fiori/flowers/blumen/fleurs/flores

Informazioni Evento

Luogo
SURPLACE ART SPACE
via San Pedrino 4, Varese, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

apertura con ingresso con prenotazione dalle 15.00 alle 20.00.
la mostra si potrà visitare su appuntamento con ingresso limitato.

Vernissage
17/07/2021

ore 15

Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva.

Comunicato stampa

fiori/flowers/blumen/fleurs/flores

17 Luglio - 18 Settembre 2021

Cesare Biratoni, Valeria Borrelli, Claudia Canavesi, Lorenzo Di Lucido,
Gabriele Jardini, Giulia Dal Monte, Vera Portatadino, Warshadfilm

con un contributo sonoro di Stefano Arienti

“Non vedo l’ora di condividere con tutti le mie più belle fioriture!"
Un annuncio di un appassionato di botanica e floricoltura che facciamo nostro per presentare in surplace opere dedicate ai fiori, più o meno fioriti… Soggetti tra i più rappresentati nella storia della pittura in paesaggi pittoreschi o nature morte, raccontano di bellezza, annunciano i cambi di stagione, suggeriscono sentimenti amorevoli per la natura ma anche il dissiparsi e la decadenza, silenziosi testimoni del memento mori delle nostre certezze.
Dagli antichi egizi con i primi loto blu, passando dai romani dell’età imperiale ai francesi del’800, dalle miniature medioevali alle illustrazioni dei libri di botanica, dai festosi tripudi olandesi fino all’arte delle stampe giapponesi, sono molti gli artisti anche del’900, anche i più inaspettati, che si sono confrontati con questo tema. Oggi che succede? C’è uno sguardo attento a questo tema intramontabile?
Semplici dettagli, importante protagonista solitario della tela o di una fotografia, conversazione intima e personale con la natura, fredda decorazione da vendere, o ancora segno quasi astratto, indicatore di trasgressione e transitorietà, simbolo politico… Il fiore è un vocabolario, un segno ricco di simbologia a cui appoggiare lo sguardo e i sensi.

Il fiore di Cesare Biratoni, un collage in dialogo serrato con la pittura, è colto con lo sguardo sbirciando dal buco della serratura dei ricordi dell’album di famiglia. Valeria Borrelli compie un’azione in cui accompagna un grande cartello/segnale/fiore nello spazio della galleria, un fiore erratico e in relazione. Claudia Canavesi con il disegno di un cardo realizzato con inchiostro nero su carta giapponese, ci racconta di un fiore che scoraggia il contatto, ma che attira con il suo profumo insetti e farfalle, e che una volta seccato diventa paradossalmente eterno. “Credo che sia naturale dipingere un fiore per un pittore prima o poi. Allo stesso tempo c'è qualcosa di eroico nel dipingerli”. Lorenzo Di Lucido scrive sull’idea di questa mostra per accompagnare il suo dipinto, un dittico realizzato ad olio su tela (2020-2021) il cui titolo è La parola. I fiori parlano. Ricordano il periodo formativo e i biglietti agli amici. Gabriele Jardini è presente con “Cieli rossi” una fotografia del 2013: in una articolata composizione visiva, troviamo terra, papaveri, margherite e farfalle. Ma la delicatezza della natura è colpita dalla violenza di un martello. Un’immagine cruda, diretta e pesante, che fa pensare alla estrema fragilità della natura, dei sui equilibri e gli interventi dell’uomo. Con un global warming all’orizzonte. Giulia Dal Monte con “Armonia mundi” del 2021, tocca momenti molto poetici. Nel breve video, natura e cultura sono l’espressione dell’armonia; due fiori si intrecciano e si abbracciano. Vera Portatadino attenta ai dettagli che diventano protagonisti, al marginale e alla circolarità del tempo, espone un dipinto su tavola “Let the Century pass me by” del 2018, in cui vari elementi botanici sono sospesi e appesi in uno spazio indefinito, forse quello del pensiero, della coscienza o ancora della memoria. Restituisce una particolare atmosfera che suggerisce anche un dialogo e un confronto con la storia dell’arte. Warshafilm (Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo) presentano un lavoro in cui si ricerca un isomorfismo tra il visivo, il suono, il racconto. C’è una forte reciprocità tra parola e immagine nel lavoro del 2020 “Chi è amato contrae un debito permanente”.

Stefano Arienti allude ai fiori attraverso la musica con un contributo sonoro fatto da brani provenenti da diverse tradizioni scelti dalla sua collezione di cd da tutto il mondo che raccoglie da anni in una inesauribile ricerca. Come i fiori anche la musica – che in molti paesi non conosce sistemi di trascrizione e viene continuamente reinterpretata – è destinata all’obsolescenza, alla trasformazione e alla scomparsa.

Ditelo con i fiori!