Estetica del gusto

Informazioni Evento

Luogo
C|E CONTEMPORARY
Via Gerolamo Tiraboschi 2/76 20135, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mar-ven 15.00 - 19.00
sabato su appuntamento t. 02 45 48 38 22 | c. 348 90 31 514

Vernissage
16/07/2015

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Roberto De Luca, Peter Aerschmann, Sonam Dolman Brauen, Leyla Goormaghtigh, Alex Gudel, Sophie Schimdt, Adriana Stadler, David Zehnder
Curatori
Viana Conti
Generi
arte contemporanea, collettiva

Come una scintillante strobosfera, dalle mini sfaccettature a specchio, ruotando riflette flash dello spazio circostante, così lo scenario espositivo di questi otto artisti della Fondazione PROGR di Berna, proietta in mostra un mosaico di linguaggi, di culture dei diversi Paesi di provenienza, di gusti, di passioni, di filosofie di vita, di visioni del mondo esterno ed interiore.

Comunicato stampa

C|E Contemporary Milano, ha avviato un ciclo di mostre da maggio a ottobre sulla tematica dell’Expo Universale 2015 Nutrire il Pianeta-Energia per la Vita, in una metropoli italiana pensata come una vetrina mondiale di eventi. Si tratta della messa in opera di una mostra d’arte che convogli una rappresentazione del gusto, nell’accezione del Cibo e del Bello, quindi di un’esperienza estetica correlata, necessariamente, all’essere biologico come all’essere ontologico.

Come una scintillante strobosfera, dalle mini sfaccettature a specchio, ruotando riflette flash dello spazio circostante, così lo scenario espositivo di questi otto artisti della Fondazione PROGR di Berna, proietta in mostra un mosaico di linguaggi, di culture dei diversi Paesi di provenienza, di gusti, di passioni, di filosofie di vita, di visioni del mondo esterno ed interiore. La centralità del discorso, sul tema gastronomico, autorizza, da parte degli artisti invitati, uno sguardo esteso alle offerte dell’industria culturale, nelle sue varie modalità comunicative, performative, informative, nonché alla qualità cerimoniale dell’evento e conseguentemente a quei rituali e tic di massa che la TV, i media, ed il cinema, grandi elaboratori dell’immaginario collettivo, non cessano di indurre e stimolare quotidianamente. La mostra Estetica del Gusto. Delizie e Veleni di un menù di massa, attraverso i vari linguaggi praticati, slittanti tra pura manualità e tecnologia elettronica avanzata, anche in soluzioni interattive, restituisce una riflessione problematica, ma stimolante, sul potenziale dei nuovi media e sulle correnti di pensiero che ad esse fanno riferimento, generando per lo spettatore, quella dimensione di ordine dialogico, che consente di negoziare significati e di condividere esiti, operando nelle varie sfere del sociale, sia a livello pubblico che interpersonale.

Leyla Goormaghtigh
Resti. Sacralità Trasversale del Nutrimento e dell’Habitat

La mostra proposta dall’artista Leyla Goormaghtigh all’interno del ciclo sul cibo e sul nutrimento, nel contesto dell’Expo Universale 2015, a Milano, non si discosta dal suo abituale ambito di riflessione, che pone la Casa, intesa come Habitat e Habitus, ed i Resti del Rito quotidiano del vivere, al centro della sua ricerca. La sua opera è permeata dalla poetica bachelardiana, di segno rassicurante, del nido, nello spazio della casa, e della poetica, di segno destabilizzante, dello spostamento, del volo nel vuoto, dell’azzardo, dell’imprevisto, non escluso quello del viaggio per mare del migrante, del rifugiato. Ricorrono, infatti, nel suo multiverso formale, le figure della barricata, del rifugio, del bunker, del recinto, di fondi lignei spezzati, collassati, di oggetti irreali sospesi nel vuoto, temporaneamente sottratti alle leggi di gravità, quando, addirittura, il suo inventario grafico, sulla scia di ricercatori di spazi impraticabili, come Reutersvärd, Escher, i Penrose, non scala o precipita da prospettive simulate, falsi incastri, slittamenti dimensionali, otticamente illusori.

Sophie Schmidt

Arte e Supermercato. Spettralità Fantasmagorica degli Oggetti

Davanti alla fantasmagoria della merce di una società consumistica, un’artista come Sophie Schmidt opera la scelta di riprodurre artigianalmente, ad uno ad uno, in diverse dimensioni, oggetti con marchi, simboli, acronimi, loghi pubblicitari, non esclusi slogan, atti a definire l’identità visiva dell’azienda, con una capacità mimetica talmente straordinaria da rendere indistinguibile la copia dall’originale. Si tratta di contenitori e involucri di prodotti di uso quotidiano, appartenenti alle sfere dell’alimentazione in genere, della prima colazione, della nutrizione dell’uomo e del pianeta, come nel caso della presente mostra, dello sport, dell’igiene della persona, della sartoria, della moda, della fotografia. Questi feticci della merce, esprimendo una forza lavoro, mettono in circolo l’universo spettrale della reificazione, che assume le sembianze, nella compulsione a collezionare di Sophie Schmidt, di tavolette di chewingum, tute e sacche sportive, metri a nastro di tela plastificata, contenitori di yogourth e di latte, enormi sacchetti di farina, buste, tubetti di colore, di dentifricio. Se, da una parte, l’artista è stimolata dal salto di dimensione dal micro al macro e dal confronto dell’originale con il suo doppio, del vero con il falso, dall’altra, la sua opera trasmette una riflessione ironica e malinconica sull’inarrestabile induzione dei bisogni in una società di massa. Affiora, con evidenza, nel suo lavoro, il rapporto enigmatico esistente tra la vita reale ed i prodotti destinati alla vita.