Etruschi

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO MAZZETTI
Corso Vittorio Alfieri 357, Asti, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a domenica, 9.30 – 19.30; lunedì chiuso

Vernissage
16/03/2012

ore 18.30

Contatti
Sito web: http://www.etruschiadasti.it
Biglietti

Euro 9,00, intero; Euro 7,00, ridotto (gruppi, minori di 18 e maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni) Euro 3,00, ridotto speciale scuole

Editori
ELECTA
Uffici stampa
CLP
Generi
archeologia

300 oggetti, in molti casi mai presentati, provenienti dai Musei Vaticani e dalle principali raccolte archeologiche italiane, faranno luce sul rapporto storico-culturale fra il Mediterraneo orientale e il mondo etrusco. L’esposizione si apre con il pregiato Elmo crestato villanoviano in bronzo, simbolo del primo contatto tra gli Etruschi e la comunità della valle del Tanaro, ritrovato a fine Ottocento nelle acque del fiume che bagna Asti.

Comunicato stampa

Gli Etruschi tornano in Piemonte.
A quasi cinquant’anni dall’ultima esposizione (Torino, 1967), Palazzo Mazzetti di Asti ospita, dal 17 marzo al 15 luglio 2012, un grande evento che analizza, per la prima volta, il rapporto socio-culturale tra il Mediterraneo greco e orientale e il popolo etrusco che entrò in stretto contatto proprio con le comunità indigene della valle del Tanaro, e che ebbe inevitabili riverberi nell’Italia settentrionale e nell’Europa celtica.
Furono proprio gli Etruschi a rappresentare la prima cerniera culturale fra il Mediterraneo e l’Europa; attraverso i loro intensi traffici diffusero, soprattutto verso l’Italia nord-occidentale, idee e costumi caratteristici del mondo greco-omerico e levantino.

La mostra, curata da Alessandro Mandolesi e Maurizio Sannibale, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, con la collaborazione scientifica dei Musei Vaticani, con il sostegno della Regione Piemonte, col patrocinio del Comune di Asti, della Provincia di Asti e il coordinamento organizzativo di Civita, presenta 300 oggetti, in molti casi inediti, provenienti dai Musei Vaticani e dalle principali istituzioni museali e culturali italiane, come la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto, il Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, il Castello di Racconigi, i Musei Civici di Asti, la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, la Biblioteca Reale di Torino.

A questi reperti si aggiunge la straordinaria ricomposizione di una tomba a camera etrusca dipinta, detta “della Scrofa nera”, restaurata in occasione della mostra, con una scena di banchetto aristocratico del V secolo a.C., suggestivamente ambientata nel suo contesto originale.

Il percorso espositivo, suddiviso in due parti, si apre con l’Elmo crestato villanoviano in bronzo, simbolo del primo contatto tra gli Etruschi e la comunità della valle del Tanaro, ritrovato proprio ad Asti alla fine dell’Ottocento, forse donato a un capo locale da uno dei principi-guerrieri che nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. dall’Etruria giunsero in queste zone per aprire nuovi sbocchi al commercio etrusco.
Con l’arrivo di manufatti di pregio - com’è l’Elmo villanoviano - si trasmettono nell’Italia nord-occidentale anche le ideologie più in voga nel Mediterraneo; in primo luogo quelle “omeriche” legate alla manifestazione del prestigio sociale, e le più avanzate tecniche artigianali - come la cottura della ceramica - e agricole - come la viticoltura e l’olivicoltura.
Saranno inoltre analizzati i temi caratteristici delle antiche fasi della civiltà etrusca, tra cui il commercio, il mito, l’oplitismo, l’atletismo, il costume, la cura del corpo.

Con la diffusione dell’epopea omerica nella nostra penisola muta l’autorappresentazione delle figure più autorevoli della società etrusca che aderiscono all’ideale del principe-eroe e si distinguono, oltre che per le capacità militari, anche per le ingenti ricchezze accumulate e le pratiche cerimoniali.
In particolare, dall’immagine di capi-guerrieri affermatasi nell’età villanoviana (IX-VIII sec. a.C.) si passa all’immedesimazione del principe etrusco nell’eroe di tipo “omerico” (VII sec. a.C.), che si distingue per un elevato prestigio sociale derivato, oltre che dalle capacità militari, anche dal possesso di ingenti ricchezze.
Particolari ambientazioni richiamano le virtù dei principi e dell’aristocrazia etrusca: come la suggestiva ricostruzione, con oggetti reali, di un guerriero-oplita di età arcaica, il cui volto è celato dalla splendida visiera in bronzo proveniente dai Musei Vaticani. L’uomo etrusco si dedica anche all’attività sportiva e alla cura della persona; parimenti la donna utilizza balsami e unguenti di tradizione orientale, cui è dedicata un’apposita area sensoriale con antiche fragranze.
Raffinate tempere ottocentesche che riproducono fedelmente due delle più rappresentative tombe dipinte di Tarquinia - “delle Bighe” e “del Triclinio” - consentono infine di rivivere le atmosfere dei giochi atletici e delle cerimonie svolte in omaggio dei nobili defunti.

La seconda parte si apre con l’analisi dei cerimoniali del banchetto, nelle sue diverse rappresentazioni, documentate da servizi di pregio, arredi ed eloquenti immagini di pittura e scultura.
Il tema viene illustrato con la ricomposizione originale della tomba “della Scrofa nera”, le cui pitture furono staccate dall’ipogeo a scopo conservativo.
Sarà inoltre riunificato - per la prima volta dopo la scoperta ottocentesca - il pregevole sarcofago dei Vipinana da Tuscania, con l’immagine del defunto banchettante sul coperchio e la rappresentazione del mito dei Niobidi sulla cassa.
La sezione prosegue con una suggestiva rassegna di immagini di Etruschi, composta da teste votive provenienti da santuari, con una successione di tipi, dal bambino in fasce all’anziano, fino a due volti grotteschi, di grande intensità emotiva, usciti per l’occasione, in anteprima, dai depositi dei Musei Vaticani.

La mostra si chiude con una rarità espositiva e un ritorno in terra piemontese. Viene infatti riproposto il lussuoso gabinetto “etrusco” del Castello di Racconigi, commissionato da re Carlo Alberto al genio artistico di Pelagio Palagi. Per la prima volta sono raccolti assieme disegni originali, arredi e decori dello studiolo neoclassico: un omaggio al rapporto fra Etruschi e Savoia e al gusto artistico “all’etrusca” che si diffuse in Europa fra Sette e Ottocento.

Catalogo Electa.

Palazzo Mazzetti di Asti, costruito tra Seicento e Settecento su un nucleo di case medievali affacciato lungo corso Alfieri, testimonia l’ascesa di una nobile famiglia astigiana arricchitasi con l’attività della Zecca e con attenti investimenti immobiliari. La Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, proprietaria del palazzo, dopo un lungo e accurato restauro, lo restituisce alla cittadinanza nel suo antico splendore. L’edificio è visitabile dalle suggestive cantine, oggetto di scavi archeologici musealizzati, al piano terreno, dove gli ambienti di servizio sono stati trasformati in sede di esposizioni temporanee, fino al piano nobile con gli stucchi, i decori originali e le opere delle collezioni civiche.

Torino, 13 marzo 2012