Florimaddi-Amanti dell’arte
L’infaticabile attività di MAD, Museo d’Arte Diffusa, ritorna in pieno centro a Latina nella gioielleria Flori in Corso Matteotti. “Florimaddi-Amanti dell’arte” è la nuova rassegnaa cura di Fabio D’Achille.
Comunicato stampa
FLORIMAD di-AMANTI DELL’ARTE
Roberto Andreatini – Giovanna Flori – AnnaLaura Patanè
L’infaticabile attività di MAD, Museo d’Arte Diffusa, ritorna giovedì 18 aprile in pieno centro a Latina nella gioielleria Flori in Corso Matteotti. “Florimaddi-Amanti dell’arte” è la nuova rassegnaa cura di Fabio D’Achille, che sarà inauguratadalle ore 17.30 con l’accompagnamento musicale del “sax duo project”, come è ormai consuetudine di Mad miscelare insieme le diverse arti:pittura, scultura, fotografia e musica.Tre gli artisti coinvolti. Il professor Roberto Andreatini, personalità nota al pubblico di Latina da quando, nel 2006,ha realizzato per la città la monumentale scultura “La clessidra astrale”. Artista originario di Ancona ma, latinense per adozione, dove infatti vive e lavora alternando la sua attività di artista con quella d’insegnante e restauratore.“Linea e tempo” sono le parole chiave della poetica artistica del maestro Andreatini, come scrive la storica dell’arte AnnaGraziaBenatti: “La Linea è curva, mobile, fluida, esprime la vita, il movimento, in una parola: è dinamica.(…) La Linea è continua ricerca, è instancabile divenire e, nel suo svolgersi, è strettamente connessa al concetto di Tempo. Il Tempo come l’esistenza, non scorre in maniera ‘lineare’, ma si curva, torna indietro, si avvolge su se stesso. Per questo nel Tempo, il Passato e il Presente si mescolano e si confondono. In tal senso devono considerarsi le meditazioni sulle opere dei maestri del Quattrocento, quegli stessi che hanno fatto della linea, lo scopo essenziale della loro ricerca: Antonio del Pollaiolo, Piero della Francesca, Paolo Uccello. Andreatini ne fa un punto di partenza, conferendogli la stessa scioltezza ed eleganza e riprendendo là dove i grandi sono giunti, ne raccoglie la sfida, sviluppandone le possibilità. Ecco allora che la linea si apre e si chiude, è finito e infinito, diventa pieno e vuoto (…)”.L’altra artista a esporre le sue opere è AnnaLauraPatanè, originaria di Latina e allieva del maestro Roberto Serarcangeli. “Sospensioni”è il titolo del suo recente lavoro; AnnaLaura utilizza una serie di oggetti tra loro diversi, dagli orsetti di peluche alle bottiglie di Coca Cola, volti di bambini e fiori, tutti però accomunati dal medesimo status in “sospensione”. Scrive Silvia Sfrecola Romani:”Attaccato in alto, appeso, elevato da terra, con il corpo ma anche con la mente, incerto, in attesa, poco sicuro, assorto, in dubbio, ambiguo: sono innumerevoli i significati legati all’essere sospesi. In chimica la sospensione è la dispersione di particelle che non sedimentano (il che presuppone l’applicazione di una energia sotto forma di agitazione), in meccanica è il dispositivo che collega il telaio alle ruote, in diritto è una sanzione disciplinare che importa la temporanea esclusione da un impiego, in letteratura è una figura retorica che annuncia vagamente una cosa che poi si compirà effettivamente (celeberrima la definizione di Coleridge che fonda la fede poetica proprio sulla “volontaria sospensione dell’incredulità momentanea” ). E potremmo continuare a lungo perché “sospensione” è una parola che trova un larghissimo impiego nei campi più disparati. AnnalauraPatanè l’ha scelta, non a caso, per dare un nome ad una sua mostra in cui ogni cosa si offre nella sua condizione di essere sospeso. Ad un primo sguardo non è facile comprendere il senso di opere così diverse, accostate inspiegabilmente tra loro. Eppure, ad accomunare orsetti di peluche e bottigliette di coca cola, grandi volti di bambini e giocattoli, fiori e bandiere, è il proprio status, lo stesso, identico, per tutti. Certo i prosciutti sono appesi ad una corda proprio come gli impiccati ma, probabilmente, la loro condizione ha una valenza diversa! “La poesia è un petalo che cade nel vuoto in bocca ad un leone che ruggisce” sosteneva Alda Merini: la poesia, l’arte, la condizione umana sono proprio in questo essere sospesi in un lento, lunghissimo, eternocadere, dal fiore alle fauci spalancate. Annalauradeve aver riflettuto a lungo prima di scegliere di rappresentare i suoi “esseri”proprio così, pericolosamente in bilico, al limite del baratro, ad un passo dalla caduta libera: ciò nonostante,non c’è disperazione, né angoscia ma,piuttosto,quieta serenità di chi, tutto sommato, è ancora attaccatoalla corda, al filo, alla speranza, alla vita .. Sempre la Merini “se la mia poesia non fosse come una grucciache tiene su uno scheletro tremante,cadrei a terra come un cadavereche l'amore ha sconfitto” . Ancora una volta l’arte è quel filo, quella gruccia, quella corda che sottrae dal precipizio, che salva, momentaneamente, dalla capitolazione inevitabile. Senza quella energia,la stessa di cui si diceva prima a proposito della chimica, la stessa che fa girare le ruote, la stessa che annuncia ciò che poi si compirà, la stessa che muoveva la volontà di Coleridge, tutto sarebbe fermo, bloccato, inutile. E quella energia non può che essere la vita, anche se, a volte, la chiamano “solo” amore”.
“La fotografa Giovanna Flori è alla sua prima esposizione. Dopo una prima attività come pittrice, intraprende la strada della fotografia frequentando dei corsi alla Factory10 di Latina. Qui a “Florimad”espone alcune fotografie, scattate in Toscana, unite tematicamente dallo stesso titolo “Magia delle magie”. La Flori espone dei paesaggi mentali quali rifugio dalla quotidianità del presente. Ecco allora il perché delle bolle che attraversano le sue fotografie alterando le forme e i colori, contraddicendo qualsiasi regola della gravità. Lo spazio irreale della leggerezza, lo spazio della magia”. (Ginevra Stuto)