravolgere tutti i nostri progetti, lasciandoci insicuri e dubbiosi, privi di riferimenti e soprattutto di sogni. A questo attuale contesto si oppongono le due artiste non con l’arroganza e la veemenza della volgare aggressione, ma mostrando al pubblico le loro opere, frutto di lunghi periodi di impegno e ricerca, che confermano la possibilità di vivere la vita con quella leggerezza che Italo Calvino, nel volume del 1988 Lezioni Americane, celebrava e voleva non fosse confusa con la superficialità.

Francesca e Laura cercano di condurre l’osservatore verso un percorso artistico nel quale la forza e la debolezza della parola fragile si fondono, si confrontano, si scontrano, divulgando, con le loro immagini solo apparentemente fragili, sicurezza e determinazione: “Butta via il dolore, la pesantezza … cerca d’inventare la tua leggerezza. E volerai”, cantava Giorgio Gaber nel 1974.
Seguendo questo pensiero Francesca Lorenzi narra le sue storie riuscendo con enfasi, in ogni istantanea, a legare energia e fragilità, mostrando immagini che comunicano messaggi contraddittori, ma complementari, costruite sulla ricerca di dettagli determinanti per una silente comprensione. Lei stessa infatti dichiara, “la fragilità nei miei scatti non è quella tipica descritta dalla cultura occidentale, che sottolinea la debolezza, la precarietà, l’instabilità, ma é soprattutto l’importanza, la delicatezza, la meraviglia e la bellezza da maneggiare con cura, sia che si tratti di noi stessi che di quei luoghi che hanno ospitato la nostra Storia”.

Laura Marcolini, per trasmettere i propri pensieri sulla fragilità umana, si appropria delle sagome di persone ordinarie che traduce con ricercata peculiarità. Le sue composizioni si articolano in un equilibrio perfetto tra la pesantezza e la leggerezza di un’esistenza in continuo mutamento, intessute di celate e inconfessate contraddizioni. I volti assenti, immersi nelle riflessioni più profonde, come mostrano gli occhi sempre chiusi o socchiusi, custodiscono gelosamente la loro vita mostrando l’anima e il corpo come due entità distinte e inconciliabili, nelle quali potenza e debolezza si avvicendano, unendosi e contrapponendosi. I personaggi tradotti da Laura ostentano i propri limiti, raccontandoci storie appassionate, trascritte con distintiva capacità di sintesi, che inducono a riflette sulla fragilità dei legami e sulla leggerezza del rapporti quotidiani.

Francesca e Laura, due artiste che si cimentano nella costruzione di un linguaggio che non indaga la realtà, ma esplora l’esistenza, che non ricerca l’oggetto, ma ne sonda la sua essenza, capaci di soccombere alla vivacità e mobilità dell’intelligenza, consapevoli della fragilità delle loro scelte.
La mostra è accompagnata da due cataloghi, uno dedicato alle fotografie di Francesca Lorenzi e l’altro alle sculture di Laura Marcolini, dove sono riprodotte le immagini di tutte le opere esposte con una breve presentazione realizzata dalla storica dell’arte Paola Cassinelli.