Fabrizio Dusi – Le parole degli altri

La Galleria BPER presenta negli spazi di Palazzo Martinengo di Villagana, sede di BPER a Brescia, un nuovo progetto espositivo dal titolo: Fabrizio Dusi. Le parole degli altri, personale dell’artista, a cura di Giorgia Ligasacchi e con la collaborazione di Ester Candido.
Comunicato stampa
La mostra intreccia due archetipi fondamentali della tradizione biblica e dell’iconografia storico-artistica: la Torre di Babele e l’Annunciazione. Da un lato, la frantumazione dei linguaggi e l’impossibilità di comprendersi, e, dall’altro, l’irrompere della parola come rivelazione, ascolto e possibilità di scelta. Due immagini opposte, ma profondamente connesse: se Babele è confusione, l’Annunciazione è dialogo consapevole.
Questi riferimenti non sono soltanto simbolici: entrano nelle opere, nei materiali, nei colori e nelle forme di Fabrizio Dusi. Le coperte isotermiche, la ceramica, il legno, il neon, diventano supporti di un discorso visivo che attraversa la fragilità del linguaggio, ne mette in luce le ambiguità, ma anche le potenzialità relazionali.
La mostra, il cui allestimento è stato progettato dall’exhibit designer Andrea Isola, si apre sullo scalone d’onore del Palazzo, in un dialogo tra architettura storica e linguaggio contemporaneo, con l’installazione luminosa “All that glitters is not gold” che accoglie il visitatore come un monito: non tutto ciò che luccica è oro, non tutto ciò che brilla ha valore. Nell’epoca attuale, caratterizzata da una comunicazione veloce e spettacolare (social media, slogan, fake news), le parole possono abbagliare senza davvero comunicare. È, quindi, un invito a guardare oltre la superficie, a non lasciarsi ingannare dall’apparenza delle parole, a cercarne il senso autentico.
Salendo al primo piano, un’opera si inserisce armoniosamente tra i dipinti della corporate collection di BPER allestiti permanentemente, introducendo il tema centrale della mostra. Si tratta di quadro in cui una figura immersa nella folla, sulla cui maglietta campeggia la scritta “Ascoltami”. Un’opera che esprime un bisogno imperante, quasi un grido sommesso, realizzata con una coperta isotermica dipinta, che gioca con la fragilità e il bisogno di protezione, suggerendo che ascoltare l’altro sia anche un atto di cura. Le dimensioni dell’opera, lunga e stretta, costituiscono il primo riferimento al concetto di Torre di Babele.
Lo spazio espositivo principale è dominato, sulla parete di sinistra, da una grande installazione in ceramica, applicata su supporto in legno, che rappresenta la folla di umanità partecipante alla costruzione della Torre di Babele, nel momento della rottura comunicativa. Una decina di personaggi disposti su più livelli, con magliette recanti scritte in lingue diverse, restituiscono l’istante esatto in cui l’umanità ha smesso di capirsi. La molteplicità linguistica, se rifiutata, diventa incomunicabilità.
La folla rappresentata da Fabrizio Dusi è preoccupata, disorientata, angosciata, vorrebbe tornare indietro, ma è qui che l’artista ci restituisce la sua ri-lettura del mito biblico. Quella punizione che Dio ha inflitto con forza alla superbia umana è in realtà una occasione di relazione. Nella molteplicità delle lingue, delle visioni, delle culture, si apre la possibilità di un nuovo ascolto reciproco, forse meno immediato, ma più consapevole.
Spiega la curatrice Giorgia Ligasacchi: La ricerca di un linguaggio universale e dominante non corrisponde a verità o autenticità. L’uniformità linguistica può apparire “dorata”, ma nasconde spesso la perdita della diversità, dell’ascolto, del significato profondo. È in questo spirito che la mostra rilegge la Torre di Babele non come condanna, ma come metafora di una pluralità che, se accolta, costruisce senso e valore, anziché frammentarlo. La contaminazione dei linguaggi non significa confondere, ma permettere al gesto pittorico di incontrare la voce, al segno grafico di farsi suono, all’arte di farsi relazione. Contaminare, qui, è un atto di fiducia: credere che, pur nella molteplicità, possiamo ancora comprenderci.
Il percorso prosegue con l’installazione ceramica “It’s time to make a decision”, una potente reinterpretazione in chiave contemporanea del tema dell’Annunciazione. Qui, la protagonista è una donna, posta in un momento cruciale: quello della scelta. L’opera richiama la letteratura contemporanea della scrittrice Michela Murgia. Quest’ultima, nel suo saggio “Ave Mary. E la chiesa inventò la donna” (2011), fornisce una lettura alternativa del ruolo rivoluzionario di Maria di Nazareth che, per la prima volta nel racconto evangelico, viene chiamata in causa come soggetto attivo, interrogata da sola e ascoltata nella sua libertà di scelta. Senza alcuna mediazione maschile, la giovane Maria riceve direttamente l’annuncio da parte dell’Arcangelo Gabriele, iniziando un dialogo fatto di domande e curiosità, al termine del quale decide consapevolmente di rispondere il famoso “sì”, pur consapevole di rischiare il ripudio da parte del futuro sposo o, addirittura, la lapidazione. L’Annuncio è da intendersi, quindi, non come imposizione, ma dialogo intimo e attivo: un atto in cui l’ascolto genera cambiamento.
Il passato parla ancora al presente, soprattutto quando offre chiavi di lettura capaci di illuminare il nostro tempo. In netto contrasto con la confusione babelica – dove la parola si frantuma e l’ascolto si perde –, l’episodio evangelico propone una comunicazione fondata sul rispetto e sull’ascolto autentico, aprendo alla possibilità di un colloquio profondo.
La mostra di Fabrizio Dusi si muove tra questi due poli, esplorando le potenzialità e le ambiguità del linguaggio, tra urgenza di comprendersi e rischio di perdersi, invitando a riflettere sul valore della comunicazione e aprendo uno spazio di riflessione sul linguaggio come ponte tra individui e culture.
Fabrizio Dusi. Le parole degli altri si inserisce nell’insieme di attività e iniziative che La Galleria BPER dedica alla valorizzazione dell’inclusività attraverso la propria corporate collection, con l’obiettivo di stimolare nel visitatore una riflessione verso le tematiche sociali più stringenti del panorama attuale.
La realizzazione della mostra negli spazi storici di Palazzo Martinengo di Villagana, aperti per la prima volta nel 2023, rinnova l’attenzione costante alla gestione del proprio patrimonio artistico che La Galleria BPER coltiva sin dalla sua fondazione e promuove nei territori.
L’esposizione è aperta al pubblico tutti i venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00 e tutti i sabati dalle ore 10.00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle ore 18.00. L’ingresso alla mostra è gratuito con prenotazione obbligatoria, con slot di ingresso previsti ogni 45 minuti.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo, arricchito da un testo critico-curatoriale di Giorgia Ligasacchi e da un’intervista all’artista condotta da Ester Candido.