Eva Frapiccini – Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima
In mostra il progetto dell’artista Eva Frapiccini “Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima”, a cura di Connecting Cultures e Associazione Isole.
Comunicato stampa
Le associazioni Connecting Cultures e Isole hanno il piacere di presentare la terza e ultima tappa del progetto Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima dell’artista Eva Frapiccini, vincitore della prima edizione di Italian Council, concorso ideato e sostenuto dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
Dopo la prima inaugurazione a Palermo, nell’ambito del programma Capitale della Cultura Europea 2018 e in concomitanza con l'apertura di Manifesta 12, e la presentazione presso l’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles (9-22 novembre), la mostra giunge ora a Senigallia. Dopo la mostra al Palazzetto Baviera, che sarà visitabile fino al 2 marzo 2019, l’opera entrerà a far parte delle collezioni del Museo Comunale d’Arte Moderna, dell’informazione e della fotografia (MUSINF).
IL PROGETTO
Il progetto nasce nel 2014 da un'idea dell'artista nell’ambito di un progetto espositivo sul tema della legalità, a cura di Connecting Cultures, Isole e Caterina Niccolai, presso il Tribunale di Palermo. Tra il 2017 e il 2018, il lavoro di Frapiccini si è svolto in sei mesi complessivi di residenza in Sicilia, per portare a termine la sua indagine sulle vittime e i protagonisti delle guerre di mafia. L’installazione fotografica è il frutto di un progetto partecipativo che ha coinvolto archivi storici e centri studi sulle mafie, familiari delle vittime, due licei artistici (Liceo Artistico Catalano e Ragusa-Kiyohara), l’Accademia di Belle Arti di Palermo, biblioteche della città siciliana e del resto di Italia, in un percorso di ricerca sui personaggi che hanno caratterizzato la stagione di lotta alla mafia tra gli anni ’70 e ’90 del XX secolo. L’approccio scelto dall’artista focalizza la dimensione intima che si manifesta nelle testimonianze del lavoro di magistrati, giornalisti, sindacalisti e ispettori di Polizia, o cittadini che hanno speso la propria vita contro la mafia. Attraverso la documentazione fotografica il progetto mette in luce gli strumenti quotidiani, come appunti, discorsi, registri e note, raccolti e custoditi nei molti archivi privati. Si tratta dunque di un archivio in fieri, che tramite un’installazione accessibile, consultabile e coinvolgente, invita il pubblico a confrontarsi col valore simbolico di ciascun documento inserito. La scelta dei materiali sottolinea il legame tra le linee investigative che sono state seguite in parallelo, o a distanza di anni, da alcuni dei protagonisti della lotta a Cosa Nostra. Documenti, agende, appunti di lavoro sono le tracce di un Pensiero che diventa Azione efficacie contro i traffici mafiosi, fino ad arrivare alla denuncia pubblica fatta dagli attivisti o alla condanna da parte dei magistrati.
Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima è realizzato con il Patrocinio del Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura e Assessorato alle Politiche Giovanili, Scuola, Lavoro, Salute e la collaborazione dell' Accademia di Belle Arti di Palermo – Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte; Archivio Storico Comunale di Palermo; Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles; Liceo Artistico Catalano di Palermo; Liceo Artistico Ragusa-Kiyohara di Palermo; MUSINF - Museo d'Arte Moderna, dell'Informazione e della Fotografia di Senigallia. Media partner: Exibart.
Il catalogo della mostra è pubblicato da Silvana Editoriale, Milano.
Si ringraziano per la collaborazione al progetto e per la messa a disposizione dei loro archivi:
Enti, associazioni, archivi privati:
Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato ONLUS, Cinisi (PA); Centro Diocesano di Palermo; I.C.S. Padre Pino Puglisi, Brancaccio; Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"; Istituto Gramsci Siciliano per fondo Nisticò, fondo La Torre, fondo Terranova, Palermo; Fondazione Giuseppe Fava, Catania; Memoriale Falcone e Borsellino, Tribunale di Palermo.
Familiari delle vittime:
Francesca e Giuseppe Maria Andreozzi; Flora, Augusta e Vincenzo Agostino; Manfredi Borsellino; Giovanni Chinnici; Michele Costa; Valentina Rigano e Marco D'Aleo; Giulio Francese; Emanuela, Selima ed Ines Leotta Giuliano; Alice Grassi; Carmine e Franco Mancuso; Marene Ciaccio Montalto; Dario Montana; Tina Martinez Montinaro; Salvatore Lorusso; Maddalena Rostagno; Antonio Scaglione.
Si ringraziano per il loro supporto:
Francesco Deliziosi, giornalista del Giornale di Sicilia; Franco Nicastro, storico e giornalista; Ignazio De Francisci, Procuratore generale di Bologna; Antonello Marini, Assistente Capo Tecnico Polizia di Stato, Palermo; Salvo Palazzolo, giornalista de La Repubblica; Emilia Valenza, docente dell'Accademia di Belle Arti di Palermo; Clara Cardella, Agostino Di Trapani, Nino di Ciaccio, Calogero Rizzo, Giovanni D'Oca, Giusy Viola, professori del Liceo Artistico Ragusa-Kiyohara di Palermo; Letizia Lo Re e Lucia Corsaro, professoresse del Liceo Artistico Catalano di Palermo; Giovanni Papa Arcuri, responsabile del Memoriale Falcone e Borsellino, Tribunale di Palermo.